Vittime sul lavoro in Italia: un’analisi dei dati dal 2020 al 2023

Nel corso degli ultimi quattro anni, l’Italia ha visto un triste aumento delle vittime sul lavoro, con un totale di 4.622 persone che hanno perso la vita mentre svolgevano le proprie attività lavorative

Questo dato rappresenta una media di oltre 1.150 decessi all’anno, di cui 1.004 in occasione di lavoro e 3.618 in itinere, mettendo in luce la gravità dell’emergenza e la necessità di interventi mirati per migliorare le condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro.

Secondo l’Osservatorio Sicurezza e Ambiente Vega di Mestre, il settore delle costruzioni è quello con il maggior numero di decessi, evidenziando la necessità di una maggiore attenzione e interventi specifici per garantire la sicurezza dei lavoratori in questo settore.

Un’analisi approfondita delle regioni mostra che Umbria, Basilicata e Campania sono tra le regioni con il rischio di mortalità più elevato, posizionandosi in zona rossa per tre anni su quattro nel periodo considerato. Al contrario, la Toscana emerge con risultati migliori, con tre anni in zona bianca, dimostrando una minore incidenza di mortalità sul lavoro rispetto alla media nazionale.

Guardando ai settori specifici, le costruzioni continuano a registrare il maggior numero di infortuni mortali, seguite dalle attività manifatturiere e dai trasporti e magazzinaggio. È interessante notare come nel 2020, anno dell’inizio della pandemia, le attività manifatturiere e il settore sanitario abbiano riscontrato un picco di infortuni mortali.

I dati evidenziano anche che gli anziani e i giovani lavoratori sono particolarmente a rischio di incidenti mortali sul lavoro. Gli anziani, soprattutto coloro con più di 65 anni, mostrano un’incidenza di mortalità significativamente più alta rispetto agli altri gruppi di età, mentre i giovani tra i 15 e i 24 anni affrontano un rischio di morte sul lavoro superiore rispetto ai colleghi più anziani.

Infine, i lavoratori stranieri sono soggetti a un rischio di infortunio mortale più del doppio rispetto agli italiani, evidenziando la necessità di politiche mirate per proteggere questa categoria di lavoratori.

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Fabio Palli

Spirito libero con un pessimo carattere. Fotoreporter in teatro operativo, ho lavorato nella ex Jugoslavia, in Libano e nella Striscia di Gaza. Mi occupo di inchieste sulle mafie e di geopolitica.

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