Dopati e contenti

Bucci, Toti e Berlusconi: la Santissima Trinità del tricapodanno

Quasi si trattasse di un copione ben scritto, ancorchè ben conosciuto, tutto è cominciato con l’anno nuovo, come inevitabile strascico della festa strombazzata in lungo e in largo del “Tricapodanno”. Uno e trino come si parlasse di un mistero teologico, a cura di Comune, Regione e Mediaset. Come dire Marco Bucci, Giovanni Toti e Piersilvio Berlusconi, nei panni, uno per l’altro, di Dio, il Nazareno o della santissima Trinità. Oppure, dei magi, sempre a piacere, di Gaspare, Melchiorre e Baldassarre. Con gli inevitabili doni: oro, incenso e mirra.

Insomma, come da tradizione, tutto è incominciato in sordina con la consueta polemica sul numero dei presenti in piazza De Ferrari, sold out – chiedo scusa al senatore Roberto Menia – nonostante la pioggia. Singing in  the rain – ancora scuse al sopra citato senatore di FdI -.

E il gioco delle cifre è andato avanti, ma solo per qualche giorno, su giornali e piattaforme social. Trentamila, quarantamila presenti. Si racconta e si tramanda. Per non parlare dei telespettatori di Mediaset che hanno preferito De Ferrari colonizzata dal “Biscione” al capodanno Rai di Perugia. Federica Panicucci, a cambiarsi e ricambiarsi negli uffici della Regione, all’onnipresente Amadeus. Con polemica esplosa sui social.

Insomma…cantori della GenovaMeravigliosa contro i “rosiconi” disfattisti. Quella GenovaMeravigliosa che come da predizione di mister Bucci, alias “sono il Sindaco veda un po’ lei santosubito”, appare essere sempre più sobborgo di Milano.

Tutto come da programma con strepiti e oohhh di meraviglia sui social, sino a che non è entrata in campo, a piedi uniti, la magistratura. Con tanto di inchiesta della Procura di Genova sugli appalti senza gara. E persino con il di blitz della GdF _ che non è il Grande Fratello ma la Guardia di Finanza – in Comune per sequestrare documenti. Nel mirino proprio il Comune. La civica amministrazione che, secondo il Pm Walter Cotugno e il pool di magistrati che si occupa dei reati contro la pubblica amministrazione coordinato da Vittorio Ranieri Miniati, avrebbe violato il codice degli appalti frazionando un maxi appalto da oltre 500 mila euro in incarichi per la fornitura di servizi in diversi filoni a trattativa privata.

Il resto è cronaca di questi giorni con qualche misurato attacco delle opposizioni in attesa del risultato dell’inchiesta giudiziaria e le repliche del sodalizio Bucci/Toti, onnipresente sui vari palchi della festa sino al conto alla rovescia. Come ad intestarsi l’impresa ludica.

Con la replica secca del Sindaco che a domanda diretta ha risposto secco, come non poteva essere altrimenti, mettendoci la faccia sull’assoluta regolarità delle procedure. Fino alla puntualizzazione dell’amministrazione: “Tutti gli atti sono pubblici e pubblicati in assoluta trasparenza. Negli affidamenti per l’erogazione di servizi è stata seguita la procedura negoziata”. Che poi, a ben vedere, vuole dire tutto e niente.

L’invettiva di Toti

Il tutto condito con l’invettiva del Governatore Giovanni Toti contro i cosiddetti “rosiconi”. Dove la parola vezzo va letta come malvezzo. Proprio Toti che in un lungo post sul suo profilo istituzionale, pur non essendo direttamente chiamato in causa, spiega: “E’ un vecchio vezzo di chi non riesce a portare avanti le proprie idee con la democrazia e si rivolge alla magistratura”.
Un lungo distinguo con j’accuse che ricorda tanto la circostanza del ricorso dei ventuno sulla presunta ineleggibilità del sindaco/commissario Marco Bucci a cui i magistrati hanno già dato una prima risposta negativa, mentre gli stessi ventuno si preparavano a presentare il ricorso in appello. Già allora, non a caso, si parlò di sovvertimento delle regole democratiche, visto che il sindaco attuale era già stato rieletto al primo turno dalla maggioranza dei genovesi.
Una sorta di golpe, come se la magistratura e la possibilità di interpellarla, pur in democrazia, rappresentasse una sorta di oscuro complotto.

Ma a supporto e prima della personale sentenza Toti agita tutti i sintomi della malattia del momento, praticamente una sorta di epidemia fra gli avversari politici: il rosicamento. E spiega: “Ci rammarica che  a ogni evento di successo, come il Capodanno di Genova, dove oltre alla enorme visibilità della nostra regione si è distinta una piazza e una città con una perfetta organizzazione e gestione dell’ordine pubblico arrivi l’esposto dei soliti noti per gettare fango. Siamo certi che tutte le procedure siano state rispettate nella forma e nella sostanza e che i magistrati faranno al più presto chiarezza sulla regolarità dell’evento che ha portato promozione, divertimento, ma soprattutto lavoro e ricchezza nella nostra terra”. Insomma non solo panem et circenses, locuzione latina utilizzata per sintetizzare le aspirazioni della plebe, e oggi sinonimo di immagine e demagogia politiche, ma anche investimenti e lavoro. Almeno a quanto sottolinea, probabilmente anche ad uso dei magistrati, il Governatore.

Del resto, tra i rumors che circolano nel palazzo, si dice che sia stato proprio lui, ex giornalista di Mediaset, ad andare in riviera a tirare per la giacchetta Piersilvio, il figlio del presidente di Fi, ed amministratore delegato di Mediaset, proponendogli un accordo per lo spettacolo in piazza De Ferrari. Ricevendo rassicurazioni, ma ormai in ritardo su quella che era e sarebbe stata la programmazione già avviata, dando luogo all’urgenza affrontata da una parte con lo spezzettamento in una miriade di delibere e dall’altro facendo riferimento a un articolo del Pnrr che allo scopo di snellire le procedure modifica la procedura degli appalti sotto la soglia, prevedendo la possibilità per le pubbliche amministrazioni di affidare direttamente servizi e forniture per un valore di 139 mila euro anzichè 75 mila.

Con il duplice significativo effetto di poter spendere ben 64 mila euro in più senza dover passare attraverso gare di appalto. E probabilmente sarà proprio questo l’ambito in cui si muoveranno e saranno chiamati a rispondere i magistrati genovesi.

Palazzo Tursi sede del Comune di Genova

Una miriade di delibere da studiare

E intanto al filone principale che poggia sulle quattro delibere incriminate e cadute sotto gli occhi dei magistrati, potrebbero aggiungersene altre che vertono tutte sullo sforzo finanziario messo in atto dalla pubblica amministrazione. Con finanziamenti che riguardano, oltre ai 500 mila euro stanziati per il tricapodanno, altre attribuzioni ad enti e società soprattutto nel campo della pubblicizzazione dell’evento. Del resto nonostante la consistenza degli uffici che si occupano della propaganda del comune, da tempo è diventato di moda esternalizzare, andando a favorire altre società che si occupano di comunicazione, senza passare per gli uffici comunali.

Il 21 dicembre, pochi giorni prima del Natale, con una determinazione dirigenziale è stato affidato a una società esterna la realizzazione di un video  in occasione degli eventi legati alla manifestazione “Natale a Genova” per un importo che sfiora i 6 mila euro. “Premesso che l’Amministrazione di questo Ente organizza in occasione di Natale un ampio programma di iniziative ed eventi nelle più importanti vie e piazze cittadine, tra i quali la tradizionale accensione dell’albero di Natale, l’illuminazione artistica di piazza De Ferrari, nonchè spettacoli ed attrazioni nelle principali vie della città, considerato opportuno promuovere tali attività e manifestazioni al fine di assicurare la massima partecipazione alla cittadinanza e con l’occasione di porgere ai cittadini genovesi gli auguri dell’amministrazione comunale per le festività imminenti realizzando un video da diffondere nei principali canali di comunicazione”.

Ed è quanto si dice nella delibera suscitando una legittima domanda nei cittadini genovesi di fronte agli auguri di Natale un po’ in stile Mattarella del nostro sindaco: ma il preparatissimo, numerosissimo e competentissimo staff della comunicazione di cui si serve il nostro primo cittadino non sarebbe stato in grado di risolvere egualmente il problema?

Poi, qualche giorno dopo c’è stata la determinazione dirigenziale che ha fatto scattare le attenzioni della magistratura, anche in questo caso allo scopo di pubblicizzare il tricapodanno con coinvolgimento di testate, siti di informazione e reti televisive a scopo pubblicitario. Un vero e proprio pianeta popolatissimo, forse allo scopo di distogliere, almeno un po’ l’attenzione. Senza comunque riuscirci, visto che sono giorni che Ferruccio Sansa, giornalista e capogruppo dell’opposizione in Regione, posta sul suo profilo pubblico veri e propri articoli sul tema delle spese del Tricapodanno. “Rosicone” anche lui, oppure un politico e giornalista che legittimamanete chiede risposte alla controparte?

Mettendo, come se non bastasse, sotto i riflettori un’ulteriore delibera del 27 dicembre dello scorso anno che, come prova di ulteriore malvezzo, prevede una spesa di 42.700 euro per una nuova campagna promozionale – in questo caso in tempi non sosapetti e con ampio anticipo – per una manifestazione per l’anno che verrà, Genova Jeans, la cui passata edizione era finita con un clamoroso flop e un esborso finanziario mai chiarito definitivamente. Con oltre 102 mila euro complessivi e giustificati per macro aree spesi per la comunicazione. Cioè per la pubblicità. Durante l’ultima tornata amministrativa di fronte a silenzi e risposte fuorvianti  il capo dell’opposizione Gianni Crivello chiese più volte l’accesso agli atti per poter visionare tutte le cifre e i rispettivi beneficiari. Concluse però il mandato senza poterne venire a capo. Poi anche lì intervenne la magistratura. I soliti “rosiconi” risponderebbero Bucci e Toti.

censura

È la stampa bellezza!

La verità sommersa e per questo non sempre tangibile, sta nel fatto che la pubblicità, in fondo è pur sempre l’anima del commercio. E, che in fondo, il confine tra comunicazione e informazione è diventato sempre più labile. Potere dei social e delle reti commerciali. Ma, e soprattutto potere anche della politica, che è scivolata sempre più nella tendenza, poco salubre e pericolosa, di non fornire risposte ai legittimi interpellanti nelle sedi istituzionali. E forse si spiegano in questo modo l’attività decrescente delle commissioni e le richieste negate di acceso agli atti. Sino a che, come chiarisce e contrattacca giusto Toti con il suo postulato: “E’ un vecchio vezzo di chi non riesce a portare avanti le proprie idee con la democrazia e si rivolge alla magistratura”, di fronte all’inossidabilità della controparte, partono gli esposti.

Già, inossidabilità, magari garantita da tanti cani da guardia in disarmo, o peggio rabboniti a dovere. Ma è la stampa bellezza. E anche i gruppi editoriali in qualche modo devono sopravvivere di fronte ad eventi che non creano solo divertimento, ma anche – parole del Governatore – e anzi “ soprattutto, lavoro e ricchezza alla nostra terra. E chi pensa di nascondere la propria mediocrità dietro alle carte bollate se ne faccia una ragione”. Insomma, una volta erano socialisti. Sono diventati piu liberali di Adam Smith

Una macchina bellica per la comunicazione

Perciò all’uopo, o forse no, del tutto casualmente, quasi una risposta a chi ricorre ai magistrati, o addirittura ai magistrati stessi, poche ore dopo l’apertura dell’inchiesta sul tricapodanno, ma pure su Comune, Mediaset e Regione, o anche sulla santissima trinità, Bucci,Toti, Berlusconi (Piersilvio), arriva come un bilancio epifanico il comunicato sulla potenza di fuoco della macchina della comunicazione regionale. (Toti, in fondo è o non è un giornalista-ex giornalista di Mediaset?) Un comunicato con tante cifre e tanti ambiti di comunicazione, moderni e tradizionali da fare girare la testa. Che in fondo dopo il tricapodanno e la Befana un po’ in confusione lo è. Perciò spiega il comunicato. Già pronto e titolato per andare in pagina: “6 GENNAIO 2023

Regione Liguria, la comunicazione istituzionale inaugura il 2023 con numeri in crescita e nuovi progetti. Presidente Toti: “Fornire ai cittadini informazioni chiare e affidabili è fondamentale per garantire partecipazione e trasparenza”

Genova – Una media di oltre 40 comunicati stampa alla settimana, pari a circa 210 al mese e oltre 2500 in un anno, circa 2000 post su Facebook con più di 90mila commenti e 583.624 reaction, oltre 1868 tweet e 18.967 engagement, 7.330 iscritti sul canale Telegram, quasi 60mila “mi piace” su Tik Tok e 42,5mila follower su Instagram. Sono solo alcuni dei numeri ottenuti nel 2022 dall’ufficio stampa e dai canali social di Regione Liguria, che anche nell’anno appena trascorso si è confermata ai primi posti tra gli enti locali italiani per numero di follower rapportati alla popolazione. Interazioni che hanno visto una crescita: su Instagram, ad esempio, il profilo di Regione Liguria ha segnato un più 9.5% di follower rispetto al 2021, raccogliendo 4,8 milioni di impression.

“Mantenere un contatto costante con i cittadini non è uno sforzo fine a sé stesso: è un impegno fondamentale per fornire informazioni chiare ed affidabili al pubblico, cruciale per promuovere le interazioni tra istituzioni e cittadini e incentivare la partecipazione e la trasparenza”, commenta il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti.

In primo piano le campagne comunicative pensate per sensibilizzare i liguri su temi fondamentali come i vaccini, la donazione del sangue e la prevenzione, ma anche sulle iniziative culturali e turistiche organizzate sul territorio. Le campagne social sono state 43 e sono state visualizzate quasi 55 milioni di volte, in crescita di circa 6 milioni rispetto al 2021.

Anche nel 2022 è stato importante il dialogo con i cittadini promosso dall’URP, l’Ufficio Relazioni con il Pubblico, che in un anno ha gestito oltre 20mila richieste tra telefonate, mail e visite in presenza. Liguri, ma non solo: in quest’anno dal segno più per il turismo non sono mancati i visitatori, italiani e stranieri, che si sono rivolti all’Urp per chiedere informazioni e consigli.

Oltre al mantenimento di un contatto costante con i cittadini, Regione Liguria promuove progetti di formazione e coinvolgimento dedicati ai più giovani. C’è tempo fino al 31 gennaio per partecipare alla nuova edizione di “Un TikTok per la Liguria”, il contest in collaborazione con Alfa (Agenzia regionale per il lavoro, la formazione e l’accreditamento) rivolto agli studenti delle scuole superiori e degli Istituti di formazione professionale per entrare a far parte della redazione Tik Tok della Regione. I vincitori gestiranno insieme al social team il canale ufficiale dell’ente e impareranno a utilizzarlo per comunicare le attività istituzionali e promuovere la Liguria sulla piattaforma più utilizzata dai giovani. Una collaborazione tra istituzioni, scuole e ragazzi che l’anno scorso ha incassato ottimi numeri: nel 2022 il progetto “Un TikTok per la Liguria” ha coinvolto cinque studenti delle superiori che, in un apposito PCTO (Percorso per le competenze trasversali e l’orientamento), hanno realizzato 21 tiktok raggiungendo più di 18mila visualizzazioni e oltre mille like. Tutti i dettagli per candidarsi all’edizione 2023 sul sito www.orientamenti.regione.liguria.it. “

E non a caso il vecchio giornalista parla di partecipazione e di trasparenza. Cose da politico più che da giornalista. Perchè per un giornalista l’informazione dovrebbe assicurare trasparenza. Ça va sans dire, senza nemmeno essere citata. Altrimenti è mera comunicazione, più o meno istituzionale, ma talvolta neanche più quella. E allora “Consiglieri sveglia”, come direbbe ruvido il nostro Sindaco. Perchè non rimane che la magistratura.

Paolo De Totero

Paolo De Totero

Quarantacinque anni di professione come praticante, giornalista, vicecapocronista, capocronista e caporedattore. Una vita professionale intensa passata tra L’Eco di Genova, Il Lavoro, Il Corriere Mercantile e La Gazzetta del Lunedì. Mattatore della trasmissione TV “Sgarbi per voi” con Vittorio Sgarbi e testimone del giornalismo che fu negli anni precedenti alla rivoluzione tecnologica, oggi Paolo De Totero è il direttore del nostro giornale digitale.