‘Ndrangheta, Reggio Calabria: 8 in manette con l’accusa di associazione mafiosa e favoreggiamento

L’operazione Declino della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria  colpisce la cosca Crea di Rizziconi

Reggio Calabria, 11 agosto – Nella giornata odierna, personale della Polizia di Stato di Reggio Calabria ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della Procura della Repubblica- Direzione Distrettuale Antimafia- diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri, a carico di 8 soggetti- indiziati, a diverso titolo, e allo stato del procedimento in fase di indagini preliminari e fatte salve diverse valutazioni nelle fasi successive, dei reati di associazione mafiosa, favoreggiamento personale e procurata inosservanza di pena, aggravati dalle finalità mafiose. Oltre ai destinatari dei provvedimenti restrittivi, nel procedimento penale risultano indagati, in stato di libertà, ulteriori 7 soggetti indagati per i soli reati di favoreggiamento personale e procurata inosservanza di pena, aggravati dalle finalità mafiose.

Il reggente della cosca

Le indagini, condotte attraverso numerosi servizi tecnici di intercettazione, hanno permesso di individuare i presunti appartenenti alla cosca Crea di Rizziconi, che si sono occupati, tra le altre cose, di gestire la latitanza di C. D., cl. 82, catturato dalla Polizia di Stato a Ricadi (VV) il 2 agosto del 2019, dopo oltre 4 anni di latitanza. Al momento della cattura, Domenico Crea., ritenuto reggente della cosca in sostituzione del padre Teodoro e del fratello Giuseppe, quest’ultimo arrestato dopo oltre un decennio di irreperibilità, era ricercato per diversi provvedimenti restrittivi tra i quali figurava una condanna ad oltre 21 anni di reclusione per associazione mafiosa ed estorsione.

Dalle risultanze delle indagini pare che  Domenico Crea. abbia trascorso gran parte della sua latitanza in provincia di Vibo Valentia, grazie al  coinvolgimento di Luigi Mancuso, ritenuto il reggente della cosca di Limbadi  e  Pasquale Gallone, condannati nei mesi scorsi, in primo grado, nell’ambito del processo Rinascita-Scott, rispettivamente alla pena di anni 21 e di anni 20 di reclusione.

Tra i destinatari della misura cautelare figurano  Rocco Versace e  Francesco Candiloro, già in carcere da ottobre del 2021, nell’ambito di indagini condotte dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Ancona, perché ritenuti coinvolti nell’omicidio di Marcello Bruzzese, fratello del collaboratore Girolamo Biagio Bruzzese, avvenuto il 25. dicembre 2018 a Pesaro. Per l’omicidio di Bruzzese, Francesco Candiloro,  è stato condannato, in primo grado in abbreviato, alla pena dell’ergastolo, mentre per Versace è in corso il processo con rito ordinario.

In copertina: Gratteri/Bombardieri

 

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