‘Ndrangheta, 26 in manette: intreccio di potere e attività criminali tra le comunità nomadi e il clan Borghetto-Latella

Dalle prime luci dell’alba, la Finanza di Reggio Calabria sta eseguendo un’ordinanza di misura cautelare nei confronti di 27 persone nelle province di Reggio Calabria, Agrigento, Cosenza, Messina, Milano e Roma

Reggio Calabria – L’ombra della ‘Ndrangheta, una delle organizzazioni criminali più potenti e pericolose al mondo, si allunga ancora una volta sulla città di Reggio Calabria con l’emergere di nuovi dettagli nel quadro dell’inchiesta “Garden”. Questa operazione, condotta con successo dalla Guardia di Finanza, ha portato all’arresto di 26 persone legate alla cosca Borghetto-Latella, che per decenni è stata considerata una ramificazione satellite della famiglia Libri.

La rivelazione emersa dalle indagini è che, contrariamente alle precedenti valutazioni, la cosca Borghetto-Latella oggi gode di una notevole autonomia e controlla le attività criminali ed economiche in un’ampia zona di Reggio Calabria, specificamente nei quartieri di Modena, Ciccarello e San Giorgio Extra.

Riciclaggio e estorsione

La trama intricata di questa organizzazione criminale viene alla luce attraverso il filo conduttore delle attività di potere, riciclaggio di denaro, estorsione e violenza sistematica. L’inchiesta ha rivelato una struttura di potere solida nel quadrante sud di Reggio, dove i Borghetto-Latella hanno esercitato il loro controllo mafioso, supportato da arsenali militari e atti intimidatori.

Il capo indiscusso della cosca, identificato come Cosino Borghetto, è stato individuato come il dispensatore di ruoli organizzativi e di risorse finanziarie. Assieme al fratello Eugenio, noto come Gino, si sospetta che abbia orchestrato la ripartizione dei proventi illegali tra il proprio sodalizio e altre ‘ndrine. L’arresto dei 26 membri chiave della cosca, insieme al sequestro di beni imponenti per un valore di circa 500mila euro, costituisce un colpo significativo contro questa rete criminale.

Legame sempre più stretto tra la ‘Ndrangheta locale e pericolosi esponenti di gruppi criminali nomadi

Ciò che rende ancora più allarmante la situazione è la scoperta di un legame sempre più stretto tra la ‘Ndrangheta locale e pericolosi esponenti di gruppi criminali nomadi. L’indagine rivela un lato oscuro e pericoloso della ‘Ndrangheta che, pur di perseguire i suoi scopi lucrosi, ha stretto alleanze con le comunità nomadi. Questa collaborazione, descritta dagli investigatori come un “do ut des”, ha fornito alle comunità nomadi una legittimità sul territorio in cambio di una manodopera criminale, specializzata in attività come traffico di armi e droga, nonché condotte violente.

Scoperto un vero e proprio arsenale

Durante le operazioni, la Guardia di Finanza ha scoperto un vero e proprio arsenale, comprendente armi da guerra come mitragliette, fucili e pistole, munizioni, e persino un ordigno dalla potenza micidiale. Questa scoperta solleva gravi preoccupazioni sulla sicurezza pubblica, poiché evidenzia la capacità della ‘Ndrangheta di accedere a armamenti di elevata pericolosità.

In conclusione, l’inchiesta “Garden” getta una luce spietata sulle attività criminali della cosca Borghetto-Latella, rivelando la loro crescente autonomia e alleanza con gruppi criminali nomadi. La lotta contro la ‘Ndrangheta continua a essere una priorità assoluta per le autorità, che devono affrontare una minaccia che si evolve costantemente e intreccia le sue radici nel tessuto sociale, economico e criminale della regione.

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