Caso Adriatici, chat con i vertici della Procura. La sorella della vittima chiede il trasferimento ad altra sede per incompatibilità

L’assessore leghista che ha ucciso Youns El Bossettaoui ha rapporti con gli ex vertici della procura pavese

Pavia – Messaggi con l’ex capo della procura e con l’allora presidente della sezione penale. Nonostante le limitazioni alla consultazione del telefonino dell’ex assessore leghista di Voghera, Massimo Adriatici, emergono delle chat con i vertici della Procura di Pavia. Bahija El Bossettaoui, sorella di Youns, ucciso il 12 luglio 2021, ha indetto un presidio davanti al tribunale di Pavia per chiedere giustizia

L’ultima battaglia legale è stata per avere copia forense del telefonino dell’ex assessore leghista. Copia che è stata negata dal pm Roberto Valli, per preservare la privacy dell’indagato e di quanti avevano avuto contatti con lui. Anche il gip, Maria Cristina Lapi, aveva rigettato la richiesta, ritenendola “inammissibile”. Se gli avvocati Debora Piazza e Marco Romagnoli, hanno potuto visionare almeno la documentazione raccolta dal consulente della procura, lo si deve all’intervento della Cassazione. Una visione che può avvenire solo in un ufficio della procura, sotto gli occhi di un agente e prendendo appunti a mano.

Nonostante questo, gli avvocati della famiglia El Bossettaoui hanno rintracciato una serie di messaggio con l’allora capo reggente della procura, Mario Venditti, e con l’ex presidente della sezione penale del tribunale, Daniela Garlaschelli, sorella del sindaco leghista di Voghera Paola Garlaschelli. Contatti che avrebbero dovuto da subito far scattare l’incompatibilità ambientale, dal momento che sono entrambi ancora in servizio a Pavia.

“Questo tribunale sta coprendo Massimo Adriatici, sono amici” dichiara Bahija, sorella di Youns

Le indagini si sono concluse concluse dieci giorni fa con l’accusa di eccesso colposo di legittima difesa nei confronti di Adriatici.

c.p.