Fukushima, il capo dell’agenzia Onu sul nucleare è in Giappone per l’ok al rilascio dell’acqua radioattiva in mare

Quattro giorni per incontrare i leader del governo e per assistere agli ultimi preparativi per lo sversamento nell’Oceano Pacifico

Greenpeace

Il capo dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) è in Giappone per incontrare i leader del governo giapponese prima dello sversamento in mare delle acque radioattive utilizzate per raffreddare gli impianti della centrale atomica di Fukushima, danneggiata da uno tsunami nel 2011.
Le acque radioattive, trattate e poi stoccate nell’arco di 12 anni, secondo il governo locale devono essere rimosse per evitare perdite accidentali e consentire la disattivazione del sito.

Il Giappone spera che la visita del capo dell’AIEA, Rafael Mariano Grossi, che resterà quattro giorni nel Paese per assistere alla messa a punto finale di tutta l’operazione, conferisca credibilità a questo piano controverso e osteggiato, ad esempio, anche dai pescatori della zona che temono per i danni alla loro reputazione che la manovra potrebbe innescare.

Nel rapporto dell’AIEA, coordinato da Grossi, si dice che il rilascio di quest’acqua, immagazzinata in circa 1.000 serbatoi che si avvicinano alla capacità di 1,37 milioni di tonnellate, è in linea con gli standard di sicurezza dell’industria nucleare e avrà un impatto “trascurabile” sull’ambiente.
Tale relazione verrà presentata oggi al primo ministro, Fumio Kishida, e poi si prevede che l’operatore della centrale – la Tokyo Electric Power Company Holdings (TEPCO) – otterrà un permesso per il rilascio delle acque nei prossimi giorni, anche se non è ancora stato deciso quando inizieranno le operazioni. I regolatori giapponesi hanno concluso la loro ultima ispezione di sicurezza delle attrezzature lo scorso venerdì e, in teoria, occorre una settimana per procedere con le operazioni di sversamento. Ma c’è indecisione a causa delle preoccupazioni e delle proteste.

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Grossi, in una conferenza stampa congiunta dopo l’incontro con il ministro degli Esteri, Yoshimasa Hayashi, ha dichiarato che la relazione riassume il lavoro dell’AIEA negli ultimi due anni e che consegnarla a Kishida segna “un capitolo importante”. Hayashi ha ringraziato “gli sforzi imparziali e professionali dell’AIEA nella loro revisione da un punto di vista della sicurezza e dei regolamenti”. Ha promesso ulteriori sforzi del Giappone per fornire spiegazioni dettagliate alla comunità internazionale “basate su prove scientifiche e con un alto grado di trasparenza”.

L’AIEA ha effettuato diversi viaggi in Giappone dall’inizio del 2022, ma riconosce di non poter prendere decisioni per il governo giapponese, incluso fermare il rilascio delle acque reflue.

Quanto alla radioattività delle acque, il governo giapponese e TEPCO affermano che, sebbene ancora leggermente radioattive a causa del trizio – che è un isotopo dell’idrogeno che sfugge all’unità di decontaminazione “ALPS”, progettata proprio per la centrale di Fukushima -, saranno diluite a livelli più sicuri rispetto agli standard internazionali e saranno rilasciate gradualmente nell’oceano nel corso di decenni, rendendole innocue per le persone e per la vita marina.

Alcuni scienziati sostengono, però, che l’impatto dell’esposizione a lungo termine a basse dosi di radionuclidi sia sconosciuto. Altri ritengono che il piano di rilascio sia sicuro, ma chiedono maggiore trasparenza nel campionamento e nel monitoraggio di tutte le operazioni di sversamento.

Il governo giapponese dichiara che sono state diffuse documentazioni dubbie, compresa una che afferma che il Giappone ha pressato l’AIEA per rimuovere informazioni negative dal suo rapporto finale. Hayashi e gli altri funzionari le hanno smentite.

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Borse con scorie nucleari a Obori, città di Namie all’interno della zona di esclusione altamente contaminata a Namie, prefettura di Fukushima. Fonte: Greenpeace

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