PD, Bindi: “Con questo voto si chiude la fase del renzismo”

Bonaccini: “Chi esce sbaglia”

Riuscirà la neo segretaria del Pd a unire un partito sfliacciato in correnti e rivoli che spesso hanno poco di ideologico e molto di spartizione politica di poteri piccoli o grandi che siano? Difficile dirlo adesso, ma se in tempi non sospetti Elly Schlein disse che non ci sarebbero stati  schleiniani, forse sopravvalutava il PD, contenitore politico più che partito, fatto di tante file dove ognuno scalpita per avanzare e poter salire sul carro del vincitore, per quando ancora un po’ traballante.

Passare all’incasso è prassi post elettorale, e non c’è destra,sinistra, centro o movimenti vari che tengano; è in base a questa logica che si parla insistentemente di Michela Di Biase, moglie di Dario Franceschini, sostenitore della Schlein, come capogruppo alla Camera. Serracchiani dovrà cercarsi una collocazione alternativa in attesa che ripassi il carro giusto. Nel mentre al vertice si discute, con pacatezza, vera o finta che sia, su cosa sarà il nuovo PD, con il timore che Renzi se ne porti via un bel pezzo.

Bonaccini: “L’avversario è la destra”

“Sono convinto che chi esce sbaglia, anzi dobbiamo chiamarne di nuovi. Dobbiamo far si che il Pd si rigeneri, che abbia una nuova classe dirigente e che metta in campo una proposta per costruire il centrosinistra”.

Sono le parole di Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia-Romagna, pronunciate questa mattina fuori dall’aula dell’assemblea legislativa. Bonaccini ha detto di non aver ancora ricevuto una chiamata da parte di Elly Schlein, eletta neosegretaria del Pd alle primarie di domenica, ma “non ho dubbi che mi chiamerà molto presto”.

Per quanto riguarda una possibile opposizione interna al partito, Bonaccini ha affermato che “la vera opposizione è nei confronti della destra. L’obiettivo è di costruire le condizioni per tornare a essere il primo partito alle prossime elezioni europee e vincere nei comuni”.

Rosy Bindi. “Cambiare tenendo unito il partito”

Rosy Bindi, tra i fondatori del PD, e che per quattro anni ne è stata anche presidente, alle primarie di domenica non ha votato: “Non mi convinceva nessuno dei due sfidanti, non e’ una sfida semplice mantenere fede alla promessa di cambiamento e tenere unito il partito. Sicuramente questo voto chiude la fase del renzismo”, anche se proprio Renzi sta aspettando a braccia aperte i transfughi che di svolte a sinistra, o pseudo sinistra, del PD ne fanno volentieri a meno.

Rosy Bindi continua la sua analisi affermando che i punti programmatici di Elly Schlein vanno bene e “mi piace quello che ha detto. Va bene parlare di salario minimo, ma se sei all’opposizione non dipende da te farlo. Quando sei all’opposizione quello che conta è la visione, riuscire a convincere le persone che sarai capace di dare risposte alle grandi sfide del momento. E nelle sue parole non ho riconosciuto questo progetto”

Per esempio,”mi sarebbe piaciuto che come primo atto fosse andata a Crotone. Un gesto simbolico che vuol dire: sull’immigrazione, che non è un’emergenza ma un fenomeno strutturale, si costruisce una nuova sinistra. E domenica notte non l’ho sentita parlare della guerra”.

“Comunque avere per la prima volta una donna segretaria del Pd è un’ottima notizia – continua la Bindi –  “tuttavia il fatto che per la prima volta sia eletta segretaria una candidata arrivata seconda nel voto tra gli iscritti, deve portare a interrogarsi sullo strumento delle primarie. Non per abolirlo, ma per farlo diventare qualcosa di più costruttivo. Secondo me, dovrebbe poter votare solo chi partecipa al dibattito del processo costituente. Inoltre tra la vita interna del partito e chi ne ha a cuore le sorti ma non ne fa parte, c’è una distanza che va colmata”.

Nardella: “Io presidente? Non chiedo niente”

 “No, io non chiedo niente. Credo nessuno chieda niente. Noi non siamo qui nel partito a chiedere sennò vuol dire che non abbiamo capito che cosa significa cambiamento”.

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