Carenza ostetriche e assistenza alla donna in gravidanza, Candia: “Auspico che nel piano sociosanitario si risolvano questi problemi anziché discutere solo di chiusure dei punti nascita”

Sui due temi la consigliera regionale della Lista Sansa ha presentato due interrogazioni durante la seduta di consiglio di stamane

Genova – “Le donne in gravidanza in Liguria da tempo stanno vivendo un duplice problema: la carenza delle ostetriche necessarie a offrire un servizio ottimale e le restrizioni Covid (le ultime rimaste…) che impediscono la presenza fissa di una persona scelta dalla madre per il travaglio, il parto e il decorso ospedaliero prima delle dimissioni.
Nel nuovo piano sociosanitario di cui si discute da tempo a mezzo stampa, senza aver ancora visto un documento ufficiale, vorremmo che si affrontassero anche questi due temi, non solo le chiusure dei punti nascita”.
Così la consigliera regionale della Lista Sansa, Selena Candia, che sui due temi ha presentato due interrogazioni durante la seduta di Consiglio di stamane.

Personale medico e consultori

“Per quanto riguarda le ostetriche l’assessore Gratarola ha risposto citando i dati della Asl 3 relativi alle recenti, e prossime, assunzioni di personale – spiega Candia -.
Per avere un bilancio complessivo sarebbe però utile sapere anche quante ostetriche sono andate o stanno per andare in pensione, in modo da capire qual è il trend per il raggiungimento del personale necessario”.
“Inoltre – sottolinea la consigliera regionale – è importantissimo affrontare il discorso dei consultori, tema su cui avevamo già presentato un’interrogazione per i contratti a termine delle ostetriche che vi operavano”.

Una persona fissa, scelta dalla madre, per le fasi del travaglio

Nell’interrogazione sulla presenza di una persona fissa, scelta dalla madre, per le fasi del travaglio e del parto e di tutto il decorso ospedaliero prima delle dimissioni, la consigliera Candia ha chiesto alla giunta di impegnarsi per emanare delle linee guida a tutti gli ospedali della Liguria.
“L’assessore ci ha risposto dicendo che sono state adottate le linee di indirizzo dell’OMS per garantire sempre l’assistenza del caregiver indicato dalla donna partoriente – spiega Selena Candia -.

Modificare il regolamento degli ospedali

Il problema è che oggi ogni ospedale ha un suo regolamento diverso, e a seconda di dove venga svolto il parto il tempo a disposizione per il, o la, caregiver può passare da 45 minuti a 10 ore. Inoltre sarebbe necessario modificare il regolamento degli ospedali per le partorienti positive al Covid, in modo da permettere anche a loro di avere una persona a fianco in un momento così delicato della vita”.

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