Ciclisti morti sulle strade: è come se ogni anno scomparisse il Giro d’Italia

Lo dicono i dati dell’Osservatorio Asaps-Sapidata. Con 34 vittime, luglio 2023 è il mese più tragico

Sono stati 197 i ciclisti morti sulle strade italiane nel 2023, secondo l’Osservatorio Asaps-Sapidata: “È come se scomparisse il Giro d’Italia ogni anno”, commenta Giordano Biserni, presidente dell’Associazione sostenitori della Polizia stradale.
Luglio è stato il mese più tragico, con 34 vittime, mentre le regioni più colpite sono state Lombardia (39 decessi), Emilia-Romagna (29) e Veneto (22).
Il dato di 197 decessi quale stima preliminare 2023 si avvicina molto a quello definitivo 2022, calcolato da Istat con 205 morti, e il rischio è quello di superare i numeri dell’anno precedente: i dati sono parziali, perché non tengono conto dei feriti gravi che poi non ce la faranno in ospedale.
Le vittime sono state 175 uomini e 22 donne, 75 avevano più di 65 anni, 18 i casi di pirateria accertati, con la fuga dell’autore dell’investimento.
Coinvolte anche una dozzina di bici elettriche, mezzi sempre più presenti sulle strade. Inoltre molti incidenti sono avvenuti nelle ore notturne e su strade extraurbane, con poca visibilità.

“I quasi duecento ciclisti morti nel 2023 sulle strade italiane – commenta Biserni – sono lo specchio di una insicurezza che è presente soprattutto nelle città, dove un sempre maggior numero di piste ciclabili costruite dalle amministrazioni comunali a tutela degli utenti si scontra con la distrazione e l’alta velocità da parte di molti automobilisti. Questo veicolo va assolutamente tutelato di più nelle piccole e nelle grandi città, sempre più congestionate, ma è necessario aumentare la sicurezza con un numero maggiore di divise e di controlli. Occorre poi che il disegno di legge ora in Commissione Trasporti alla Camera dei Deputati venga approvato con urgenza: temiamo che i lavori parlamentari necessitino di molti mesi, come accaduto con la legge sull’omicidio stradale, e invece ci sono alcune norme sulla ciclabilità che se approvate potrebbero garantire da subito quella sicurezza sempre più richiesta dai ciclisti”.

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