Sicurezza a Genova, Garassino: “L’ordine pubblico e lo spaccio non sono di pertinenza della Polizia Locale”

Genova – Si parla di sicurezza in città oggi in Sala Rossa con un’interrogazione della capogruppo della Lega, Lorella Fontana, all’assessore Stefano Garassino. Sotto accusa alcuni gesti vandalici durante la movida.

Le maggiori criticità in città

Le maggiori criticità sono i giardini di via Gianelli a Quinto e i giardini Rossi di corso Firenze. Ma anche il Centro Storico non è esente da gravi episodi di spaccio e di violenze soprattutto nelle ore notturne.
Se da una parte si è sempre lamentato un accentuato “buonismo” da parte della vecchia amministrazione, non si è verificato un significativo miglioramento da quando è al timone del Municipio I Centro Est Andrea Carratù.
Nonostante il tentativo di imbottire la “città vecchia” di militari, pattuglioni, Polizia Locale e Polizia di Stato, il fenomeno dello spaccio è aumentato in maniera preoccupante. E con gli spacciatori sono aumentati anche i fenomeni di violenza comune, come le risse tra ubriachi, tossicodipendenti e micro criminalità.
D’altronde il mero controllo del territorio non è sufficiente e va integrato con una vera e propria attività di intelligence che vada a colpire non solo il piccolo spacciatore ma l’intera filiera.

L’intervento di Stefano Giordano

Naturalmente duro l’intervento del consigliere del M5S Stefano Giordano che parla di fallimento della Giunta per quanto riguarda la sicurezza, soprattutto nel Centro Storico. E ricorda anche che in campagna elettorale, uno dei punti fermi del Sindaco Marco Bucci, era proprio la sicurezza.
“Non ho mai visto così tanti esposti da parte dei cittadini sul tema dello spaccio”- aggiunge Giordano – che conclude con un consiglio all’assessore leghista. “Invece di fare spot a effetto accusando la Polizia di non essere sul territorio, prenda provvedimenti efficaci”.

La replica di Stefano Garassino

“Come al solito il consigliere Giordano la butta in polemica politica. Ma non si ricorda quando, nel 1992, lo spaccio era diviso tra algerini e tunisini e la reazione degli abitanti del Centro Storico rasentarono la violenza. E lo Stato intervenne in maniera pesante. Le ricordo anche che l’ordine pubblico e lo spaccio non sono di pertinenza della Polizia Locale, né tantomeno del Comune di Genova. Quindi i vostri deputati e senatori dovrebbero rivolgersi al Ministro degli Interni al Ministro della Difesa che ha tolto i pattuglioni dal Centro Storico. I militari fanno i portinai davanti agli obiettivi sensibili che non servono a nulla, se  non a proteggere dei presunti obiettivi. La Polizia Locale ha raddoppiato i numeri del Nucleo Centro Storico il 22 luglio la nostra unità cinofila farà l’esame per essere operativa a fine luglio per contrastare lo spaccio. Non sono attività di stretta competenza della Polizia Locale ma lo facciamo per dare una mano”.

In sintesi

Lo spaccio non è di pertinenza della Polizia Locale e del Comune.
Quindi la  pertinenza dei cantunè dovrebbe essere tutto ciò che avanza. Licenze commerciali, parcheggi, schiamazzi, risse. Sapendo benissimo che tolti i reati minori, il grande cancro in Italia e a Genova è il traffico e lo spaccio di sostanze stupefacenti in mano alle mafie, perché fare una campagna elettorale su argomenti non di stretta competenza?
Se gli interventi della Polizia di Stato sono così poco efficaci, perché il Comune, invece di “militarizzare” la Polizia Locale, costituendo anche l’unità cinofila, non ha chiesto con forza maggiori risorse per la Polizia di Stato in modo che potesse operare in maniera decisiva?

Non vorremmo che tutta la questione fosse il solito giochetto che se le cose vanno bene ne godo in termini di ritorno politico, se vanno male si esternalizza il fallimento dando la colpa alla Polizia di Stato che di salti mortali ne fa già tantissimi.
La politica deve aspirare a un ruolo di maggiore serietà, anche perché prima di questo Ministro degli Interni ce n’era un’altro e i risultati sembrano proprio gli stessi.

fp

Fabio Palli

Spirito libero con un pessimo carattere. Fotoreporter in teatro operativo, ho lavorato nella ex Jugoslavia, in Libano e nella Striscia di Gaza. Mi occupo di inchieste sulle mafie e di geopolitica.