Congo: allarme violenza sessuale nel Nord Kivu, 48 vittime al giorno, 670 in due settimane

Argomento poco interessante e quindi ignorato dal mondo “di sopra” che in Congo si occupa solo di estrarre risorse

Più di 670 vittime di violenza sessuale sono state curate in due settimane dalle équipe di Medici Senza Frontiere (MSF) nei campi per sfollati intorno a Goma, capitale della provincia del Nord Kivu, in Repubblica Democratica del Congo. Più della metà delle vittime, 360 persone, sono state assistite a Rusayo, tra gli insediamenti più grandi e sorti più di recente, le altre nei campi a Bulengo, Lushagala, Kanyaruchinya, Eloime e Munigi.

“Ogni giorno, una media di 48 nuove vittime di violenza sessuale viene curata dalle nostre équipe nei campi per sfollati” dichiara Jason Rizzo, coordinatore MSF per l’emergenza nel Nord Kivu. “Per mesi le nostre équipe hanno trattato un numero elevato di casi, ma mai su scala catastrofica come nelle ultime settimane. Quasi il 60% delle vittime si presenta entro 72 ore dall’attacco, a dimostrazione che si tratta di un’emergenza medica e umanitaria continua”.

Le donne sono le più colpite

Quasi tutte le vittime sono donne e la maggior parte racconta di essere stata aggredita mentre cercava cibo o legna fuori dai campi per sfollati. A Rusayo, Bulengo e Kanyaruchinya, più della metà ha riferito di essere stata assalita da uomini armati.

Questi numeri scioccanti riflettono l’estrema vulnerabilità e il rischio di violenza cui sono esposti gli sfollati nell’area. Si tratta inoltre di numeri parziali poiché tengono conto solo delle consultazioni effettuate dalle équipe di MSF nei campi in cui l’organizzazione è presente.

1 milione di rifugiati

Gli scontri nel Nord Kivu tra l’esercito congolese e diversi gruppi armati, tra cui l’M23, hanno costretto più di 1 milione di persone a fuggire dalle loro case dal marzo 2022. Oltre 600.000 hanno trovato rifugio nei campi alla periferia della città di Goma, dove le condizioni sono spesso sovraffollate e insalubri.

“Dopo essere arrivati qui, uno dei miei bambini ha cominciato a mostrare segni di malnutrizione. Non potevo rimanere a guardare senza fare nulla. Ho deciso di andare nella foresta per raccogliere della legna che poi avrei venduto per comprare del cibo. In quel momento ho incontrato dei banditi che mi hanno aggredita” racconta una delle donne che vive nel campo di Rusayo.

Le c0ndizioni dei campi profughi sono disastrose

Nonostante diverse organizzazioni umanitarie nelle ultime settimane abbiano incrementato la loro attività, le condizioni di vita dei campi nei dintorni di Goma restano disastrose:  le persone vivono senza poter soddisfare i bisogni di base, non hanno cibo, latrine e rifugi. La carenza di assistenza umanitaria aumenta la vulnerabilità delle persone ed esaspera il rischio delle violenze a cui potrebbero essere soggette.

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