A seguito degli attacchi Houthi nel Mar Rosso, i costi di trasporto di un container da Shanghai a Genova sono quadruplicati in soli sei settimane (+350%)
Attualmente, la crisi ha un impatto più circoscritto, concentrato principalmente nella regione, piuttosto che a livello globale: nello stesso arco temporale, i costi di trasporto da Shanghai a Los Angeles sono aumentati “solo” del 95%.
A metà gennaio, il traffico di navi portacontainer, petroliere e metaniere attraverso lo stretto di Bab el-Mandeb si era ridotto di quasi la metà (-46%), influenzando anche il traffico dal canale di Suez più a nord (-35%). In questo momento, l’Egitto rischia di subire una diminuzione del PIL dello 0,8% a causa degli impatti diretti della crisi.
I primi segnali della crisi a fine 2023
I primi segnali della crisi si stanno manifestando anche nei principali porti italiani, che hanno registrato una riduzione dei traffici commerciali superiore al 20% dalla fine di dicembre. Negli ultimi tempi, i sintomi della crisi sembrano attenuarsi, ma è ancora troppo presto per determinare se si tratti di un fenomeno temporaneo o se ci saranno conseguenze a lungo termine.
Anche il flusso di gas naturale liquefatto (GNL) dal Qatar attraverso il canale di Suez è diminuito drasticamente, e a gennaio ( stime ISPI) le consegne di gas qatarino in Italia potrebbero ridursi del 70% rispetto alla media del 2023. Nonostante il Qatar rappresenti circa il 10% del gas consumato in Italia, al momento non ci sono rischi imminenti grazie agli elevati livelli di stoccaggio.
Inflazione
Gli effetti di questa crisi sull’inflazione potrebbero essere significativi, soprattutto per l’Europa, ma non è escluso che l’aumento generale dei prezzi in Europa possa toccare il+1,8% entro 12 mesi, con un aumento dell’inflazione “core”, cioè quella che che esclude le componenti più volatili, come i generi alimentari e i costi dell’energia, dello +0,7%.
Da metà dicembre 2023 crollo dei traffici
Il dato più evidente della crisi relativamente al traffico di navi portacontainer e petroliere/metaniere attraverso lo stretto di Bab el-Mandeb è il crollo dalla seconda metà di dicembre del -50% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Parallelamente, il traffico simile attraverso il canale di Suez è diminuito del 35%, un calo leggermente inferiore perché alcune navi che attraversano il canale si dirigono verso i porti sul Mar Rosso, come quello saudita di Jeddah. Questa diminuzione del traffico attraverso il canale di Suez si riflette anche in una riduzione simmetrica del traffico nei porti italiani.
Il commissario dell’Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Occidentale, Paolo Piacenza, ha sottolineato che la situazione nel Mar Rosso richiede una riflessione approfondita sull’importanza politica, geopolitica ed economica del sistema portuale. Il 40% dei container nel porto di Genova transita attraverso il canale di Suez, così come il 22% delle merci movimentate. La possibilità che situazioni come questa mettano in crisi il sistema portuale più importante per il Nord Italia, che è un punto di riferimento per l’80% delle aziende, merita sicuramente attenzione.
Le scorte di gas
Al momento, gli stoccaggi di gas in Italia sono al 73%, superando la media del 2015-2019 (65%). Questo assicura un approvvigionamento adeguato anche in caso di interruzione totale delle forniture dal Qatar. Gli operatori di mercato europei non sembrano credere che una simile eventualità si verifichi: nel corso dell’ultimo mese, il prezzo del gas al TTF di Amsterdam è continuato a diminuire.
Va tenuto presente che l’entità e la durata dell’aumento dipendono dalla durata della crisi: se i costi di trasporto diminuiscono rapidamente, i prezzi potrebbero tornare alla normalità entro un anno. Tuttavia, se la crisi persiste, i prezzi potrebbero rimanere alti per un periodo molto più lungo.
La crisi del Mar Rosso in agenda nel bilaterale Italia – Giappone
Nell’ambito della presidenza italiana del G7, la premier Giorgia Meloni si appresta a visitare Tokyo per una serie di incontri chiave, con particolare enfasi su tre temi cruciali: pace e stabilità nell’Indo-Pacifico, intelligenza artificiale e rafforzamento dei rapporti con le nazioni in via di sviluppo ed economie emergenti. La visita ufficiale, programmata da domenica a martedì, culminerà con un incontro bilaterale tra Meloni e il primo ministro giapponese Fumio Kishida, fissato per lunedì alle 10:30 ora italiana.
L’incontro è visto come un momento di passaggio di consegne tra la presidenza italiana e quella precedente del Giappone nel G7, con l’obiettivo di garantire continuità e approfondire la cooperazione su questioni di interesse comune. Le relazioni diplomatiche tra Italia e Giappone sono state elevate al rango di partenariato strategico poco più di un anno fa, evidenziando l’importanza crescente del Giappone per Roma, che ha riorientato la sua attenzione dalla Via della Seta verso una strategia che comprende l’Indo-Pacifico fino al Mediterraneo.
Il G7 guidato dal Giappone ha contribuito a spostare l’attenzione verso l’Indo-Pacifico, con particolare attenzione alla sicurezza economica e al contrasto alla coercizione economica. La stabilità dell’Indo-Pacifico è quindi una priorità condivisa, e durante l’incontro Meloni sottolineerà il ruolo cruciale del Giappone, soprattutto considerando le crescenti preoccupazioni riguardo alle tensioni intorno a Taiwan.
La cooperazione in materia di difesa e sicurezza è un altro aspetto su cui si lavora in sintonia. Roma evidenzia i progressi nell’ambito del Global Combat Air Programme (Gcap), un programma per lo sviluppo di caccia di sesta generazione che vede Italia, Giappone e Regno Unito come partner. Inoltre, la portaerei italiana Cavour potrebbe partecipare alla Rim of the Pacific, la più grande esercitazione navale al mondo, prevista per l’estate intorno alle isole Hawaii.
Durante la cena di lavoro, Meloni e Kishida affronteranno una serie di crisi geopolitiche, tra cui la situazione a Gaza, nel Mar Rosso, in Afghanistan e in Ucraina. In particolare, verrà dato spazio all’argomento dell’intelligenza artificiale, con l’obiettivo di promuovere principi etici e un codice di condotta per le imprese che sviluppano questa tecnologia.
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