La Turchia in Africa: diplomazia, affari, sicurezza e cooperazione

L’impegno della Turchia in Africa ha conosciuto una significativa evoluzione dal 2005, quando il Partito Giustizia e Sviluppo (AKP) guidato da Recep Tayyip Erdogan ha proclamato l’Anno dell’Africa.

Da allora, il Paese ha cercato di consolidare le relazioni diplomatiche ed economiche attraverso un approccio multifattoriale che coinvolge agenzie statali, organizzazioni della società civile e l’apertura di ambasciate e uffici consolari. Questo articolo esplorerà gli sviluppi chiave del coinvolgimento turco in Africa, focalizzandosi su diplomazia, interessi economici, sicurezza e cooperazione.

L’iniziativa turca del 2005 e la Road-map verso l’Africa

L’Anno dell’Africa proclamato nel 2005 ha segnato l’inizio di uno sforzo sistematico da parte della Turchia per aumentare la sua presenza sul continente. L’implementazione del “Africa Action Plan” risalente al 1998 è stata fondamentale. La Turchia ha adottato una road-map che ha coordinato azioni tra agenzie statali e organizzazioni della società civile, portando rapidamente all’apertura di numerose ambasciate e uffici consolari in Africa.

Dalla politica e economia tradizionale all’Ankara Consensus

Nei primi anni (2005-2011), la Turchia è emersa come alternativa politica ed economica ai Paesi occidentali ex coloniali, sfruttando l’assenza di esperienze coloniali e presentando il proprio modello di crescita, l’Ankara consensus. Questo modello, caratteristico della seconda fase della politica turca (2011-2017), fonde elementi del liberalismo occidentale con il capitalismo autoritario cinese, offrendo investimenti e aiuti senza condizioni.

La politica estera turca verso l’Africa ha subito cambiamenti significativi dopo il 2017, con un’attenzione crescente per la sicurezza. L’apertura del campo di addestramento militare a Mogadiscio e la gestione della crisi pandemica del Covid-19 hanno segnato nuovi sviluppi. Dal 2021, la Turchia ha rivitalizzato l’agenda africana, concentrando gli sforzi nel settore della difesa. Gli investimenti degli ultimi quindici anni nell’aerospazio e nella difesa sono ora centrali per incrementare la bilancia commerciale con l’Africa.

I droni turchi

La Turchia ha posto particolare enfasi nel settore della difesa, in particolare con i droni di produzione turca. Questi, dimostratisi efficaci in vari contesti, stanno guadagnando terreno nel mercato africano, anche grazie al loro rapporto qualità-prezzo. La Turchia offre non solo droni, ma una gamma diversificata di prodotti, tra cui armi leggere, equipaggiamento navale, elicotteri, mezzi blindati e nuove tecnologie.

Ma Erdogan non si limita alla vendita di hardware militare; ha consolidato relazioni nel settore della sicurezza attraverso la formazione di forze speciali impegnate in operazioni antiterrorismo e di contro-insorgenza. Questa esperienza, sviluppata in risposta al terrorismo curdo, è stata estesa ad altri paesi africani, sottolineando il desiderio della Turchia di emergere come un valido partner nella sicurezza.

Opacità e dubbi nel coinvolgimento turco

Nonostante i successi, il coinvolgimento turco in Africa solleva alcune preoccupazioni. Gli interventi umanitari e di cooperazione spesso mancano di coordinamento con altre organizzazioni internazionali, mentre l’interesse crescente per la sicurezza può sollevare dubbi sull’utilizzo degli strumenti militari turchi da parte degli stati africani.

Secondo il Ministro del Commercio Ömer Bolat la strategia per lo sviluppo delle relazioni commerciali ed economiche con i paesi africani, lanciata nel 2023, ha contribuito al significativo aumento degli scambi salito da 5,4 miliardi di dollari a 40,7 miliardi di dollari entro la fine del 2022, un incremento notevole negli ultimi due decenni. Bolat ha dichiarato che il volume commerciale con l’Africa è cresciuto di 7,5 volte, mentre con la regione subsahariana è addirittura aumentato di oltre 11 volte.

Dati chiave

Secondo i dati più recenti del Ministero del Commercio, le esportazioni della Turchia verso l’Africa hanno superato i 15 miliardi di dollari nei primi nove mesi dell’anno, rappresentando l’8% del totale delle entrate da esportazione del paese. Le importazioni della Turchia dai paesi africani hanno raggiunto i 7,6 miliardi di dollari nello stesso periodo. Inoltre, gli investimenti della Turchia in Africa hanno toccato i 10 miliardi di dollari, con 1.864 progetti completati dalle imprese turche per un valore complessivo di 85,4 miliardi di dollari.

Il Ministro Bolat ha sottolineato l’impegno della Turchia nel rafforzare i legami con l’Africa, aumentando il numero di ambasciate da 12 a 44 nei paesi africani nel 2022. Turkish Airlines contribuisce a facilitare gli scambi bilaterali con voli verso 62 destinazioni in Africa, facilitando l’accesso delle nazioni africane ad altri paesi.

Il Forum commerciale ed economico Turchia-Africa, tenutosi a Istanbul dal 12 al 13 ottobre, ha attratto oltre 3.000 partecipanti. Bolat ha evidenziato che questa partecipazione riflette l’importanza che i paesi africani attribuiscono alla partnership e al potenziamento delle relazioni economiche con la Turchia. Colloqui ministeriali hanno approfondito lo sviluppo in settori chiave come l’agricoltura, la manifattura, l’infrastruttura, i trasporti e il turismo.

La Turchia non si limita agli aspetti economici: ha ampliato il numero delle sue ambasciate da 12 a 44, rafforzando ulteriormente i legami diplomatici. Turkish Airlines facilita gli scambi bilaterali con voli verso 62 destinazioni in Africa. L’approccio di Ankara si può definire multidimensionale, e gli investimenti di Ankara hanno contribuito allo sviluppo economico creando centinaia di posti di lavoro, nell’intento di creare con i paesi amici in Africa una partnership strategica che garantisca alla Turchia  un ruolo determinante nella ridefinizione degli equilibri geopolitici globali.

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