Ucraina, l’allarme di Kiev: a Zaporižžja rischio perdite radioattive

Venerdì le autorità ucraine hanno iniziato a distribuire compresse di iodio ai residenti che vivono vicino all’impianto

È ancora allarme per la centrale nucleare di Zaporižžja, in Ucraina, la più grande d’Europa. Le autorità di Kiev hanno accusato oggi le forze russe di aver lanciato missili e colpi d’artiglieria vicino all’impianto, sull’altra sponda del fiume Dnipro, e Mosca ha rilanciato accusando a sua volta gli ucraini di aver colpito un edificio dello stabilimento in cui è stoccato combustibile nucleare.
Kiev – tramite l’operatore energetico ucraino Energoatom – ha lanciato l’allerta: c’è un rischio di perdite radioattive dalla centrale. Avvertimento che giunge dopo che venerdì le autorità ucraine hanno iniziato a distribuire compresse di iodio ai residenti che vivono vicino all’impianto, proprio per l’eventualità di una fuoriuscita di radiazioni. Il tutto mentre dall’altra parte del mondo, alle Nazioni unite a New York, la Russia ha bloccato l’approvazione del testo conclusivo della conferenza di quattro settimane sulla revisione del Trattato di non proliferazione nucleare proprio in contestazione di una clausola dedicata a Zaporižžja, che parlava di “gravi preoccupazioni” per le attività militari intorno alla centrale nucleare.
Il trattato del 1970 sulla non proliferazione, che punta a prevenire la diffusione di armi nucleari, viene rivisto dai 191 firmatari ogni 5 anni: anche l’ultima volta, nel 2015, i partecipanti non erano riusciti a trovare un accordo, mentre la riunione del 2020 era slittata a quest’anno a causa della pandemia di Covid-19. La bozza finale del testo non era “equilibrata”, ha denunciato il rappresentante di Mosca, Igor Vishnevetsky, aggiungendo che la delegazione russa aveva “un’obiezione chiave” su alcuni paragrafi che ha definito “di natura politica”.
I russi hanno preso il controllo della centrale di Zaporižžja all’inizio della guerra in Ucraina ma l’impianto continua a essere gestito da personale ucraino. Nelle ultime settimane, tuttavia, destano timori i continui bombardamenti nella zona e una ispezione dell’Aiea è attesa a giorni (secondo il Wall Street Journal potrebbe essere già lunedì).
A preoccupare, in particolare, sono i sistemi di raffreddamento dei reattori, che per funzionare hanno bisogno di corrente elettrica. Se dovessero smettere di funzionare, potrebbe verificarsi una fusione nucleare. Nell’ultimo scambio di accuse, oggi Kiev – per bocca del governatore della regione ucraina di Dnipropetrovsk, Valentyn Reznichenko – ha accusato i russi di avere lanciato missili Grad e colpi di artiglieria contro le città di Nikopol e Marhanets, a circa 10 chilometri di distanza dallo stabilimento, oltre il fiume Dnipro; mentre Mosca sostiene che nell’ultima giornata 17 colpi ucraini abbiano raggiunto l’impianto, quattro dei quali hanno colpito il tetto di un edificio in cui è immagazzinato combustibile nucleare.
“Vi sono rischi di fuoriuscita di idrogeno e di diffusione di sostanze radioattive e il rischio di incendio è elevato”. È l’allarme di Energoatom smentito da Mosca, secondo cui “il livello delle radiazioni nella centrale nucleare di Zaporižžja resta normale”. Intanto sul campo, secondo l’intelligence britannica “negli ultimi 5 giorni è probabilmente aumentata l’intensità degli attacchi russi nel Donetsk” e “c’è una possibilità realistica che la Russia abbia aumentato gli sforzi nel Donbass nel tentativo di impegnare nel conflitto “ulteriori unità ucraine” proprio quando si stanno diffondendo ipotesi sul fatto che “l’Ucraina stia pianificando un’importante controffensiva”. E il presidente russo, Vladimir Putin, ha firmato un decreto che offre sovvenzioni a chi è arrivato in Russia dal Donbass e dal resto dell’Ucraina: ne avranno diritto tutti coloro che sono arrivati in Russia a partire dal 18 febbraio in avanti. I pagamenti verranno effettuati fino al 31 dicembre 2022.

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