Rivoltare la frittata, lezione di culinaria

Colpo di calore

Ragazzi, scusate il ritardo, ma ho passato la giornata di ieri a riprendermi dal colpo di calore. Da quel clima al calor bianco che tutti, nell’intero periodo di vigilia, avevamo pronosticato in vista del primo consiglio comunale della nuova amministrazione. Il Bucci due, tanto per intenderci. O meglio, per gli amanti degli gli acronimi il B.B.  E mi perdonino estimatori e fedelissimi di Brigitte Bardot e i signori e le signore che tra nome e cognome assommano quelle stesse iniziali.

Comunque, personalmente mi sono avvicinato all’evento indossando giacca e camicia malvolentieri. Perché i bookmakers della sala rossa, quelli che giocano a immaginare con tanto di profezie sul futuro e sul clima di ogni seduta, avevano parlato di prima riunione dal clima caldissimo, visto l’ordine del giorno che prevedeva un inizio con i botti con l’ esame delle condizioni degli eletti e la convalida del Sindaco e dei Consiglieri Comunali. Con prosecuzione più distesa per l’elezione  del Presidente del Consiglio Comunale e dei due Vice Presidenti. E ancora il giuramento del sindaco, la comunicazione dei nominativi del vicesindaco e degli assessori. 

Praticamente, almeno nella prima parte della seduta, sarebbe stato come trovarsi  imprigionati all’interno di un microonde in funzione.

Perché finalmente, e anche a causa di una richiesta dell’opposizione, il nuovo/vecchio sindaco, avrebbe in qualche modo dovuto affrontare e confutare il tema e il fantasma della sua presunta ineleggibilità che ha aleggiato pesando su tutta la sua campagna elettorale. E poi, ad elezione avvenuta, anche sulle successive trattative per dar vita alla giunta.

Nel settore stampa un clima da ultima spiaggia

Per cui, in piedi in sala stampa, assistendo alla seduta e cercando di decriptare i documenti giuridici che confuterebbero l’ineleggibilita in favore del neosindaco, ne ho viste, come si suol dire, di “ogni”. Colleghe in prendisole e sandali birkenstock di ordinanza, giornalisti in bermuda e maniche di camicia o t-shirt. Evidentemente avranno preso per buone le previsioni delle “Cassandre” che da qualche giorno parlavano di un clima…da ultima spiaggia.

E poi ho visto colleghi seduti per terra, in carenza di scranni e poltrone. Armeggiare al personal sistemato sulle gambe, nell’intento di inviare tempestivamente il pezzo appena vergato, inchinandosi alla dura legge dell’informazione che viaggia sui social. 

Che poi, a differenza di quanto genericamente si dice dei giornalisti, casta di privilegiati, alla fine i più disagiati siamo stati noi. In piedi per non perdere né una battuta e tantomeno un movimento dei protagonisti giù in basso.

Gli unici a subire in un ambiente in cui si è dimostrato praticamente impossibile seguire le più elementari regole del distanziamento. E così, mentre si dipanavano gli interventi, giù nel circo della sala rossa di Albini, e il clima, per la verità, stentava a surriscaldarsi, gli unici a subire il colpo di calore siamo stati noi. Gli unici costretti a boccheggiare cercando di nascondere i rivoli di sudore e le ascelle pezzate. Ed è proseguita in questo modo con sventagliate dei ventagli e fazzolettini di carta per detergersi la fronte. Sino a che un anonimo misericordioso ha messo mano all’aria condizionata, regolando, finalmente, la temperatura verso il basso. Anche nel settore della stampa. E mi sono persino ritrovato maliziosamente a pensare che, forse, qualcuno avesse voluto impartire una lezione anche alla libera stampa. 

Comunque tutto è bene ciò che finisce bene. E come per incanto terminata la lunga lettura di pareri del Segretario generale Pasquale Criscuolo a favore dell’eleggibilità del sindaco Marco Bucci, l’aria opprimente ed appiccicosa è diventata più gradevole.

Luca Pirondini

L’opposizione questa sconosciuta

E dopo la lunga lettura dei pareri che scagionavano Marco Bucci nella sua duplice veste di candidato sindaco e di commissario è toccato all’unico CinqueStelle Marco Pirondini presentare un documento perché i pareri letti in aula, che sino a quel momento nessuno aveva potuto vedere, venissero messi agli atti e resi materialmente disponibili a tutti i consiglieri. Richiesta che è stata rigettata. Per poterli leggere sarà necessario un accesso agli atti.

Con inevitabile polemica dello stesso Pirondini che ha ricordato come stia ancora attendendo, nonostante la richiesta di accesso agli atti, la documentazione delle spese per Euroflora. E ancora Pirondini non ha potuto fare a meno di far notare come fra la documentazione in mano al Segretario generale ,non casualmente, mancasse proprio la sentenza sul caso del sindaco di Milano Giuseppe Sala che equiparava di fatto la figura di commissario governativo a quella di commissario straordinario.

Con Sala che si era salvato dal ricorso del centrodestra solo perché entro i termini si era dimesso dall’incarico di Commissario per partecipare alle elezioni. Una sentenza, e non un semplice parere, che in fondo avrebbe fatto cadere da sola tutto il castello di carte costruito per mettere al sicuro la posizione del Bucci al momento delle elezioni. Tanto che Pirondini ha ricordato in aula come l’ex sottosegretario e parlamentare della Lega Edoardo Rixi qualche tempo fa si fosse adoperato senza successo per far emendare proprio a Montecitorio la legge in questione.

Del resto nel corso della campagna elettorale Marco Bucci ha avuto la possibilità di modulare a proprio piacimento i temi del confronto sottraendosi il più delle volte ai faccia a faccia con gli altri candidati sindaci e alla domanda sulla sua presunta ineleggibilità. E nelle rare occasioni in cui ha dovuto affrontare l’argomento si è limitato a spiegare di essere in possesso dei famosi pareri a suo favore, senza però mai entrare nei dettagli, insinuando sempre la scorrettezza degli avversari che di fronte al risultato del voto si sarebbero ritrovati a contrastare la volontà popolare con qualche cavillo burocratico. 

E così per conoscere le carte in mano al neo sindaco si e dovuti arrivare alla seduta del suo insediamento. Con l’opposizione costretta a riconoscere che ormai la frittata era fatta.

Ariel Dello Strologo

Il refrain della volontà popolare

Tanto che in ogni intervento i capigruppo dell’opposizione si sono ritrovati praticamente costretti alla litania della premessa di non essere pericolosi sovvertitori della volontà popolare espressa con il voto. “Nessuno contesta il risultato delle elezioni. Il centrodestra ha vinto, al centrodestra il compito di governare Genova nei prossimi cinque anni”, ha chiarito, iniziando il proprio intervento, Il capogruppo di Europa Verde- Lista Sansa- Linea Condivisa Filippo Bruzzone.

E ancora tutti uniti nel ribadire che la responsabilità di mettere eventualmente l’amministrazione comunale in una situazione di pericolosa incertezza non era affatto loro ma del sindaco neo eletto che, pur conoscendo le possibili cause di ineleggibilità, era andato avanti mantenendo l’incarico di Commissario.

E comunque dopo la sorta di scuse in premessa, i toni dei rappresentanti dell’opposizione sono stati diversi. 

Determinato e puntualissimo Pirondini nel contestare al segretario generale di aver omesso l’unica sentenza sull’argomento, quella che in quanto sentenza in pratica farà più “giurisprudenza” dei parerei in possesso del Sindaco. Un po’ più timido Filippo Bruzzone all’esordio in sala rossa. Incalzante il capogruppo e segretario del Pd Simone D’Angelo, l’unico a parlare apertamente di atto di presunzione di Bucci nel volersi ricandidare senza rimuovere la causa d’ineleggibilità a scapito di tutti i genovesi: “ Ha preferito consegnare la città all’incertezza”. Quasi ossequiente l’ex candidato sindaco Ariel Dello Strologo nei confronti del suo avversario, tanto da dare l’impressione di voler affrontare tutta la questione sul piano meramente tecnico e non politico, ribadendo più volte che si trattava di una questione di mero diritto. Come se, al contrario, non  fosse un comportamento politico l’aver deciso di mettere l’amministrazione a rischio di commissariamento. 

Del resto dai toni degli interventi è apparso chiaro che se l’ex candidato sindaco ha avuto un merito è stato quello di condizionare il voto dell’opposizione al ribasso, trasformando la voglia di iniziare il ciclo con un voto contrario in una meno clamorosa astensione. Probabilmente allo scopo tattico di non debuttare con una spaccatura.

Marttia Crucioli

Il PD e M5S di lotta e di Governo

L’unico tra i banchi dell’opposizione a votare a favore alla fine è stato l’ex senatore pentastellato e altro ex candidato sindaco di Uniti per la Costituzione, Mattia Crucioli che ha accusato i colleghi dei banchi dell’opposizione di aver messo su un teatrino dopo che a Roma un governo in cui sono presenti i loro stessi partiti ha rinnovato l’incarico di commissario al sindaco Marco Bucci. “Con tanto di parere favorevole del ministro del Pd Lamorgese e dell’avvocatura dello stato”, ha sottolineato Crucioli parlando della contraddizione di pretendere di essere contemporaneamente di lotta e di governo.

Mentre la Lega ha accusato il centrosinistra di voler sovvertire l’ordine democratico, tanto da “turbare” proprio Crucioli che pur in campagna elettorale aveva fra i suoi numerosi seguaci uno zoccolo duro di “no vax” a spingerlo a una questione di coscienza e a dichiarare di votare a favore perché: “Non voglio che ci siano ombre su queste elezioni e voterò a favore”

Un Sindaco Chef stellato

E la parola finale prima di passare alla votazione conclusasi con 26 sì del centrodestra più Uniti per la Costituzione e 15 astenuti è passata, finalmente a Marco Bucci. Da notare circa la votazione che è la prima volta che non viene raggiunta l’unanimità su una delibera di convalida degli eletti.

E comunque il Sindaco è stato bravo a togliersi dalle secche della polemica, rigirando con un colpo secco, da grande chef, la frittata servita in aula dagli oppositori con quel richiamo alla presunzione e ad un presunto scarso senso dell’etica. E non solo quella politica.

Del resto dalle sue comparsate al campionato mondiale del pesto con tanto di incursioni nei palazzi del potere di Roma e foto con il mortaio in mano in compagnia del governatore e sodale Giovanni Toti e di Matteo Salvini e di  Giuseppe Conte capisaldi del governo verdeoro che fu, sino alle più recenti dissertazioni sul modo di gustare meglio la focaccia, passando per il conferimento della cittadinanza onoraria al “foresto” con il merito di intingere la focaccia con la cipolla nel cappuccino e ingurgitarla, per arrivare a farsi ritrarre in campagna elettorale “con le mani in pasta” del panettiere provetto che prepara la focaccia, il Nostro ha dato ampia prova di saperci fare in cucina.

Per cui dialetticamente rivoltare metaforicamente la frittata è risultato un gesto non banale ma nemmeno troppo difficoltoso.

Così ha ribaltato le accuse. O perlomeno ci ha provato. Secondo Bucci sarebbe risultata una presa in giro e poco etico nei confronti dei genovesi rinunciare temporaneamente alla carica per poi riprendersela dopo essere stato confermato – ammesso e non concesso che nel frattempo avessero sempre intenzione di ridargliela -.

Come è ovvio pensare al diverso aspetto della discussione in merito se compiuta saldamente in sella o durante la corsa per risalirci.

Vabbè, come si dice quisquilie e pinzillacchere. Perché poi il Nostro, in fondo, un segno di buona volontà, dopo aver cercato di impressionare i presenti con la sua buonafede, lo ha dato. Quello di inchinarsi alla realtà visto che ci sono raccolte di firme per presentare esposti. Tanto da dichiarare, bontà sua: “È un diritto dei cittadini, se verranno presentati esposti sarà un giudice a decidere”.

Mettendo comunque le mani avanti: “ Il rispetto dei cittadini si dimostra comunque con le cose che si fanno e non con i cavilli e la burocrazia”. Fino al “buccipensiero” del manager del fare che si mangia il politico: “ Io penso che il sindaco debba fare il commissario perché è la figura più indicata”.

Del resto con 6 miliardi da spendere per opere ed infrastrutture chi si sentirebbe di dargli torto?

Peccato però che i cavilli e la burocrazia di cui parla, o straparla, siano leggi e regolamenti dello stato. Tanto che Rixi ha dimostrato in passato di saperlo bene.

 

Dal forno a microonde al freezer

Comunque sia tutto si è consumato nel breve volgere di un paio d’ore. Con confronto sulle condizioni degli eletti e convalida del Sindaco e dei Consiglieri Comunali con tanto di giuramento di Bucci che almeno un po’ ha stravolto il cerimoniale concludendo con un irrituale “ Pe Zena e pe San Zorzo” che ha fatto il paio con la cravatta, rossa per l’occasione con vessillo della città e la scritta in genovese “Femmo tornà Zena Superba”. Con l’elezione del presidente e dei due vicepresidenti dell’assemblea e il neo presidente Carmelo Cassibba che dopo aver preso il posto della consigliera anziana Cristina Lodi, ha voluto onorare la figura dell’ex sindaco scomparso Beppe Pericu.

Un paio d’ore in cui si è lavorato alacremente a dispetto del primo giorno di scuola. Con la temperatura e la tensione in aula che è andata via via abbassandosi.

Resta qualche impressione recepita dai crocchi all’esterno fra politici, ex consiglieri mossi dalla curiosità di vedere i loro successori, e politici. 

L’impressione, per esempio che il BB, ovvero il Bucci Bis potrà godere di un’opposizione costruttiva. Lo si è recepito da qualche atteggiamento in sala rossa sin troppo deferente. Sino al voto faveorevole del “Pierino terribile” Mattia Crucioli che ha già messo sul piatto la possibile propensione a fare in qualche caso da stampella alla maggioranza.

Senza dimenticare l’eccessiva cautela dimostrata in questa, come in altre occasioni, in campagna elettorale dal candidato sindaco avversario di Bucci. Ha già detto pubblicamente, dimostrando qualche sofferenza e qualche insofferenza, che proverà a mettere d’accordo gli impegni del suo lavoro di avvocato con quelli dell’assemblea cittadina. E c’è da giurare che non appena verrà reintegrato in qualche più remunerativo consiglio di amministrazione passerà la mano.

Del resto credo che lo stesso Bucci non stenterà a riconoscergli come un merito  i toni sommessi quanto la sua elegante mancanza di ostinazione.

Paolo De Totero

Paolo De Totero

Quarantacinque anni di professione come praticante, giornalista, vicecapocronista, capocronista e caporedattore. Una vita professionale intensa passata tra L’Eco di Genova, Il Lavoro, Il Corriere Mercantile e La Gazzetta del Lunedì. Mattatore della trasmissione TV “Sgarbi per voi” con Vittorio Sgarbi e testimone del giornalismo che fu negli anni precedenti alla rivoluzione tecnologica, oggi Paolo De Totero è il direttore del nostro giornale digitale.