Il Senato a La Russa, la Camera alla Lega con Molinari. Ma gli accordi non sono stabili

Compatti fino al voto ma adesso ci sono i problemi per la spartizione degli incarichi

Roma – Sta per partire la XIX legislatura snellita dall’esito della modifica costituzionale sul numero dei parlamentari.

Definito l’accordo per dare a Ignazio La Russa la Presidenza del Senato, e a Riccardo Molinari, in quota Lega, la Presidenza della Camera.

Silvio Berlusconi non ha preso bene l’esclusione di Licia Ronzulli, che Giogia Meloni non ha voluto nel Consiglio dei Ministri neanche in un ministero meno importante, ma non dovrebbero esserci problemi di franchi tiratori in fase di voto.

Per i Ministeri la partita è aperta

Giancarlo Giorgetti potrebbe andare al Tesoro, ma anche la Transizione Ecologica non è esclusa a priori. Carlo Nordio, gradito alla Meloni, potrebbe approdare alla Giustizia. Antonio Tajani sarebbe indicato per gli Esteri. Ma in ballo c’è anche Edoardo Rixi che vorrebbe, appoggiato da Salvini, le Infrastrutture.

Per il Mise ci sono pressioni sul nome di Antonio D’Amato e di Elisabetta Casellati che potrebbe finire alla Pubblica amministrazione. A Forza Italia dovrebbe toccare l’Università, con Anna Maria Bernini. Per la Difesa, oggi un ministero chiave, restano in campo i nomi di Cirielli, Crosetto e Urso. Alla Scuola, invece, sono tante le candidature e la confusione. I nomi in lizza sarebbero Elena Donazzan, Ilaria Cavo, Paola Frassinetti, Giuseppe Valditara.

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