Rovigo, professoressa colpita in classe dai pallini di una pistola ad aria compressa

È venuto a mancare il senso di ciò che si può fare e di ciò che non si può fare. I ragazzi sono in balia di falsi miti, cattivi esempi e famiglie sempre più disattente

Non avere la sensazione di quello che si fa, non capire il confine tra il lecito e l’illecito. Ci sono dei legami tra alcuni fatti sconcertanti accaduti in alcune scuole italiane nelle ultime ore: dallo studente che ha accoltellato un suo compagno a Napoli, all’istituto evacuato a Foggia perchè qualcuno ha spruzzato uno spray urticante causando problemi e malori a diversi studenti. E poi l’assurdo tiro al bersaglio ai danni di una professoressa in una scuola di Rovigo colpita da pallini sparati da una pistola ad aria compressa.

Lo hanno vissuto come un gioco, diranno poi i diretti interessati, ma gli studenti di una classe prima dell’Istituto “Viola Marchesini” di Rovigo hanno rischiato di ferire in modo grave una loro professoressa, colpita due volte, prima alla testa e poi a un occhio, sparandole nel bel mezzo di una lezione. Due colpi con una pistola ad aria compressa, ma non contenti di questo, i ragazzi hanno filmato la bravata, piazzando un cellulare vicino alla cattedra, e l’hanno diffusa via chat.

La dirigente dell’istituto, Isabella Sgarbi, oltre ai necessari provvedimenti disciplinari verso i ragazzi, ha avvertito la Polizia e convocato i genitori, cercando di avviare un percorso di rieducazione, speriamo anche per i genitori,  e non soltanto di punizione.

“Come docenti – ha commentato – più che allarmati siamo affranti dal punto di vista educativo, perchè i ragazzi non hanno percepito il disvalore del loro gesto, hanno reagito come fosse un gioco. Si è trattato di allievi di una prima classe, quindi giovani, che si sono anche autodenunciati del fatto. Non provengono da famiglie con disagio, sono ragazzi normali. Solo hanno preso la cosa come un gioco. Ma hanno irriso un pubblico ufficiale, non hanno capito la scala dei valori”.

Scuola evacuata a Foggia

Ancora sconcerto, questa volta in un istituto di Foggia dove circa 300 studenti sono stati evacuati dagli istituti Einaudi e Lanza, facenti parte di un medesimo complesso, perchè accusavano problemi respiratori. I vigili del fuoco hanno ipotizzato che sia stato sparso nell’ambiente dello spray al peperoncino, o forse anche una sostanza tossica, nel corridoio che collega le due scuole: tra i sintomi registrati fra i ragazzi vi è stata soprattutto la lacrimazione degli occhi. Alcuni studenti sono andati in pronto soccorso per farsi medicare.

A Napoli, nel quartiere di Miano un ragazzino di 15 anni è stato accoltellato nell’area scolastica di un istituto professionale per servizi di enogastronomia e ospitalità alberghiera. È stato ricoverato nel reparto di rianimazione dell’ospedale Cardarelli, ma non sarebbe in pericolo di vita. La Tac cui è stato sottoposto non ha evidenziato lesioni ad organi vitali, ha una ferita al braccio e una al torace. Autore dell’agguato dovrebbe essere stato un suo coetaneo.

Professoressa presa a schiaffi

Il 23 settembre, un genitore ha aggredito una insegnante rea di aver dato una nota alla figlia. È successo all’istituto Majorana di Bari. Il padre di una ragazza ha schiaffeggiato l’insegnate con il risultato di essere stato arrestato con l’accusa di lesioni personali aggravate, violenza a pubblico ufficiale e interruzione di pubblico servizio e non ultimo violazione di domicilio.

Episodi che fanno dire all’ex sottosegretario all’Istruzione, Rossano Sasso, come “la scuola debba recuperare autorevolezza”. Ormai per molti adolescenti e’ saltato il confine tra ciò che è bene e ciò che è male, non si ha alcun timore reverenziale né rispetto nei confronti degli insegnanti, anzi si aggrediscono tra le risate dei compagni. Casi isolati? Purtroppo no. La scuola deve immediatamente recuperare autorevolezza contro questa deriva, e lo farà”

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