Fine vita: è morta “Gloria”, il quarto caso di suicidio assistito in Italia

È la prima persona nel nostro Paese ad aver ottenuto la consegna del farmaco e di quanto necessario da parte dell’azienda sanitaria

La signora “Gloria”, nome di fantasia di una paziente oncologica veneta di 78 anni, è morta ieri, alle 10e25, grazie “all’aiuto medico alla morte volontaria”. Il primo caso di suicidio assistito autorizzato nel nostro Paese era stato quello di “Mario”, 43enne di Pesaro immobilizzato a causa di un incidente stradale. Dopo di lui Dj Fabo e poi un altro veneto, Stefano Gheller.

Gloria è la prima persona ad aver ottenuto la consegna del farmaco e di quanto necessario da parte dell’azienda sanitaria.
Lo rende noto l’associazione Luca Coscioni.

La procedura di suicidio assistito, in Italia, è legale solo alla presenza delle quattro condizioni indicate dalla Corte costituzionale nella cosiddetta sentenza Cappato\Antonini. Nello specifico: irreversibilità della malattia, insostenibilità del dolore e chiara volontà del paziente. Tali condizioni, e le modalità di esecuzione, devono poi essere verificate da una struttura pubblica del servizio sanitario nazionale, previo parere del comitato etico territorialmente competente.

La vita è bella, ma solo se siamo liberi

“La vita è bella, ma solo se siamo liberi. E io alla fine lo sono stata fino alla fine. Grazie”, è stato il suo ultimo messaggio lasciato all’Associazione Luca Coscioni. “In Veneto è stata rispettata la sentenza ‘Cappato’ della Corte Costituzionale, ma la pdl regionale Liberi Subito appena depositata è fondamentale per avere tempi certi e assistenza”, il commento di Filomena Gallo e Marco Cappato dell’Associazione Luca Coscioni.
Gloria è morta nella sua abitazione dopo essersi auto somministrata il farmaco letale attraverso la strumentazione fornita dall’azienda sanitaria locale. La procedura di suicidio medicalmente assistito è avvenuta sotto il controllo medico del dottor Mario Riccio, consigliere Generale dell’Associazione Luca Coscioni, che nel 2006 aveva assistito Piergiorgio Welby ed era stato il medico di fiducia di Federico Carboni, il primo italiano un anno fa ad aver chiesto e ottenuto nelle Marche il 16 giugno 2022 l’accesso alla tecnica.

“In questo momento il nostro pensiero va alla famiglia di Gloria, al marito, vicino a lei fino all’ultimo istante – hanno dichiarato Filomena Gallo e Marco Cappato, Segretaria Nazionale e Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni -. Anche se Gloria ha dovuto attendere alcuni mesi, ha scelto di procedere in Italia per avere accanto la sua amata famiglia e sentirsi libera nel suo paese. Ringraziamo il dottor Mario Riccio, che ha seguito la vicenda fin dall’inizio e che dopo l’impossibilità da parte dell’azienda sanitaria di fornire anche assistenza medica ha aiutato Gloria in questa fase finale, nel rispetto della sentenza 242/19 della Corte costituzionale. Le è stata risparmiata una fine che non avrebbe voluto, grazie alle regole stabilite dalla Consulta e grazie alla correttezza e all’umanità del sistema sanitario veneto e delle istituzioni regionali presiedute da Luca Zaia.
E grazie anche a Fabiano Antoniani, Davide Trentini e alle nostre azioni di disobbedienza civile che hanno portato i tribunali a intervenire e la Corte Costituzionale a emanare la sentenza che oggi ha permesso che fosse rispettata la scelta diGloria.

Gloria è la seconda cittadina residente in Veneto, dopo Stefano Gheller, ad aver ottenuto la verifica delle condizioni per poter accedere al suicidio assistito e il relativo parere favorevole da parte dell’azienda sanitaria e del comitato etico.
Mentre in Italia, per quanto se ne abbia notizia, è la quarta volta che accade.

La legge regionale “Liberi Subito”

La legge regionale “Liberi Subito” appena depositata, aiuterà questa regione a fornire in tempi brevi risposte e piena assistenza a chi effettua, in determinate condizioni di salute e piena assistenza di cura, scelte precise di fine vita.
Il Veneto è la prima Regione d’Italia ad aver raggiunto, e poi depositato, la soglia delle firme necessaria per poter portare la proposta di legge regionale sul suicidio assitito in Consiglio regionale. Sono infatti oltre 7.000 i veneti che hanno sottoscritto il testo di “Liberi Subito” per cui ora si raccogliendo le firme anche in Piemonte, Abruzzo, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia. Analoga proposta verrà depositata in Basilicata e Lazio attraverso l’iniziativa dei Comuni ed è già stata depositata da consiglieri regionali in Sardegna, Puglia e Marche.

Redazione del quotidiano digitale di libera informazione, cronaca e notizie in diretta

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *