E poi il Procuratore capo di Genova ha aggiunto: “Il giudizio della storia è inevitabile, a quello non ci si può sottrarre”
Genova – “Talvolta le indagini di carattere procedurale possono portare all’estinzione dei reati per prescrizione. Ci sono però vicende che nella memoria rimarranno. Il giudizio della storia è inevitabile, a quello non ci si può sottrarre”.
Lo ha detto Nicola Piacente, procuratore capo di Genova, a margine della commemorazione per il crollo di Ponte Morandi, rispondendo ai giornalisti sul rischio prescrizione per il processo sul disastro.
In merito alle dichiarazioni emerse nelle udienze, Piacente ha detto “preferisco non commentare. Voglio solo ricordare che esiste un principio di presunzione di non colpevolezza fino all’ultimo grado di giudizio. Quello che mi auguro, e di questo sono sicuro, che ci sarà una valutazione serena e indipendente di tutto il compendio probatorio, a partire dalla Procura della Repubblica”.
Piacente poi si è soffermato sulle parole del messaggio di Mattarella e ha sottolineato che: “Bisogna contemperare i diversi principi di carattere costituzionale: obbligatorietà dell’azione penale, presunzione della non colpevolezza e la decorrenza della prescrizione, con diritto del giusto per tutte le parti coinvolte. Il monito di Mattarella – ha sottolineato – è da prendere in serissima considerazione nell’ambito di questa cornice costituzionale che inevitabilmente comporterà dei tempi che ritengo possano estendersi ragionevolmente entro la fine del 2024, per avere la sentenza o quantomeno la requisitoria del pm. Bisogna essere chiari e leali, ci sono le ipotesi più datate di omissione di atti d’ufficio e dei falsi che sicuramente andranno in prescrizione da ottobre 2023. Gli imputati possono anche rinunciare alla prescrizione e optare per un accertamento giudiziario”.
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