Politiche 2022: la Lega usa il famoso monologo di Stefano Accorsi per attaccare il PD: Ligabue, Procacci e Accorsi si rivolgono ai legali

Ultimi giorni di una campagna elettorale che definire becera è riduttivo

Roma – Lo spot della Lega di Salvini ha fatto il giro del web ed è atterrato sulla scrivania dei legali di Domenico Procacci per Fandango, Luciano Ligabue e Stefano Accorsi.

Perchè nel finale di questa campagna elettorale di livello veramente pedestre, la Lega di Salvini, ha pensato bene di utilizzare il  “credo laico” di Accorsi recitato nel film di Ligabue del 1998 “Radiofreccia”.

Diventato virale sui social, ai proprietari del copyright non è rimasto che diffidare  la “Lega per Salvini Premier” dall’utilizzo illegittimo del brano audio con la voce di Accorsi, inserito all’interno di un video elettorale “che imbarazza il Pd, tratto da una storia vera…” Lo spot elettorale comincia con una giovane donna che guarda il computer e ascolta il brano di Accorsi. E’ il 1 giugno 2022 a Frosinone. Poco dopo si sentono le urla e la telecamera inquadra un video con lo scoop del Foglio: è Ruberti che grida “si deve inginocchiare…vi ammazzo, ve lo giuro vi ammazzo…vi sparo”.

La voce fuori campo del doppiatore professionista dice ‘non hanno pieta”. La scena successiva è un fake del manifesto elettorale del Pd con il primo piano di Enrico Letta su campo rosso ‘In ginocchio o ti sparo’ e su campo azzurro “Italia in piedi” con il simbolo della Lega. “Accendiamo la luce dopo le tenebre del Pd”: Viale Mazzini, Mirafiori a Torino, Monte dei Paschi di Siena, Hotel House Porto Recanati e il porto di Lampedusa”.

Nella nota diramata dalla casa produttrice Fandango si legge che “la Lega “ha usato” il “credo laico” di Radiofreccia per la propria campagna elettorale, senza chiedere alcuna autorizzazione, che non sarebbe stata concessa, e con grave sprezzo della legge sul diritto d’autore”.

Nella diffida Procacci, Ligabue e Accorsi “hanno contestato la gravissima violazione dei loro diritti sul film e l’utilizzo spregiudicato dello stesso in una presentazione al pubblico che lascia anche chiaramente presumere una adesione al contenuto del messaggio, da cui invece gli stessi radicalmente si dissociano”. La diffida “contiene l’invito alla immediata rimozione dal video di qualsiasi elemento tratto dal film e riserva ogni più ampia tutela legale, in sede civile e penale”.

 

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