‘Ndrangheta, sequestro da 10 milioni di euro per un uomo di spicco della cosca Grande-Aracri

Arrestato nel 2015 grazie all’operazione “Aemilia”, è attualmente detenuto

Bologna – 57 immobili tra cui una villetta di pregio a Reggio Emilia, capannoni industriali e terreni tra l’Emilia Romagna e la Calabria. E poi ancora società, autovetture e rapporti bancari. Tutto finito sotto sequestro dopo un provvedimento d’urgenza emesso dal Tribunale di Bologna su proposta del Procuratore della Repubblica e responsabile della Direzione Distrettuale Antimafia bolognese, Giuseppe Amato.
E parliamo di beni per un valore complessivo stimato in circa dieci milioni e mezzo euro di proprietà di un esponente di rilievo di un sodalizio di matrice ‘ndranghetistica, attivo nei territori di Reggio Emilia, Parma, Modena e Piacenza e storicamente legato alla cosca Grande Aracri di Cutro, in provincia di Crotone.

Il soggetto, che si era trasferito nel 1977 nel capoluogo emiliano dove ha compartecipazioni in imprese edili e immobiliari, era stato arrestato nel gennaio 2015 insieme ad altre 202 persone nell’ambito dell’operazione “Aemilia” in quanto affiliato a un’organizzazione criminale di matrice ‘ndranghetistica operante in Emilia Romagna ed è attualmente detenuto.
La sua figura ha assunto particolare rilievo per il fondamentale ruolo di raccordo svolto tra la cosca mafiosa e gli esponenti delle Istituzioni locali, funzione che ha consentito il rafforzamento e l’espansione economica del sodalizio.

Il Tribunale già nel 2020 aveva disposto la misura della sorveglianza speciale per la durata di 5 anni da eseguirsi dopo l’espiazione della condanna a 10 anni e 8 mesi stabiliti in via definitiva dalla sentenza della Corte di Appello di Bologna del 17 dicembre 2020, passata in giudicato il 7 maggio 2022.

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