Manifestazione Cgil sulla sanità pubblica: “Se non la curi, non ti cura”

 CGIL : “La Regione intervenga subito, situazione destinata ad aggravarsi”. Replica della lista Toti: “Attacchi meschini con dati sbagliati”

Genova – Sono stati oltre 400 mila gli accessi ai pronto soccorso liguri nel 2022 con un trend destinato ad essere confermato per il 2023. Le cause sono molteplici e sono al centro della prima manifestazione che la Cgil ha organizzato per oggi davanti al pronto soccorso dell’ospedale Galliera, a cui hanno aderito Acli Liguria, Arci Genova e Liguria, Comunità di San Benedetto al Porto Aps, Federconsumatori, Giuristi Democratici, Legambiente, Uisp Regionale Liguria Aps, Anpi Genova, Auser Genova e Liguria, Rete degli Studenti Genova, Libera Genova, uno degli ospedali dell’area genovese maggiormente in difficoltà insieme al San Martino e al Villa Scassi.

“Sanità pubblica, se non la curi non ti cura” questo lo slogan scelto dalla Cgil per la mobilitazione regionale che vedrà lo svolgersi di altre tre manifestazioni provinciali il 4 luglio a La Spezia, l’11 luglio a Sanremo e il 18 luglio a Savona. Una grande manifestazione a sostegno della sanità pubblica, alla quale parteciperà anche la Liguria, è stata promossa a livello nazionale per il prossimo 24 giugno a Roma.

Tempi medi di permanenza nei pronto soccorso di oltre 10 ore

La mancanza di risposte sul territorio, a partire dalla carenza di medici di medicina generale, di personale all’interno delle strutture pubbliche e di strumenti per la diagnostica con conseguenti tempi di permanenza infiniti che costringono gli utenti ad attese estenuanti e gli operatori a condizioni di lavoro proibitive, fanno dei pronto soccorso una delle situazioni di maggiore criticità del sistema sanitario pubblico ligure. Nel 2022 i tempi medi di permanenza nei principali pronto soccorso genovesi erano mediamente al di sopra delle 10 ore, con picchi medi nei codici arancioni (alta gravità) del San Martino sino a un tempo “medio” di 17,58 ore.

Liste di attesa

Altro tasto dolente della sanità pubblica ligure sono le liste d’attesa per la diagnostica e a farne le spese sono i malati. A Genova, secondo gli ultimi dati riferiti al 12 giugno 2023, per una colonscopia l’attesa per chi ha una prescrizione di tipo B (Breve) dovrebbe essere di massimo 30 giorni e invece si può arrivare sino a 113; con la prescrizione di tipo D l’esame dovrebbe essere prenotabile entro sessanta giorni, ma non c’è nessuna data disponibile; l’elettromiografia (esame indicato nella diagnosi delle malattie del sistema nervoso periferico) non è addirittura prenotabile.

Il quadro è pesante anche per quanto riguarda la spesa sanitaria convenzionata.

Recentemente la Corte dei Conti ha messo in luce come la Liguria sia tra le prime 5 regioni con saldo negativo per quanto riguarda la mobilità sanitaria tra regioni tra il 2012 e il 2021 di – 488 milioni di euro (dato che fa della Liguria quella con il saldo peggiore di tutte le regioni del Nord). Il dato, che fotografa il costo sostenuto dalla Regione per quei liguri che non trovando soluzioni sanitarie sul territorio sono costretti a rivolgersi altrove, è un degli indicatori che sommato a quelli precedenti ha spinto la Cgil a organizzare la mobilitazione sulla sanità. Il sindacato chiede un piano straordinario di assunzioni e di stabilizzazioni, la diminuzione delle liste d’attesa, più posti letto nei reparti e risorse per la diagnostica, più servizi e cure per anziani e non autosufficienti, più risorse nei fondi sanitari regionali e nazionali e un piano concreto di manutenzione per le strutture sanitarie.

La Regione Liguria ha il dovere di affrontare questa emergenza con un intervento straordinario e mirato che non può attendere i tempi delle programmazioni del nuovo Piano Socio Sanitario. Occorre intervenire rapidamente per riportare la salute pubblica nell’alveo dell’art. 32 della Costituzione.

Pronta a ribattere la Lista Toti con una nota che accusa la Cgil di Sanità, di  attacchi meschini con dati sbagliati o parziali

 “Dato soprattutto sparati a casaccio, estrapolandoli dal contesto cui si riferiscono. E ovviamente usando solo quelli che fanno comodo.
Così sia la Cgil, sia l’opposizione attaccano la Sanità ligure, dipingendo un quadro in cui sembra che nulla funzioni e che altrove splenda sempre il sole. La realtà è assai diversa e l’assessore Angelo Gratarola ha dettagliatamente spiegato come stiano davvero le cose”.

Falsi i dati sulla permanenza nei pronto soccorso

I numeri, secondo la Lista Toti, dimostrano come sia falso il dato sulla permanenza media nei pronto soccorso. In particolare nell’area genovese, la permanenza media – cioè il tempo che intercorre dall’ingresso all’uscita, non quindi il tempo necessario ad essere visitati – nel 2022 è stato di 6 ore e 41 minuti, quando le linee guida ministeriali impongono un tempo massimo di 8 ore. In Liguria la media si abbassa a 5 ore e 49 minuti.

Tutto nella banca dati

“Tutti i dati sono ufficiali e contenuti nella banca dati della Regione Liguria. Nulla quindi a che vedere con le oltre 10 ore sparate da Cgil. Valori di tempi medi che peraltro dipendono dal tipo di codice assegnato: quelli meno gravi aspettano naturalmente di più, ma questo, oltre a essere noto, è anche corretto dal punto di vista del rispetto della logica e dell’assistenza ai pazienti”.

Speculare su questi argomenti è sempre meschino. Ma almeno l’opposizione dovrebbe imparare a farlo con dati corretti

Nessuno punto d’incontro neppure sui tempi di attesa. Il comunica della Lista del Presidente Toti sottolinea che “i tempi d’attesa per le prestazioni sanitarie in generale e per gli interventi chirurgici, nessuno vuole nascondere un problema noto e diffuso a livello nazionale. Intanto la Liguria sta lavorando a un accordo con altre Regioni vicine per arrivare ad abbattere il “turismo sanitario” legato a volte a differenza di costi delle prestazioni. Inoltre dopo la pandemia, Regione Liguria ha investito numerose risorse per l’abbattimento delle liste di attesa, passando dalle 19mila prestazioni del 2020 alle 25mila del 2021 e alle 27mila del 2022.
Infine stupisce come l’opposizione si dimentichi di dire, citando gli interventi svolti ad esempio sulle valvole cardiache, che le due strutture liguri hanno valori di mortalità mediana inferiori rispetto a quelli indicati a livello nazionale. Così pure la ripresa degli interventi in campo oncologico dopo il periodo pandemico in Liguria è evidente.

CGIL risponde all’assessore alla Sanità Gratarola

“Le disfunzioni del sistema sanitario ligure sono oggetto delle cronache quotidiane, degli studi di altre organizzazioni sindacali, di associazioni specializzate: non si tratta di strumentalizzazione, ma di sollevare questioni e temi che vanno affrontati e sulla cui risoluzione certamente converrà anche l’Assessore Gratarola. Del resto quella della Cgil non è l’unica manifestazione sul tema: questo pomeriggio ce ne sarà una a Genova di tutte le associazioni dei medici, stamattina un’altra protesta dei comitati pubblici sulla sanità si è svolta a La Spezia e ce ne sono molte altre programmate”.

I dati della CGIL sono differenti

CGIL sottolineato che “i dati distribuiti questa mattina sono stati chiesti e resi disponibili dalle aziende sanitarie locali e da quelle ospedaliere. Se questi dati sono diversi da quelli che ha la Regione è opportuno che l’Assessore ci convochi, renda noti i dati in suo possesso e si faccia chiarezza.
Infine, per diminuire la mobilità sanitaria c’è una sola soluzione: migliorare e specializzare la sanità ospedaliera e territoriale in Liguria in modo tale che alla domanda di sanità della popolazione ci sia una risposta sul territorio. Solo così facendo è possibile far sì che le risorse restino in Liguria e vengano investite in strutture e personale”.

 

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