La famiglia Scagni denuncia formalmente la Polizia di Stato, Traverso (SIAP): “La Polizia non può sostituirsi al supporto psicologico”

SIAP: in merito all’omicidio di Alice Scagni abbiamo massima fiducia nell’operato della Magistratura

I genitori di Alice e Alberto avevano più volte denunciato alle forze dell’ordine e ai servizi sociali la pericolosità del figlio e le minacce di morte nei confronti della sorella.
I genitori di Alice, assassinata dal fratello Alberto con 19 coltellate la sera del 1° maggio, sostengono che il mancato intervento della Polizia, a cui la famiglia Scagni si era rivolta più volte, avrebbero una diretta responsabilità sul delitto. E così ieri hanno presentato un esposto alla Procura della Repubblica per il resto di omissione che si inquadrerebbe nell’articolo 586 del Codice Penale.

La nota del SIAP

Sulla questione è intervenuto anche Roberto Traverso, dirigente nazionale del Sindacato Appartenenti Polizia, che in una nota ha dichiarato che “la notizia della  formale denuncia presentata oggi dalla famiglia Scagni nei confronti della Polizia di Stato ci lascia davvero sbalorditi di fronte ad una scelta che evidenzia un accanimento a nostro parere fuori luogo.

Anche se non vogliamo entrare nel merito della questione delicata, al vaglio dell’autorità giudiziaria competente, è opportuno ricordare che il sostegno per le problematiche psicologiche dell’assassino non erano m di certo di competenza della Polizia di Stato ma bensì dei servizi sociali specifici ai quali, vogliamo immaginare,  la famiglia si sarà rivolta.

Per quanto riguarda la dinamica dei fatti che si sono verificati prima dell’omicidio sono in atto le dovute indagini e gli accertamenti che naturalmente terranno conto di tutti gli aspetti da tenere in considerazione, a partire dal ruolo e le competenze svolte o meno dai soggetti istituzionali che di solito vengono interessati e che devono intervenire in casi come questi.

Riteniamo che la spettacolarizzazione messa in campo da parte della famiglia Scagni che  attraverso i propri legali che puntano ad individuare mediaticamente dei capi espiatori possa essere valutata come un mirato tentativo per distogliere l’attenzione da altri elementi prettamente familiari che comunque hanno un peso su questa triste e drammatica vicenda.

In ogni caso ribadiamo quanto abbiamo già detto subito dopo l’omicidio ovvero che la Polizia di Stato non può sostituirsi ad attività di supporto psicologico che competono ad altri. 

In realtà nel capoluogo ligure questo si verifica molto spesso (vedasi omicidio di Jefferson Tomalà di Sestri Ponente) ed è una  delle problematiche che il nostro sindacato sta denunciando ormai da molti anni”. 

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