25 aprile, il messaggio di Bisca (Anpi): “Bisogna studiare la storia e impararne i valori”

E poi sul viaggio di La Russa a Praga: “Può anche fare il giro del mondo in 80 giorni ma non può cancellare le sue radici che sono l’esatto contrario delle nostre e della gente che era qui in piazza”

Genova – Bandiere tricolori, bandiere della Pace, il labaro dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia e poi tanti fazzoletti rossi da partigiano. C’è un mondo in piazza Matteotti ad ascoltare le parole di Massimo Bisca, il Presidente dell’Anpi genovese.

Un mondo che si spella le mani al ritmo degli applausi, tanti, quando Bisca ricorda che “l’unità è la lezione migliore che ci ha dato la Resistenza” e sottolinea che “chi è sopravvissuto alla guerra ha scritto il frutto migliore di quella lotta, che si chiama Costituzione della Repubblica“.

Poi, sulla scelta di Ignazio La Russa di volare a Praga, proprio oggi, per omaggiare la figura di Jan Palach, il giovane cecoslovacco diventato simbolo dell’anti-comunismo perché il 16 gennaio 1969 si suicidò dandosi fuoco per protestare contro l’invasione sovietica in piazza San Venceslao, dove il presidente del Senato depositerà una corona, dice “mi fa pena” e aggiunge che La Russa “può anche fare il giro del mondo in 80 giorni ma non può cancellare le sue radici che sono l’esatto contrario delle nostre e della gente che era qui oggi”.

Il messaggio del Presidente dell’Anpi genovese arriva  forte e chiaro alla piazza: “Bisogna avere una grande unità antifascista, studiare la storia e impararne i messaggi e i valori. Ricordo un partigiano di Sampierdarena che mi diceva sempre: fai in modo che ogni volta che passi davanti a una via che è dedicata a un partigiano o una partigiana non ti debba mai vergognare dicendo ah se avessi fatto qualcosa all’ora. Se ognuno di noi si batte per quei valori, allora quei nomi e quei cognomi possiamo leggerli senza vergognarci”.

Il discorso di Massimo Bisca in Piazza Matteotti

Simona Tarzia

Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.

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