Violenza e maltrattamenti al Cpr di Palazzo San Gervasio, a Potenza. La copia del caso Milano

Il Procuratore Curcio: migranti trattati come scimmie

La parolina magica è “Rivotril”, un farmaco conosciuto da chi soffre di epilessia. Ma potrebbe essere anche Seroquel o Tavor. Tutto poteva andare bene per tenere sedate le persone ristrette nel Centro di permanenza per i rimpatri di Palazzo San Gervasio, in provincia di Potenza. Un abuso di psicofarmaci che ha portato all’emissione di quattro misure cautelari nei confronti di un poliziotto, un medico e esponenti dell’ente gestore. Le accuse sono: violenza privata pluriaggravata, falso ideologico, calunnia, truffa aggravata ai danni dello Stato e frode in pubbliche forniture.

Dalle indagini è emerso che nel 2018 sarebbero state somministrate 1315 confezioni di Rivotril, mentre altre 920 scatole avrebbero coperto i primi otto mesi del 2019. Un consumo  “anomalo” che il procuratore di Potenza, Francesco Curcio,  ha definito lesivo della dignità umana: “Quelli che creavano problemi venivano trattati come scimmie” ha sottolineato.

In un episodio raccolto dagli inquirenti, un migrante sarebbe stato immobilizzato con delle fascette e costretto a ingerire antipsicotici e tranquillanti.

Tutti gli elementi raccolti hanno portato il Gip, Antonello Amodeo,  a disporre gli arresti domiciliari per l’ispettore di polizia Rosario Olivieri (il pm aveva chiesto il carcere con l’accusa di tortura) e l’allontanamento per un anno del medico di base, Donato Nozza, accusato di maltrattamenti, falso ideologico e violenza privata pluriaggravata.

Un secondo filone d’indagine riguarda invece l’assistenza legale, libera e gratuita, cui avrebbero diritto i migranti. In questo caso, secondo le accuse, i gestori del centro avrebbero operato in modo da indirizzare i migranti verso studi legali “scelti”, che hanno ottenuto il 70% delle nomine, per un totale di 700 mila euro di rimborsi.

Storie simili a quelle riscontrate dai magistrati nel Cpr di Milano, soprattutto per quanto riguarda i gestori, che sono gli stessi: Alessandro Forlenza e Paola Cianciulli con la società Engel Italia srl, poi confluita in Martinina srl. Vecchie conoscenze per chi si occupa di detenzione amministrativa.

Enegel Italia SArl, con sede a Salerno, nasce nel 2012. Si occupa inizialmente di attività alberghiera, prima di buttarsi nel business dei centri di accoglienza.
La prima inchiesta che la vede protagonista è del 2016 e porta al rinvio a giudizio di Alessandro Forlenza, considerato amministratore di fatto della società, pur non ricoprendo più cariche ufficiali dal 2014. Nonostante questo e difficoltà economiche che vedremo, nel 2021 Engel ottiene la nomina per il Cpr di Milano (oggi commissariato) e nel 2022 quello di Palazzo San Gervasio (poi perso a giugno del 2023).

Nell’aprile del 2022 la società vende il ramo d’azienda a Martinina Srl, di Paola Cianciulli, moglie di Forlenza, mentre la Engel, oberata da due milioni di debiti, chiede l’ammissione al concordato preventivo presso il tribunale di Salerno.

Ancora una volta le vicende, in questo caso amministrative, non costituiscono un ostacolo e nell’ottobre del 2022 la Martinina subentra a Engel nella gestione del centro milanese. Fino all’intervento dei magistrati. Da visura camerale risulta che Martinina gestisce ancora il Centro di accoglienza temporanea per minori stranieri non accompagnati di via Granchio 33 a Taranto.

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