Mafie, Meloni alla Camera difende l’ergastolo ostativo

È in scadenza l’8 novembre la proroga concessa dalla Consulta al Parlamento per mettere mano alla disciplina del 41-bis

Roma – Si torna a parlare di ergastolo ostativo. A meno di un mese dalla scadenza della proroga concessa dalla Corte Costituzionale al Parlamento per mettere mano al 41-bis Giorgia Meloni, nella sua replica alla Camera, fa una proposta all’opposizione: “Ci vogliamo lavorare insieme? Spero che si possa lavorare insieme nei prossimi giorni per impedire che venga meno uno degli istituti che sono stati più efficaci contro la mafia che è il carcere ostativo. Spero che su questo ci si voglia dare una mano perché sono d’accordo: la questione della lotta alla mafia non è un tema di retorica, è un tema che si affronta con provvedimenti concreti”.

La neo premier si era espressa in maniera molto netta sul fenomeno della criminalità organizzata già nel suo discorso per la fiducia, parlando di “cancro mafioso da affrontare a testa alta”, e ora rincara la dose: “Si è parlato di mafia. Ci sono molte cose da fare su questo e sono contenta che sia un punto sul quale c’è stata molta condivisione. La criminalità mafiosa, dal mio punto di vista, si combatte ad esempio colpendo i proventi delle attività illecite, rendendo le risorse sottratte ai clan disponibili per scopi sociali e istituzionali. Oggi la frontiera del contrasto è, a mio avviso, principalmente questa: togliere ai clan e finalmente fare in modo che la villa del boss diventi una stazione dei carabinieri o una scuola materna. Oggi larga parte di quei beni non sono utilizzabili. Ci vogliamo lavorare insieme? Spero che potremo lavorarci insieme”.

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Simona Tarzia

Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.