Il Tar annulla l’affidamento dei lavori per la diga di Genova, scoppiano le polemiche

Come nella più classica tradizione italiana hanno tutti ragione, ma i soldi sono dei cittadini

Genova – La prima sezione del Tar della Liguria, riunita il 7 maggio, ha annullato l’aggiudicazione della gara per la nuova diga foranea del porto di Genova. La decisione dei giudici amministrativi, pubblicata oggi, però non avrà effetti sui cantieri che, secondo le dichiarazioni del Sindaco Marco Bucci e del Presidente di Regione Liguria, Giovanni Toti, non fermerà i lavori.

In una nota Giovanni Toti ha precisato che : “Ai troppi signori del no che ancora popolano il nostro Paese, per interesse o per mediocrità, stavolta possiamo dire: riponete pure festoni, trombette e palloncini colorati. La festa dell’immobilità non verrà celebrata. Grazie alle nuove norme finalmente decise dal Parlamento della Repubblica, il cantiere della diga di Genova andrà avanti esattamente come previsto”. “Nel pieno rispetto della sentenza – prosegue Toti – il pronunciamento del TAR infatti non ferma i lavori e non sposta nulla nelle decisioni prese coraggiosamente da Istituzioni che vogliono far crescere il Paese. Se ne facciano una ragione i tanti comitati dediti all’immobilismo e le troppe imprese che ancora oggi ritengono che i ricorsi siano il metodo per far correre la nostra economia, arrecando danno anche a loro stesse”

L’annullamento non comporta la sospensione dei lavori

Trattandosi di un’opera finanziata con le risorse previste dal Pnrr, “e trovando applicazione l’articolo 125 del codice del processo amministrativo, l’annullamento dell’affidamento non comporta la caducazione del contratto già stipulato. L’illegittimità dell’atto ha valore solo ai fini risarcitori. Il ricorso era stato presentato da Eteria, il consorzio guidato dai gruppi Gavio e Caltagirone con la spagnola Acciona e Rcm costruzioni, contro l’aggiudicazione della gara per la realizzazione della nuova diga foranea al consorzio Webuild-Fincantieri. In passato il Tar aveva rigettato la sospensiva richiesta dai ricorrenti, cosa che avrebbe ostacolato l’avvio dei lavori, iniziati ufficialmente con la cerimonia del 4 maggio scorso.

Il ricorso al Consiglio di Stato

Se la sentenza del Tar della Liguria dovesse essere confermata negli altri gradi del giudizio amministrativo, l’Autorità portuale, che secondo quanto si apprende da fonti qualificate sta preparando il ricorso al Consiglio di Stato, dovrebbe pagare un un risarcimento milionario. Se venisse riconosciuta l’illegittimità della gara, sempre secondo la stessa fonte, anche la Corte dei conti potrebbe intervenire contro l’Autorità portuale, ipotizzando l’accusa di danno erariale.

Per il PD gestione fallimentare

Per il Partito Democratico “la gestione della realizzazione della Diga da parte di Toti, Bucci e Signorini si rivela sempre più fallimentare. La sentenza del Tar che dichiara illegittima l’assegnazione dell’appalto a Webuild è l’ulteriore conferma di come Comune, Regione e Autorità Portuale stiano mettendo a rischio la costruzione di un’opera centrale per la Liguria e per il Paese, che procederà nel suo iter solo perchè protetta dalle misure speciali previste per il Pnrr”.

Queste le parole di Valentina Ghio, deputata dem e segretaria PD Regione Liguria, Simone D’Angelo, segretario e capogruppo PD Genova e Luca Garibaldi, capogruppo PD Regione Liguria: “Diversamente sarebbe saltato tutto, con danni enormi. Siamo di fronte all’ennesimo colpo alla credibilità gestionale di chi dovrebbe realizzare l’opera principale del Pnrr, che fino a oggi ha già visto diversi scivoloni: dalla gara andata deserta al ritardo nell’assegnazione dei lavori da parte della commissione aggiudicatrice a causa di un conflitto di interesse, fino ai dubbi mai chiariti e fugati sulla tenuta progettuale.

A questo – proseguono – ora si aggiunge il fatto che, secondo il TAR, pure l’affidamento è viziato, sentenza che apre la strada anche all’ipotesi di risarcimento che, su un’opera così costosa, rischia di essere ingente.

Se il buon giorno si vede dal mattino…

In casa M5S “i deputati in commissione trasporti Antonino Iaria, Luciano Cantone, Roberto Traversi e Giorgio Fede hanno commentato che se” il mattino del Pnrr è quello della diga foranea di Genova, il buongiorno si preannuncia tutt’altro che tale. Parliamo di un appalto di cui proprio oggi è stata annullata l’assegnazione da parte del Tar: una spia rossa che preoccupa, visto che si tratta di una delle opere più importanti del Pnrr.

Come M5s abbiamo immediatamente depositato un’interrogazione al ministro Salvini, perché su questa dibattuta opera serve subito un’operazione trasparenza. Prima di posare prime pietre per alimentare la solita cantilenante propaganda, forse si dovrebbe avere la cautela di controllare le procedure. Diciamo che il “Niagara” di proclami e annunci del ministro ogni giorno si infrange con la realtà. In generale, constatiamo che se il “mood” del governo in tema di Pnrr è quello della diga genovese, il rischio che l’Italia si avvii verso il disastro si fa sempre più concreto”.

A metà maggio verranno posati 70mila pali per diga 

Intanto il progetto prevede che tra qualche giorno inizi la posa dei pali per realizzare il basamento della nuova diga, che poggerà su fondali fino a una profondità di 50 metri, impiegando ben  sette milioni di tonnellate di materiale roccioso, su cui saranno posizionati un centinaio di cassoni prefabbricati in cemento armato, larghi 35 metri lunghi 67 metri e alti fino a 33 metri, con una stima di 1.000 persone impegnate, tra diretti e terzi, per la costruzione dell’intera infrastruttura.

 

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