Carceri al collasso: a Terni feriti due agenti durante una rissa

Notte di violenza al carcere del Sabbione a Terni: il Sappe denuncia episodi critici e ribadisce la necessità di riforme nel sistema penitenziario italiano

La notte scorsa, il carcere del Sabbione a Terni è stato teatro di episodi di violenza tra detenuti, culminati in ferite per un recluso e alcuni agenti di polizia penitenziaria. La situazione è stata denunciata dal Sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe), attraverso il segretario nazionale per l’Umbria, Fabrizio Bonino.

Verso le 3.30 di questa notte, due detenuti nordafricani, collocati in un’area di media sicurezza, sono stati coinvolti in una rissa nella loro cella. La lite si è intensificata, e uno dei detenuti è stato colpito ripetutamente con la gamba di un tavolo, riportando gravi lesioni. Grazie all’intervento tempestivo dei pochi poliziotti presenti, inclusi quelli richiamati in servizio dal sonno, è stato possibile salvare il detenuto ferito, il quale si trovava privo di sensi a terra.

Bonino ha elogiato l’eroismo e la professionalità degli agenti penitenziari, i quali sono riusciti a evitare conseguenze più gravi. Il detenuto aggressore ha tentato di incendiare la cella e ha attaccato violentemente gli agenti con l’intento di gettare olio bollente contro di loro.

Il Sappe denuncia da tempo la situazione critica nelle carceri umbre, sottolineando la correlazione tra l’aumento degli eventi violenti e la presenza di detenuti stranieri. Donato Capece, segretario generale del Sappe, ha richiamato l’attenzione sul recente impegno assunto dai ministri della Giustizia italiano e quello albanese per firmare un accordo rivoluzionario che consentirebbe il trasferimento dei detenuti albanesi ristretti in Italia nei penitenziari del loro paese d’origine.

Tuttavia, Capece ha evidenziato il fallimento delle espulsioni di detenuti stranieri, evidenziando che nel 2022 sono state solo 848, a fronte di circa 20.000 detenuti stranieri su 60.000 totali in Italia. Ha sottolineato la necessità di riforme e ha auspicato che accordi simili vengano stipulati con altri paesi, come Marocco, Romania, Nigeria e Tunisia, per affrontare in modo efficace la presenza dei loro connazionali nelle carceri italiane. La situazione sottolinea l’urgenza di riforme nel sistema penitenziario italiano per garantire la sicurezza e la gestione adeguata degli eventi critici.

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