Oltre la notizia

Ponte sullo Stretto, la Corte dei conti chiarisce: “Valutati solo i profili giuridici della delibera CIPESS”

Nessun giudizio sul merito dell’opera: il controllo riguarda la legittimità e la regolarità della spesa pubblica

Tempo di lettura 3 minuti

Partiamo da qui:

Ieri la Corte dei conti ha negato il visto di legittimità alla delibera che approvava il piano economico-finanziario dell’opera, aprendo inevitabilmente un fronte politico acceso e polarizzato.

Da un lato, l’esecutivo — nelle dichiarazioni di Giorgia Meloni e Matteo Salvini — ha denunciato quella che ha definito un’“invasione” della giurisdizione dei magistrati contabili: l’opera, secondo la premier, rimane una scelta politica legittima del Governo e del Parlamento.

Dall’altro fronte, le forze di opposizione — tra cui la Partito Democratico — hanno interpretato la decisione come un segnale forte di debolezza dell’esecutivo: secondo loro, emergono dubbi non solo formali ma politici sull’affidabilità e sulla trasparenza dell’intero iter progettuale.

In mezzo, associazioni ambientaliste e comitati “No Ponte” hanno presentato la negazione del visto come una vittoria tecnica e strategica, sostenendo che l’esame della Corte conferma le criticità strutturali, normative e ambientali sempre evidenziate dagli oppositori del progetto.

La Corte dei conti è intervenuta per chiarire la natura del proprio esame sulla delibera del CIPESS (Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile) relativa al Piano economico-finanziario del Ponte sullo Stretto di Messina.
Nel comunicato diffuso ieri, la magistratura contabile ha precisato che la propria valutazione ha riguardato “profili strettamente giuridici”, escludendo qualsiasi considerazione sull’opportunità o sul merito dell’opera.

Un passaggio non di poco conto, perché nei giorni scorsi l’intervento della Corte era stato interpretato — da alcune forze politiche e da parte della stampa — come un via libera sostanziale alla costruzione del Ponte. La precisazione ufficiale serve dunque a riportare il confronto nel suo perimetro istituzionale: quello del controllo di legittimità, non della valutazione politica.

Corte dei conti: “Il rispetto della legittimità è un presupposto imprescindibile”

Nel testo diffuso dall’Ufficio stampa si legge che “il rispetto della legittimità è presupposto imprescindibile per la regolarità della spesa pubblica, la cui tutela è demandata dalla Costituzione alla Corte dei conti”.
La magistratura contabile, insomma, ribadisce la propria funzione: verificare che l’utilizzo delle risorse pubbliche avvenga nel rispetto della legge, senza entrare nel merito delle scelte politiche o infrastrutturali.

Il comunicato aggiunge inoltre che “le sentenze e le deliberazioni della Corte dei conti non sono certamente sottratte alla critica”, ma che tale confronto deve “svolgersi in un contesto di rispetto per l’operato dei magistrati”. Un richiamo esplicito al clima acceso che spesso accompagna il dibattito sul Ponte e, più in generale, sulle grandi opere pubbliche.

Il ruolo del CIPESS e il Piano economico-finanziario del Ponte

Cos’è il CIPESS

Il CIPESS (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile) è l’organo del Governo che decide la destinazione dei fondi pubblici per grandi opere e programmi di sviluppo. Presieduto dal Presidente del Consiglio, riunisce i ministri economici e strategici.
Fino al 2020 si chiamava CIPE: la riforma ne ha ampliato le competenze includendo anche gli obiettivi di sostenibilità ambientale.

La delibera del CIPESS oggetto dell’esame riguarda il Piano economico-finanziario del Ponte, documento che definisce costi, fonti di finanziamento, tempistiche e sostenibilità dell’intervento.
Il CIPESS, che riunisce rappresentanti di vari ministeri e della Presidenza del Consiglio, ha la funzione di approvare i piani strategici e di autorizzare la spesa per le grandi infrastrutture nazionali.

La verifica della Corte dei conti si inserisce in questo passaggio tecnico: non si tratta di una bocciatura né di un’approvazione politica del progetto, ma di un atto di garanzia costituzionale volto ad assicurare che la gestione dei fondi pubblici avvenga secondo le regole.

Tra diritto e politica, un confine sempre delicato

Il chiarimento della Corte arriva in un momento di forte polarizzazione sul tema del Ponte. Da un lato, il Governo Meloni considera l’opera un simbolo del rilancio infrastrutturale e un volano economico per il Mezzogiorno; dall’altro, opposizioni e ambientalisti ne contestano la fattibilità, i costi e l’impatto ambientale.

In questo contesto, l’intervento della Corte dei conti serve anche a riaffermare un principio spesso dimenticato: il controllo di legittimità non è un atto politico, ma un esercizio di equilibrio tra trasparenza, responsabilità e rispetto della legge.

Un segnale di metodo istituzionale

Più che una presa di posizione sul Ponte, quella della Corte appare dunque come una lezione di metodo.
Nel ricordare il limite del proprio ruolo, la magistratura contabile difende la distinzione — fondamentale in uno Stato di diritto — tra chi decide e chi controlla.
E lo fa con una puntualità che, in tempi di propaganda infrastrutturale, diventa essa stessa un messaggio politico nel senso più alto del termine: quello della tutela delle regole.

Fivedabliu.it

Redazione del quotidiano digitale di libera informazione, cronaca e notizie in diretta

Share via
Copy link