Proteste a Tel Aviv dopo che l’esercito ammette di aver ucciso per errore tre ostaggi

Israele ha vissuto un sabato di lutto per la morte di tre ostaggi di Gaza, uccisi perchè scambiati per nemici.

L’incidente ha generato proteste a Tel Aviv. Secondo l’Agenzia France-Presse, Yotam Haim, Alon Shamriz e Samer El-Talalqa, tutti ventenni, sono stati colpiti durante operazioni in un quartiere di Gaza City. Questi fanno parte delle circa 240 persone prese in ostaggio durante le incursioni di Hamas del 7 ottobre in Israele, che hanno causato la morte di circa 1.200 persone.

Il portavoce delle Forze di Difesa Israeliane, Daniel Hagari, ha dichiarato che durante il combattimento a Shejaiya, le IDF hanno erroneamente identificato tre ostaggi israeliani come minaccia, sparando verso di loro e causandone la morte. Le IDF esprimono profondo cordoglio per questa tragedia e si uniscono al dolore delle famiglie.

“Un errore tragico”

I corpi di Haim, Shamriz ed El-Talalqa sono stati trasferiti in Israele, e su esame è stato confermato che si trattava di un batterista heavy metal di 28 anni, di un uomo beduino di 25 anni e di un giovane di 26 anni. Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha descritto le loro morti come una “tragedia insopportabile”, mentre la Casa Bianca le ha definite un “errore tragico”.

In risposta alla notizia, centinaia di persone si sono radunate presso il ministero della difesa di Israele a Tel Aviv, chiedendo al governo di Netanyahu di assicurare il rilascio di oltre 130 ostaggi ancora detenuti da Hamas. I manifestanti, brandendo bandiere israeliane e cartelli con scritte come “Ogni giorno muore un ostaggio”, hanno espresso la loro preoccupazione e la necessità di un accordo immediato.

Il cordoglio di Benjamin Netanyahu

Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha espresso il suo cordoglio per i tre ostaggi uccisi per errore dalle forze israeliane, dichiarando su X (precedentemente Twitter): “Insieme all’intero popolo di Israele, inchino la testa in profondo dolore e piango la caduta di tre dei nostri cari figli che sono stati rapiti.”

Prolungato black-out delle comunicazioni a Gaza

Nella Striscia di Gaza, già assediata, si è aggiunta ulteriore miseria sabato a causa di un prolungato black-out delle comunicazioni, interrompendo le connessioni telefoniche e internet. Secondo NetBlocks.org, il black-out ha iniziato giovedì sera e persiste ancora sabato mattina, rappresentando l’incidente di questo tipo più lungo nell’ambito della guerra di oltre due mesi tra Israele e Hamas.

Il dipartimento degli affari umanitari delle Nazioni Unite ha segnalato gravi interruzioni nelle comunicazioni con Gaza, attribuendole a danni alle linee di telecomunicazione nel sud.

Esecuzione di un agente del Mossad in Iran

Ulteriori sviluppi provengono dall’Iran, dove l’agenzia di stampa ufficiale Irna ha riportato l’esecuzione di un agente del servizio di intelligence Mossad di Israele. L’agente è stato accusato di comunicare con servizi stranieri, in particolare il Mossad, raccogliendo informazioni classificate e fornendo documenti a tali servizi, inclusi quelli del Mossad. Irna ha sottolineato che l’accusato ha consegnato informazioni classificate a un ufficiale del Mossad con l’intento di fare propaganda per gruppi contrari alla Repubblica Islamica.

L’esecuzione è avvenuta in un carcere di Zahedan nella provincia del Sistan-Baluchestan nel sud-est, un giorno dopo che militanti baluchi hanno attaccato una stazione di polizia nella stessa provincia, uccidendo 11 personale di sicurezza e ferendone altri. La situazione contribuisce a un clima di tensione già elevato nella regione.

Attacchi aerei israeliani a Gaza e la morte di Samer Abu Daqqa

Infine, segnaliamo gli attacchi aerei israeliani che hanno causato decine di vittime a Gaza, secondo quanto riportato dai media palestinesi. Gli Stati Uniti hanno esortato Israele a ridimensionare la sua campagna militare e a concentrarsi più strettamente sui leader di Hamas. Tuttavia, gli attacchi indiscriminati hanno causato preoccupazioni umanitarie, con avvertimenti sul rischio che Israele perda il sostegno internazionale.

La morte di un giornalista di Al Jazeera, Samer Abu Daqqa, in un attacco israeliano su una scuola a Gaza, ha sollevato richieste di indagini indipendenti. Il cameraman è stato ucciso, mentre il corrispondente Wael al-Dahdouh è rimasto ferito. Al Jazeera ha accusato Israele di mirare sistematicamente ai giornalisti e alle loro famiglie.

Questi eventi recenti evidenziano la complessità e la gravità della situazione nella regione, con conseguenze umanitarie drammatiche e crescenti tensioni diplomatiche.

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