Oltre la notiziaVoci e Volti

Gli invisibili

Guerre, emergenze o scandali visti dalla prospettiva di chi non appare mai nei media mainstream

Oltre il frame

Zainab, madre di tre figli, durante le settimane di bombardamenti ha cucinato per quaranta persone in una casa senza finestre, arrangiandosi con pentole trovate tra le macerie.  Non ha mai rilasciato un’intervista. Zainab ha  trent’anni anni e vive nella Beirut che non conta, dove non ci sono banche o locali eleganti, in un quartiere densamente popolato e colpito chirurgicamente dai missili. La sua casa si trova al quarto piano di un vecchio edificio di cemento, che ora ha le finestre rotte, crepe sui muri, e segni evidenti di una guerra che non ha chiesto, ma che è diventata parte del suo quotidiano.

Zainab ha tre figli, Youssef, 11 anni, che sogna di diventare medico, Nour di 8 anni, che custodisce gelosamente un diario segreto pieno di disegni, e Leila, la più piccola, che ha solo 3 anni e non conosce un mondo senza il rumore delle sirene.

Il marito di Zainab è morto mentre lavorava, non colpito dalle bombe ma dalla necessità di lavorare senza pretendere sicurezza. Il volo da una impalcatura traballante gli ha negato il futuro.

Ogni giorno per Zainab è una corsa contro il tempo e contro la paura. Si sveglia all’alba per cercare pane e acqua, camminando chilometri se necessario, evitando le strade troppo esposte. Quando le scuole sono aperte — se non sono state chiuse per sicurezza o trasformate in rifugi — accompagna i figli, sapendo che ogni addio potrebbe essere l’ultimo.

Zainab era un’insegnante di arabo prima della guerra. Ora dà lezioni ai bambini del palazzo quando può, nel corridoio del seminterrato, trasformato in un’aula di fortuna con materassi alle pareti per attutire i colpi. Continua a scrivere poesie, anche se raramente le legge ad alta voce.

Zainab non è un’eroina. È solo una madre che fa del suo meglio per restare umana in un mondo che sembra volerla disumanizzare. Il suo più grande desiderio non è la vendetta, ma una notte intera di silenzio, in cui i suoi figli possano dormire senza svegliarsi.

Scandali senza voce

Il meccanismo dell’ombra

Il motivo per cui queste storie restano nascoste è semplice: non producono immagini immediate, non semplificano, non sono funzionali a chi deve costruire una narrazione rapida e chiara. Richiedono tempo, ascolto, complessità. E a volte disturbano, perché mettono in crisi la versione ufficiale. È più facile filmare un elicottero che cala aiuti dal cielo che fermarsi due ore ad ascoltare Franco.

Le vittime danno fastidio perché ricordano ciò che molti preferiscono dimenticare. Una guerra o una calamità non sono fatte solo di strategie e confini, o di mappe e soccorsi, ma di corpi, nomi, volti. Le vittime mettono a disagio perché non tacciono, nemmeno quando restano in silenzio.

Fivedabliu.it

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