‘Ndrangheta, omicidio Femia: è definitivo l’ergastolo per Massimiliano Sestito 

Nell’ottobre del 2021 in appello a Roma era stato confermato l’ergastolo per l’omicidio del boss della ‘ndrangheta Vincenzo Femia, avvenuto a Roma nel 2013

Roma – Massimiliano Sestito, esponente della cosca Iezzo Chiefari Procopio, il 20 agosto 1991, ad un posto di blocco a Soverato, ha sparato e ucciso, con tre colpi a bruciapelo, l’appuntato dei carabinieri Renato Lio.
Dopo un anno di latitanza, era stato arrestato e condannato all’ergastolo. La pena fu poi ridotta a 30 anni in appello.
Ma non avendo perso il vizio di ammazzare persone, nel gennaio 2013, Sestito uccide con 9 colpi di pistola il boss Vincenzo Femia, capo della cosca di San Luca.
Lo fa in macchina, a Roma, dove Femia si era trasferito per gestire, con molta probabilità, il traffico di cocaina dalla Calabria alla Capitale. Lo ammazza senza pensarci un attimo, una vera esecuzione di mafia nell’ambito di una guerra tra ‘ndrine.

Oggi, la prima sezione penale della Corte di Cassazione ha confermato le condanne per Massimiliano Sestito e Francesco Pizzata, che nell’appello ter del processo per il delitto Femia – avvenuto a Roma il 24 gennaio del 2013 – erano stati condannati rispettivamente all’ergastolo e a 25 anni. I giudici della suprema corte hanno rigettato il ricorso presentato dalle difese degli imputati, come aveva chiesto la Procura Generale nell’udienza dello scorso 3 febbraio.

Massimiliano Sestito, 52 anni, nato a Rho ma la cui famiglia è invece originaria di Chiaravalle Centrale (Cz), era evaso lo scorso 30 gennaio dalla sua abitazione di Pero, nel Milanese, dove si trovava agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, misura concessa il 12 gennaio scorso dalla Corte d’Assise d’Appello di Roma in accoglimento di un’istanza di attenuazione della misura cautelare e era stato catturato di nuovo il 4 febbraio dopo 5 giorni di fuga

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