Narcotraffico: smantellato centro di riciclaggio gestito da cinesi, 33 in manette

Nelle prime ore del mattino di oggi un’ampia operazione di polizia, condotta dalla Guardia di Finanza di Roma  ha portato all’arresto di 33 persone e al sequestro di ingenti somme di denaro, droga e armi. L’operazione ha coinvolto diverse province italiane, tra cui Roma, L’Aquila, Reggio Calabria, Napoli, Perugia, Ancona e Campobasso

Roma – Le accuse mosse contro gli arrestati riguardano una serie di reati gravi, tra cui associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, riciclaggio, estorsione, autoriciclaggio e detenzione abusiva di armi. Questa operazione segna l’epilogo di un’indagine complessa e approfondita condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma e dal Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata (G.I.C.O.) del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Roma, con il supporto del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (S.C.I.C.O.) della Guardia di Finanza e della Direzione Centrale Servizi Antidroga (D.C.S.A.).

Riciclare denaro per mandarlo in Cina

Le indagini hanno rivelato l’esistenza di un’organizzazione criminale composta principalmente da individui di nazionalità cinese residenti a Roma. Questa organizzazione aveva sviluppato un sistema sofisticato per riciclare denaro proveniente da attività illegali, principalmente legate al traffico internazionale di droghe stupefacenti. La “lavanderia” del denaro avveniva attraverso attività commerciali apparentemente legittime, gestite da due comunità familiari cinesi nel quartiere Esquilino della capitale italiana.

Esercizi commerciali, solo formalmente legittimi, erano in realtà dei centri di raccolta del denaro sporco

Questi esercizi commerciali, solo formalmente legittimi, erano in realtà dei centri di raccolta del denaro sporco, destinato a essere trasferito all’estero, principalmente in Cina, in modo anonimo e non tracciabile. Questo metodo di intermediazione finanziaria illegale era basato sulla sicurezza, puntualità e discrezione, garantite dalle competenze dei soggetti cinesi coinvolti. Era noto come il “metodo Fei Ch’ien,” che tradotto significa “denaro volante.” In pratica, il denaro depositato non lasciava fisicamente l’Italia ma veniva trasferito solo virtualmente all’estero, consentendo agli organizzatori di evitare la sorveglianza delle autorità.

Il denaro veniva raccolto in contanti in attività commerciali cinesi e associato a un codice concordato tra le parti. Durante la fase pre-pandemica, il denaro veniva trasferito all’estero principalmente attraverso corrieri. Successivamente, durante la pandemia da COVID-19, il sistema di trasferimento si basava su documenti fiscali falsi o triangolazioni tra operatori cinesi in diverse regioni e stati, o tramite il broker “Fei Ch’ien.”

Transazioni finanziarie illegali per oltre 50 milioni di euro

Le forze dell’ordine hanno sequestrato circa 10 milioni di euro (di cui 8 milioni di euro presso lo scalo aeroportuale “Leonardo da Vinci” di Fiumicino), nei confronti dei “money mule” incaricati di trasferire fisicamente il denaro fuori dal territorio unionale. Inoltre sono stati accertati conferimenti di denaro di provenienza illecita in favore della compagine cinese di stanza a Roma per oltre 4 milioni di euro. Nel complesso, sono state tracciate movimentazioni finanziarie per oltre 50 milioni di euro, dirette dal territorio nazionale verso la Repubblica Popolare Cinese.

Per quanto, invece, concerne i conferitori del denaro contante da riciclare, le indagini si sono incentrate su due distinte associazioni criminali dedite al narcotraffico delle quali, in particolare, una si serviva di chat criptate per sfuggire ai tentativi di intercettazione e il cui contenuto è stato acquisito anche grazie alla collaborazione tra la D.D.A. di Roma ed Eurojust. L’efficacia delle indagini consentiva, in occasione dei numerosi interventi repressivi effettuati, di riscontrare direttamente le notevoli potenzialità delle organizzazioni investigate,

Le autorità hanno anche scoperto due diverse associazioni criminali legate al narcotraffico, una delle quali usava chat criptate per comunicare al fine di sfuggire all’intercettazione delle autorità. Sono stati sequestrati oltre 110 kg di droga e ricostruiti traffici illegali per oltre 545 kg di stupefacenti, con un giro d’affari di circa 20 milioni di euro tra Spagna e Italia. Nell’ambito dell’altra organizzazione criminale, sono stati sequestrati oltre 157 kg di droga e armi, trasportati con successo grazie a sofisticati nascondigli nelle autovetture dei corrieri.

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