Calenda a Genova: “Lavoreremo sulle proposte senza pregiudizi. Meglio Bucci di Toti”

Salvini? Un Ministro in mutande al Papeete, esempio della decadenza della politica italiana

“Tutte le funzioni principali dello Stato stabilite dalla Costituzione,quindi sanità salari scuola e aggiungerei sicurezza,  sono andate a erodersi nel tempo. La politica di destra e sinistra è fondata su dichiarazione su provvedimenti spot. L’agenda Meloni è dettata dalla cronaca, se c’è un rave si costruisce un reato per i rave. È tutto un rumore. Pensiamo che si possa superare questa situazione con un partito di ispirazione repubblicana, che si ispira alla prima parte della Costituzione. I tre pilastri sono saliti, scuola e sanità.

Nessun veto ideologico

Calenda ha più volte sottolineato che Azione non si farà imbrigliare da veti ideologici e quindi “se c’è da lavorare con la sinistra sul salario minimo, e io penso che si debba fare perché uno non può essere pagato 4 € l’ora per lavorare perché non è lavoro è sfruttamento, lo faremo e dall’altro lato se la destra propone la l’abolizione dell’abuso autrice con un reato che oggi genera il 97% di assoluzione paralizzando tutte le amministrazioni locali, io voto quel provvedimento perché noi non abbiamo alcun interesse a giudicare i provvedimenti da chi ti fa ma sono nel merito se fanno bene o non fanno bene al Paese”.

Contro il piccolo mondo antico dei Vannacci e contro gli iper progressisti

E ancora: “Arriveranno altri gruppi, arriveranno persone coraggiose che si sono stancate degli appelli moraleggianti di sinistra e degli appelli moraleggianti di destra. Sono estremamente preoccupato che questo Paese possa dividersi tra i sostenitori del piccolo mondo antico che  ha contenuti profondamente discriminatori sull’esempio di quanto scritto dal generale Vannucci e gli iper progressisti che sostengono che bisogna mettere l’asterisco sennò le persone si offendono. Se questa è la battaglia la sinistra perderà e noi faremo un passo nell’ambito dei diritti. È importante anche su questo capire che le transizioni vanno governate e non si può pensare di imporre per legge il fatto che non esista il maschio o la femmina perché ci sono persone che non si sentono né maschio né femmine, che vanno rispettate fino alla fine in tutti i modi, ma che non possono imporre al resto della società di cambiare qualcosa.

Salvini? L’esempio della decadenza politica dell’Italia

Dall’altro lato, appena inizia la campagna elettorale cosa iniziano a fare? Ad attaccare  Gentiloni  che è una persona seria, una persona istituzionale, una persona che sta facendo il suo lavoro.  Lo attacca Salvini cioè uno che quando era ministro girava in mutande al Papeete con l’inno nazionale e il mojito,  esempio della decadenza politica dell’Italia.

Meglio Bucci di Toti

Calenda è più ben disposto nei confronti di Bucci, più concreto, rispetto a “Toti che ho incontrato Toti 28 volte nella scorsa legislatura. Quando non ci sono le elezioni si inventa 97 partiti di centro, 7 minuti prima delle elezioni va con la destra e dice oh io mi sono inventato 97 centri mi date quattro parlamentari?

“Bucci è una questione di perché io con Bucci ho lavorato sull ‘Ilva e Bucci ed è stato una persona seria. Perché non lo abbiamo appoggiato? Perchè aveva una compagine di governo molto di destra.

I consiglieri di Genova Domani escono da Azione

Usciti da Azione in mattinata i consiglieri di Genova Domani, dopo un colloquio con Calenda,  che in una nota diffusa nel primo pomeriggio, firmato da Lorenzo Pasi, Federico Barbieri, Marco Santachiara, Andrea Lemmi,  hanno sottolineato di non poter “che prendere atto del cambiamento della linea politica di Azione, il partito nel quale ci siamo riconosciuti fino ad oggi. L’opposizione all’attuale amministrazione comunale, che non condividiamo, è incompatibile con il nostro ruolo di amministratori locali eletti nella lista civica Genova Domani a sostegno di Marco Bucci sindaco.

Rassegniamo quindi le nostre dimissioni dal partito. Restiamo coerenti al mandato elettorale per rispetto dei cittadini genovesi ed in particolare dei diecimila che hanno espresso la loro fiducia alla lista che rappresentiamo. Ci siamo sentiti messi alla porta da quella che consideravamo casa nostra, restiamo convinti di non essere stati noi ad aver sbagliato indirizzo. Il nostro impegno con Genova Domani continua e si rinnova anche in vista delle importanti sfide che attendono Genova e la Liguria.”

Pippo Rossetti

“Mai mi sarei immaginato di essere qua e con un po’ di emozione ringrazio Carlo ringrazio Roberto Richetti e tutto lo staff di azione che ci ha accolto. Siamo in azione con un’idea chiarissima, non vogliamo il metodo che abbiamo vissuto sofferto e subito dentro al PD.  Siamo usciti in 30 ma entriamo uno ad uno perché  non vogliamo avere la corrente dei rossettiani, noi non vogliamo ex Pd dentro Azione. Noi vogliamo costruire una comunità che lavora insieme.

Un po’ di emozione nella voce di Pippo Rossetti, stamattina nella conferenza stampa di presentazione. Nelle parole del consigliere regionale traspariva il rammarico di non essere riuscito a scalfire il muro di gomme delle correnti interne al PD che stanno indebolendo la struttura della grande partito di centro sinistra che con l’arrivo di Elly Schlein, secondo Rossetti, si sarebbe avvicinato troppo alle posizioni populiste del Movimento 5 Stelle. Una rottura dovuta anche, con molta probabilità, all’impossibilità di ambire a un ruolo più apicale dell’attuale proprio per la (presunta) virata a sinistra del partito. Rammarico e un po’ di rabbia nella voce di Rossetti che ha di fronte la sfida di organizzare la struttura di azione in Liguria.

Cristina Lodi

“Io non ho rinnegato niente io ho ritrovato me stessa”. Un passaggio che racchiude lo stato di frustrazione vissuto all’interno del PD negli ultimi anni. Perchè in effetti, Cristina Lodi non ha avuto vita facile. Ma pur nella tensione generata da una decisione così importante la Lodi non ha risparmiato una dura critica a Ella Schlein: ” Mi sarei aspettata maggiore rispetto. lei nel 2015 ha scritto una lettera di dimissione dal Partito Democratico uguale alla mia ma cambiava solo il primo pezzo” Le dimissioni della Schlein scaturirono dalla differenza di idee con l’allora dirigenza. Tuttavia rimase al suo posto  in coerenza con i propri valori con i propri diritti avrebbe lottato per lei avrebbe fatto quello che aveva promesso.  “Io mi sono molto offesa di quello che ha detto la Schlein perché le ricordo che la stessa lettera io praticamente l’ho scritta cambiando le motivazioni.  Nel 2015 rispettai quella decisione e non troverete nessun attacco fatto da me alla Schlein.

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