Gaza: si intensificano le operazioni militari nel nord della Striscia

Intanto alcuni ministri del governo di Netanyahu preparano la colonizzazione

Le forze israeliane di difesa (Idf) sono pronte a intensificare le operazioni nel nord della Striscia di Gaza nelle prossime settimane per contrastare il tentativo di Hamas di ristabilire la sua presenza militare nell’area. Lo riporta The Times of Israel, citando la radio dell’esercito di Tel Aviv. L’Idf ritiene che nel nord di Gaza ci siano ancora 2mila miliziani di Hamas che per la gran parte rispondono al comandante locale locale Izzadin al-Haddad, mentre la leadership del gruppo, che si sarebbe trasferita nel sud dell’enclave, sostanzialmente tagliata fuori.

L’Idf punterebbe a condurre raid nelle zone che Hamas sta tentando di riconquistare e potrebbe portare avanti attacchi attacchi su vasta scala laddove necessario. Nel nord di Gaza, infatti, l’esercito israeliano nelle ultime settimane si è concentrato principalmente nella ricerca di armi, tunnel e di piccole sacche di resistenza.

Firmato il “Patto di vittoria e rinnovamento degli insediamenti”

Bezalel Smotrich e Ben Gvir, insieme a sei deputati della coalizione, hanno firmato il “Patto di vittoria e rinnovamento degli insediamenti”, in cui si impegnano a far “crescere insediamenti ebraici pieni di vita” nella Striscia di Gaza. Insieme a loro, anche il ministro delle Comunicazioni Shlomo Karhi, esponente del Likud, che ha chiesto di costruire colonie a Gaza e “incoraggiare l’emigrazione volontaria” della popolazione palestinese.

Le immagini della conferenza hanno suscitato critiche e polemiche sui social. Il premier Benjamin Netanyahu non ha partecipato e ha fatto sapere di essere contrario alla ricostruzione di colonie a Gaza, ribadendo che non è la politica del governo. Ministri e deputati possono esprimere la loro opinione, ha sottolineato, ma la politica di Israele sul dopoguerra a Gaza verrà stabilita dall’intero gabinetto di sicurezza e nessuna decisione in tal senso è stata presa. Netanyahu ha poi sottolineato che la sua opposizione alla ricostruzione degli insediamenti a Gaza “non è cambiata”.

12 dipendenti Unrwa accusati di collaborare con Hamas

Israele ha trasmesso agli Stati Uniti il rapporto che accusa 12 dipendenti dell’Unrwa (Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi nel vicino oriente) di essere coinvolti nell’attacco di Hamas del 7 ottobre. Lo ha riferito il New York Times, riportando una serie di dettagli sullo staff in questione.

In particolare, un consulente scolastico dell’agenzia Onu di Khan Younis, nel sud di Gaza, è accusato di aver collaborato con suo figlio per rapire una donna da Israele, un assistente sociale di Nuseirat, nel centro di Gaza, avrebbe contribuito a portare a Gaza il corpo di un soldato israeliano morto, nonché avrebbe distribuito munizioni e coordinato i veicoli il giorno dell’attacco. Un terzo dipendente avrebbe partecipato al massacro nel kibbutz Be’eri dove morirono 97 persone. Nel rapporto di Israele c’è anche il riferimento a un altro dipendente indicato come responsabile di un magazzino di armi e uno avrebbe distribuito munizioni.

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