Speculazione sulle tariffe del gas, Codacons lancia una class action

Aumenti del gas e delle bollette, il Codacons fa un esposto per truffa

Roma – Siamo alle solite. In un momento di crisi c’è sempre qualcuno pronto a speculare. Ma questo, purtroppo, è il senso, il succo, di un sistema economico che prevede l’esistenza dei profittatori e la disfatta del senso etico del mercato. Ammesso che le parole “etico e mercato” possano stare nella stessa frase.

Dopo l’esposto presentato da Verdi e Sinistra Italiana, dove veniva denunciata la speculazione sul costo del gas e sui rincari delle bollette, con picchi del +3.800%, la Procura di Roma ha aperto un fascicolo per vedere chiaro sui guadagni milionari  delle aziende del settore energetico, mentre molte medie e piccole imprese sono sull’orlo del tracollo economico.

Il problema non sono solo le tasse evase, e quindi un possibile reato di evasione fiscale di cui comunque si occuperà la Finanza, ma anche del ruolo dell’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera), che sembra non aver fatto gli interessi dei cittadini nel controllo delle tariffe.

Codacons, in una nota, informa che “A partire da oggi tutti i cittadini intestatari di contratti per forniture di luce e gas e in generale tutti i consumatori che realizzano acquisti preso supermercati, negozi, bar, ristoranti, possono scaricare il modulo di costituzione di parte offesa segnalando alla Procura di Roma la propria posizione di soggetto leso dagli eventuali illeciti che saranno accertati”.

Di seguito il testo della denuncia presentata dal Codacons in Procura lo scorso 1 settembre e che ha dato avvio alle indagini della magistratura: “Come noto con il decreto Aiuti bis (D.L. n. 115 del 9 agosto 2022) il Governo aveva previsto di incassare 10,5 miliardi di euro attraverso la famosa tassa una tantum sugli extra-profitti delle società energetiche che avrebbero dovuto versare una prima rata (pari al 40% del valore della tassa) entro il 30 giugno e il restante 60% entro il 30 novembre. La tassa sugli extra profitti è stata introdotta infatti per compensare i guadagni delle imprese energetiche che, grazie all’aumento del prezzo del gas e luce, hanno guadagnato più del previsto.

L’obiettivo era di recuperare risorse da utilizzare per sostenere chi, al contrario, con l’aumento del prezzo di gas e luce, ha perso denaro in ragione del pagamento di bollette molto più care: ovvero le imprese e le famiglie, alias l’utente finale del mercato dell’energia. Posto quanto sopra, da ciò che si apprende invece dalla stampa sembrerebbe che la maggior parte delle aziende coinvolte dal provvedimento avrebbe deciso di non pagare, lasciando vuote le casse statali: dei 10,5 miliardi di euro preventivati, sarebbe stato versato solo 1 miliardo di euro.

Una tale condotta, se vera, priverebbe lo Stato dei soldi necessari per contrastare il caro-energia, proprio alla vigilia dei nuovi aumenti delle tariffe di luce e gas che scatteranno a ottobre, e stanno aggravando enormemente l’emergenza bollette in Italia: un comportamento non solo immorale e vergognoso, ma anche denotante un possibile illecito penale e contabile. E infatti un tale modus operandi di sottrarsi al versamento dell’imposta potrebbe integrare il reato di truffa ai danni dello Stato così come il reato p.e.p. dall’art. 11 del d.lgs n. 74 del 2000 rubricato “Sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte”.

Ritiene la scrivente Associazione che una tale condotta andrebbe debitamente accertata non potendo le società di gas e energia approfittarsi della attuale situazione storica ai danni dei contribuenti e dello Stato italiano. Per tale ragione si formula il presente esposto chiedendo agli enti in indirizzo di accertare i fatti alla luce della possibile fattispecie di truffa e di reati contabili considerate le ripercussioni sul fronte erariale”

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