Un giorno favoloso

L’arte di rivisitare le fiabe e dare nuovi nomi ai personaggi. Ma comunque il finale rimane immutato: “Vissero tutti felici e contenti”

Approfitto della domenica e della ricorrenza della giornata dedicata ai papà, ma anche ai papà dei papà, quelli che volenti o nolenti i nipotini se li godono. Così, giusto per raccontarvi una storia, perchè nutrire la fantasia dei bimbi è da sempre, sempre e… per sempre una cosa fantastica.
Del resto lo dice la parola stessa. Insomma nonno Gian, al secolo Giampiero Novarino, come me pensionato è stato nominato dai suoi nipotini Gianluca, Sofia, Thiago e Pietro, tutti riportati nella dedica di prima pagina rigorosamente in ordine di età, dal più grande al più piccolo, che i nonni – lo si sa – non fanno preferenze, narratore ufficiale.
Però – giustamente, dico io – sempre le stesse favole finiscono un po’ per annoiare; specie i bambini che hanno bisogno di stimolare la loro fantasia. E allora nonno Gian che di fantasia ne ha da vendere, le favole da raccontare ai suoi nipotini ha deciso di inventarsele da solo con tanto di personaggi. Perciò potevano mancare le streghe, o il gatto e il topo, oppure il sortilegio che aveva tramutato il principe insieme a tutti i bambini del villaggio in scrocchianti pistacchi?
Perciò succedeva che essendoci soltanto una sorta di tradizione orale ogni volta che nonno Gian raccontava una sua bella favola a turno, ora Gianluca, ora Sofia, ora Thiago ora Pietro, finivano per contestare il racconto del nonno. E se lui finiva per cambiare il nome ad un personaggio persino minore i bambini finivano per riprenderlo. Del resto i nomi dei personaggi sono tutto un programma.

Le streghe Lamentosa e Contentosa

Le streghe per esempio: una fa di nome Contentosa e l’altra Lamentosa. E ovviamente il Mago non può essere che Magone e il re del paese Tronino e la regina si chiama Coroncina. E i bambini, naturalmente vissero felici e contenti. E poi c’è il gatto Toc Toc ospite in casa del Signor guarda che questa casa è mia, marito della signora Camomilla allo scopo di dare la caccia al signor Topo che prima o poi ti acchiappo. E per finire c’è il principe Azzurrone naturalmente in lizza per conquistare la principessina Tristagna La Lagna, trasformato in pistacchio dal Mago Stecchino colpevole di non aver voluto sposare la figlia del Mago Stecchino, Maga Racchiona Lacrimona, con il principe e tutti i bambini trasformati in pistacchi e terrorizzati dal signor Casacci formidabile mangiatore di pistacchi. Con intervento risolutivo della principessa Tristagna e delle Fate Volanti e, ovviamente il lieto fine del vissero tutti felici e contenti.
Capirete comunque che il nonno Gian non poteva permettersi il lusso di storpiare i nomi dei protagonisti. E che i nipotini lo prendessero ogni volta in castagna se il mago Stecchino, per esempio diventava Stuzzicadentino, o se la maga Racchiona Lacrimona fosse per avventura diventata la maga Lacrimona Racchiona. E così via. Perciò la decisione di trasformare la tradizione orale in tradizione scritta. Con tanto di illustrazioni. E così “Strega gatto e pistacchio” per la gioia di Gianluca, Sofia, Thiago e Pietro e non solo è diventato un libro con le belle illustrazioni di nonna Carla e zio Danilo per Erga edizioni. Un libro polisensoriale con tanto di audio.
Insomma lo consiglio a nonni, zii e nipotini.
Un giorno Favoloso e un libro favoloso, giusto nella festività del 19 marzo. Per bimbi, nonni e papà. E un consiglio: non prendete mai il rischio di trasformare e storpiare un nome, perchè inevitabilmente vi prenderebbero in castagna. E forse correreste il rischio di deluderli.
Paolo De Totero

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