Depositi chimici, ecco il documento ufficiale che dice che la VIA è di competenza del Ministero dell’Ambiente

Superba Srl ha 60 giorni di tempo per fare ricorso al TAR

Genova – In un mondo sempre più attento all’impatto ambientale delle attività umane, le normative e i procedimenti per valutare gli effetti delle attività industriali sull’ambiente sono diventati fondamentali. In questo contesto, il Decreto Legislativo 152/2006, più noto come “Norme in materia ambientale”, ha stabilito importanti linee guida per la tutela dell’ambiente, compresi i processi di valutazione ambientale strategica (VAS), valutazione di impatto ambientale (VIA) e autorizzazioni ambientali integrate (IPPC).

Tuttavia, l’applicazione di tali procedure non è sempre diretta e lineare, specialmente quando si tratta di competenze che si fatica a capire se siano di livello nazionale o regionale o concorrenti. Secondo alla lettera della norma che ha modificato il Titolo V della Costituzione, infatti, parte della dottrina considera l’ambiente come materia unitaria, e come tale, di competenza esclusiva dello Stato. La Giurisprudenza costituzionale, invece, continua a ricondurre l’ambiente alla competenza concorrente delle Regioni.
È qui, dunque, che entra in gioco la Legge Regionale 29/2017, che si occupa di adeguare la normativa regionale alle disposizioni nazionali riguardanti la valutazione di impatto ambientale.

Un caso concreto che mette in luce questa complessità riguarda proprio Superba Srl e il suo “Progetto di Delocalizzazione del Deposito Superba S.r.l. di Genova presso Ponte Somalia“. La richiesta di attivare la verifica di assoggettabilità alla VIA per il dislocamento è stata presentata dalla società stessa. L’autorità competente ha iniziato il processo di verifica, ma durante questo processo sono state sollevate questioni riguardanti la competenza.

In particolare, è stato sollevato il quesito se il procedimento di valutazione ambientale dovesse essere gestito a livello nazionale o regionale. La risposta è arrivata il 3 agosto scorso dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), che ha affermato che il progetto rientra nelle competenze statali, dato che si tratta di un intervento previsto nell’Allegato II del Decreto Legislativo 152/06, riguardante la difesa del mare e i terminali per il carico e lo scarico di idrocarburi e sostanze pericolose.

Questa determinazione ha portato alla chiusura dell’istanza di valutazione ambientale da parte dell’autorità regionale che oggi ha pubblicato il documento ufficiale di archiviazione del procedimento.

L’istanza riguardante il progetto di delocalizzazione è stata ritenuta di competenza nazionale e non regionale. In altre parole, la valutazione della compatibilità ambientale del progetto è stata attribuita alle autorità statali, rafforzando il principio che alcune attività con impatti potenzialmente significativi sull’ambiente necessitano di un controllo e di una gestione a livello nazionale.

Infine, è importante notare che i soggetti interessati hanno la possibilità di opporsi a questa decisione presentando ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale della Liguria entro 60 giorni dalla notifica, comunicazione o pubblicazione della decisione, oppure un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica entro 120 giorni dalla stessa notifica, comunicazione o pubblicazione.

Altro problema riguarda il dislocamento di Carmagnani: siamo sicuri che il Ministero si accontenterà della garanzia di Superba Srl che si impegna “a mettere a disposizione della società Attilio Carmagnani AC SpA, per un periodo di almeno vent’anni, una capacità di stoccaggio pari a quella del suo attuale deposito”? Cioè: il MASE può decidere di dislocare un’azienda come Carmagnani senza una richiesta ufficiale che arrivi dalla diretta interessata?

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Foto di copertina di proprietà di Fivedabliu.it, riproduzione riservata ©

Simona Tarzia

Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.

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