Il test è stato eseguito a seguito della tragedia del 3 luglio dell’anno scorso
Trento – Sulla Marmolada è stata testata un’apparecchiatura radar in grado di penetrare il ghiaccio e analizzare quello che accade sotto la superficie: uno strumento che potrebbe quindi rivelarsi utile per il monitoraggio del ghiacciaio e per verificare la presenza di acqua.
Il test è stato eseguito a seguito della tragedia del 3 luglio dell’anno scorso, quando l’improvviso distacco di un seracco di ghiaccio e roccia travolse e uccise 11 alpinisti ferendone altri nove.
Alla missione ha partecipato il nucleo elicotteri della Provincia autonoma di Trento, il personale del Servizio prevenzione rischi assieme a ricercatori dell’Università di Trento, in particolare il professor Lorenzo Bruzzone del Dipartimento di ingegneria e scienza dell’informazione. I dati acquisiti sono ora oggetto di analisi da parte dei ricercatori dell’Università. L’obiettivo è capire se uno strumento di questo tipo può servire per il monitoraggio del ghiacciaio, fornendo informazioni sul suo spessore e sulla presenza di acqua al suo interno.
“Lo studio è all’inizio e se il risultato fosse positivo il sistema potrebbe essere impiegato in futuro anche montato su un drone – fa sapere l’amministrazione autonoma -. Il principio su cui si basa l’apparecchiatura utilizzata sorvolando la Marmolada, naturalmente con dimensioni e caratteristiche diverse, è lo stesso di Rime, il radar spaziale che è stato ideato e studiato da un team di scienziati internazionali sotto la guida di Lorenzo Bruzzone e che è in viaggio con la sonda Juice verso le lune di Giove, con arrivo previsto nel 2030, proprio per verificare cosa si cela sotto la superficie ghiacciata”.
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