Skymetro, in approvazione il progetto definitivo. Il collettivo ValBisagno Sostenibile avverte: “È la cronaca di un disastro annunciato”

Oltre 200 piloni, oltre 200 cantieri, oltre 200 punti in cui l’argine del Bisagno verrà distrutto e ricostruito. Ma con quali aggiustamenti, con quali ingombri? Con quali garanzie rispetto ad eventuali alluvioni e alle leggi che tutelano il bacino?

Genova – In attesa di vedere come si concluderà la procedura di VIA del prolungamento sopraelevato della metropolitana in Val Bisagno, tra Brignole e Molassana, il collettivo “Opposizione Skymetro – ValBisagno Sostenibile” ha letto tutte le 6347 pagine e tavole del progetto e pubblicato una serie di osservazioni su questa nuova infrastruttura, condivise in una nota stampa.

“Il Comune ha presentato il progetto Skymetro in conferenza dei servizi. Da martedì 9 gennaio il progetto è nel percorso di VIA (facilitata con nuovo emendamento) e si possono fare osservazioni entro 30 giorni e poi si chiuderà anche questo passaggio. Vidimato il progetto definitivo, ci saranno le gare di appalto.
Il progetto, che è pubblico e si può consultare, è quello che verrà proposto, con piccolissime modifiche, per partire con i cantieri”, inizia la nota che sottolinea come “durante la Conferenza dei Servizi il progetto, pubblicato in ritardo dal Comune, è stato letto dai tecnici del nostro Comitato (architetti, ingegneri, medici di salute pubblica, sociologi e urbanisti) e dai tecnici delle associazioni che hanno partecipato alla fase delle osservazioni pubbliche, che hanno dialogato e che ci supportano portando la loro esperienza: MobiGe, Amici di Ponte Carrega, Legambiente, Italia Nostra”.

Il collettivo non è soddisfatto di quello che ha letto perché “abbiamo ravvisato un progetto che più che indicare, in molti punti chiave, rimanda. Un progetto che manca di risposte ed indicazioni. Un progetto figlio di un percorso chiuso, poco partecipato, maltarato e che non poteva che concludersi con una sua edizione che apre a mille pasticci.Oltre ad essere un progetto che, secondo noi, peggiorerà la Valle per almeno 100 anni, vogliamo sottolineare alcuni aspetti che è facile prevedere che si tramuteranno in ulteriori problemi, ritardi, complicazioni, e anche, probabilmente, errori”.

Quindi promette battaglia: “Non ci siamo mai fermati e non ci fermeremo adesso nel contrastare questo progetto, per noi, disastroso per la vallata. Abbiamo promosso un dibattito pubblico, interventi di critica, spazi di partecipazione, informazione sul progetto in itinere, proposte alternative. E, informando sul percorso del progetto abbiamo mostrato a tutti le grandissime pecche: mancanza di trasparenza e partecipazione adeguate, con conseguente scontro culturale e sociale, progetto in continua evoluzione e confusione, mancanza di studi di approfondimento prima della progettazione”. E poi fa notar che: “La prima cosa evidente è che mancano parti essenziali del progetto. I documenti fondamentali per poter definire completo il progetto di una qualsiasi infrastruttura sono tre: le planimetrie, i profili altimetrici e le sezioni e nel nostro caso sia le planimetrie, sia le sezioni sono assolutamente carenti. Da nessuna parte viene descritta l’integrazione tra l’opera e il territorio, non ci sono sezioni e planimetrie (disegni progettuali) che ne tengano adeguatamente conto. Le oltre 100 sezioni trasversali elaborate a corredo del progetto non rappresentano assolutamente la situazione effettiva del territorio all’intorno ma risultano astratte, come se lo skymetro corresse in una campagna deserta e disabitata. È mancata fin dall’inizio una analisi preliminare di quali fossero per davvero le necessità di trasporto pubblico per la Val Bisagno”.

Ecco le criticità sottolineate dal collettivo

Il primo riguarda l’impatto sulle strade sottostanti. Si chiede il collettivo: “Lo skymetro toglierà delle corsie? In molte parti del tragitto le strade sottostanti alla sopraelevata dovranno essere ridotte sia per i piloni che per le stazioni e le opere accessorie. La strada di scorrimento della sponda sinistra, per esempio, a monte del cimitero non sarà più a quattro corsie, dato che in certi casi sarà inevitabile realizzare delle strettoie. In tutto il progetto non esiste sezione o planimetria che tenga conto di questo aspetto. La riduzione di larghezza delle corsie stradali ridurrà anche la sicurezza stradale e genererà colli di bottiglia. Sembra evidente che la posa di piloni che occupano poco meno di due metri sul marciapiede uscirà dallo spazio del marciapiede attuale invadendo le corsie stradali”.

Poi c’è l’argine del Bisagno. “Da nessuna parte viene descritto in maniera chiara e progettuale come l’opera interferisce con gli argini del Bisagno. Il progetto contiene al suo interno parti copiate senza modifiche dal precedente progetto di prefattibilità, che prevedeva una linea a binario unico costruita su un impalcato retto da piloni posizionati sull’attuale argine del Bisagno, con metà sezione all’interno dell’alveo stesso. Se lo skymetro si intende realizzarlo ancora a stretto contatto con l’argine, questo significa che l’argine quasi nella sua totalità verrà demolito e ricostruito per permettere l’edificazione dei piloni, ma da nessuna parte viene descritto l’impatto sulla stabilità di un muro oggi continuo che viene demolito e ricostruito a pezzetti, ogni poche decine di metri, perdendo ogni continuità statica per uno sviluppo di quasi sette chilometri di argine di un torrente esondabile, la cui gestione è sensibile, problematica e soggetta a differenti leggi, enti e regolamenti. Nel caso in cui i piloni fossero a qualche metro dall’argine, allora verrebbe compromessa sia la viabilità e la sicurezza delle strade adiacenti, sia la sicurezza dei passeggeri che dovranno salire e scendere dalle stazioni in percorsi (marciapiedi e scale) stretti e adiacenti le strade. Tutte informazioni mancanti, qualunque sia la situazione che si creerà e che non è stata progettata nel dettaglio”.

E lo scolmatore? La Relazione Generale del progetto, riguardo allo scolmatore riporta che “il completamento e la messa in funzione di tale opera risultano essenziali per la realizzazione e l’esercizio dello Skymetro”. Denuncia il collettivo aggiungendo che “il cronoprogramma dei cantieri non tiene minimamente conto dei ritardi attuali del cantiere dello scolmatore, indicando date di inizio dei lavori dello Skymetro non in linea con la tempistica dello Scolmatore”.
Di più. “Non sono disponibili dettagli sul posizionamento dei piloni in corrispondenza all’opera di presa dello scolmatore. Un certo numero di piloni (indicativamente una decina di piloni) verrebbero posizionati lungo l’argine sinistro del Bisagno a fianco del canale di adduzione alla nuova galleria scolmatrice. All’interno dello studio di impatto ambientale scritto che per uno sviluppo totale di circa 170 m risulta impossibile la realizzazione del viadotto lungo argine come previsto per il resto della linea. Questo ha portato alla realizzazione di un bypass che porta la linea sul lato opposto della carreggiata stradale, al fine di non interferire in alcun modo con le opere definitive dello scolmatore già in fase di realizzazione. Ma in nessuna tavola si trova la progettazione di questo bypass”.

Ma le interferenze non riguardano soltanto lo scolmatore. Il collettivo sottolinea anche che c’è un problema anche con la linea di alta tensione che parte da via Canevari e con i suoi 11 tralicci. Problema “la cui soluzione non è compresa nel progetto” e anzi “viene rimandata”.

E le criticità non finiscono qui. Nella lunga nota del collettivo, si legge che “nel progetto non c’è alcun documento relativo alla spesa“. Mancano cioè “il Quadro Economico, oltre al Computo Metrico Estimativo e al Capitolato d’Appalto”. Mancano dati e informazioni sulla gestione dei cantieri che prevedono “oltre 200 piloni e un buco di circa 6 metri di diametro per ognuno!”.
E poi non esistono neppure “indicazioni o parole sull’incidenza del progetto sulle due falde acquifere sotto e a lati del Bisagno che verranno messe in comunicazione dagli scavi”.

Insomma, le preoccupazioni del collettivo sono tante: “In questo momento per lo stesso progetto viene richiesta una procedura di Valutazione di Impatto Ambientale accelerata, della durata di massimo trenta giorni, che renderà quasi impossibile la partecipazione di cittadini e soggetti esterni alle istituzioni alla procedura di deposito delle osservazioni, come sarebbe previsto dalla legge.
La natura del progetto, l’iter di finanziamento dell’idea iniziale, la procedura di valutazione messa in atto, fino a qui si sono rivelati inadeguati. Che opera potrà essere realizzata? Quale sarà la sua vera utilità? Quali saranno i costi reali della sua realizzazione, e con quali costi sociali la pagheremo?”.

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