Supereroi

Tempi bui

Se vi raccontassi di avere delle certezze, probabilmente non riuscirei a sottrarmi al complesso di colpa per avervi rifilato una becera bugia. Già, becera bugia, B.B, come il Bucci due, o meglio il Bucci Bis.

Perché, nella realtà, proprio non ne sono certo. Anzi, la cosa mi spinge a farmi delle domande. Una sola in realtà. Fu vera gloria, oppure il “paraculismo” di questi tempi bui è l’unica spiegazione plausibile?

Perché non mi è mai capitato, in tanti anni di onorata carriera, e poi anche in seguito, in età pensionabile, di vedere nessuno solcare i cieli genovesi per mettere in fuga malviventi e malfattori. E anzi, se così fosse stato, magari avrebbe tenuto su, eroicamente e a forza di braccia, quel ponte che è crollato miseramente, portandosi con se 43 vite.

E non capisco se alle imprese del nostro Superman possa semplicemente ascriversi il fatto di aver raggiunto a forza di braccia, con la vita circondata da un salvagente, il traguardo di uno scivolo che, ahimè, non scivolava, o la casualità di aver mandato a gesti a quel paese, nel bel mezzo di un intervento, e al centro della sacralità della sala rossa, un consigliere donna che cercava di arrivare alle conclusioni. Oppure quella pervicacia di mettere sullo stesso piano antifascismo e anticomunismo. O, ancora, il rispondere al povero carabiniere che gli intimava di lasciare il suo ufficio di palazzo Tursi per un allarme bomba, che lui, il Sindaco, c’aveva da lavorare. E che quindi se ne sarebbe guardato bene dall’allontanarsi, anche solo temporaneamente. Per il tempo necessario a portare a termine i controlli. Indomito, lui, al limite della stupidità.

O, infine, da chef stellato, dimostrarsi maestro nel rigirare la frittata, sul tema scivoloso dell’etica e dell’ineleggibilita’, proclamando pubblicamente che se si fosse dimesso opportunisticamente dalla carica di Commissario per riprenderla poco dopo l’elezione, a riconferma avvenuta, in quel caso avrebbe preso in giro veramente tutti i genovesi.

Cappellone e mortaio

Già, forse sarebbe stato più opportuno farne una statuetta in 3D con immacolato cappellone da chef e grembiule. Quel manager/chef, maestro di pesto e di mortaio, vero estimatore della nostra focaccia. Tanto da confidarci, a noi miseri mortali, il segreto per gustarla meglio. Oppure con le mani in pasta per confezionarla e infornarla, al fine di offrirla ai suoi numerosi supporter. O, ancora, l’ideatore del premio della cittadinanza onoraria per il foresto che avesse osato intingere quella con la cipolla nel cappuccino per poi consumarla gaudiosamente.

Epperò per gli estimatori, della focaccia, ma non solo, la sommatoria è risultata una statuetta in 3D del Nostro con mantello rosso e costumino blu, con muscoli gonfi e “tartaruga” addominale in rilievo. Con  tanto di S sul petto. L’effige del Superman nostrano che veglia, indomito, sui sonni di tutti noi genovesi. E, fortunatamente, o forse no, ancora per cinque anni. Dopo la recente riconferma.

Scherzo di cattivo gusto, o forse no, Lui, il Nostro, B.B. – che assolutamente, come spiegavo poco sopra, e non è un omaggio alla ritrovata vena turistica della città e non sta affatto per bed and breakfast – essendo poco ironico e ancor meno autoironico e parecchio vanaglorioso ed egoriferito, come sempre, non è riuscito a passare oltre.

Ed anzi ha messo post e fotografia di Superman Bucci sul suo stato istituzionale commentandolo così: “Grazie a Fantacinema, la mostra del cinema fantastico, per questo pensiero”. Con corredo di bagno di umiltà: “Ma super non sono io. Lo sono tutti i cittadini genovesi, che ogni giorno, con amore e rispetto, si impegnano per la nostra città, lavorando per renderla sempre più grande attrattiva e… Super… ba”. Insomma siamo tutti un po’ Superman, con un sindaco così. Chi lo ha votato, il sindaco di tutti i genovesi. E chi no.

Con molti commenti di adesione incondizionata dei soliti supporter e qualche rara dissonanza.

Qualcuno arriva perfino a definirla una mera operazione “paraculistica” da parte degli estemporanei sponsor. Ricordando uno sfratto da piazza Banchi e il trasferimento a tempo di record in una nuova migliore sede ai Magazzini del Cotone.

Quell’alter ego giornalista

E, comunque, almeno un po’ mi turba e mi dispiace che l’alter ego di Superman dei fumetti sia quel Clark Kent che nella vita di tutti i giorni fa il giornalista. Proprio come io sono e fui. Qui lo dico e qui lo nego che assolutamente non riuscirei d’ora in poi a dargli del “collega”.

Epperò Superman è pur sempre Superman, anche se, a mio modesto parere, nell’infinita gamma dei supereroi dei fumetti a cui attingere, quelli made in Marvel e anche no, dall’Uomo Ragno a Iron Man, da Hulk a Thor, dalla Vedova Nera a Capitan America, io avrei visto meglio una coppia. Io avrei visto meglio una coppia di fatto: Batman e Robin. Intenti a solcare i cieli in difesa di Gotham City. Pardon di Genova. Una coppia, strana. Oppure no. Vista la recente bella intesa dell’ultima competizione, basata su una costruttiva stima e molto rispetto fra il Nostro e il candidato sindaco Ariel Dello Strologo che, nelle sacre stanze, e persino nella ritualità della sala rossa ha annunciato un’opposizione costruttiva.

Poi, però ognuno che punti alla leggenda, o forse no, in democrazia è liberissimo di farsi ritrarre come vuole, e come meglio crede, per far tramandare ai posteri la propria persona. Uno per tutti: il tycoon ed ex presidente USA Donald Trump, quello che ha sponsorizzato l’assalto a Capitol Hill. Un presidente che ha sfiorato la leggenda, immortalato da visionari imprenditori e venduto al pubblico con la sua fulgida iconica chioma bionda utilizzabile a mo’ di spazzolino da cesso. Ai posteri l’ardua sentenza.

Paolo De Totero

Paolo De Totero

Quarantacinque anni di professione come praticante, giornalista, vicecapocronista, capocronista e caporedattore. Una vita professionale intensa passata tra L’Eco di Genova, Il Lavoro, Il Corriere Mercantile e La Gazzetta del Lunedì. Mattatore della trasmissione TV “Sgarbi per voi” con Vittorio Sgarbi e testimone del giornalismo che fu negli anni precedenti alla rivoluzione tecnologica, oggi Paolo De Totero è il direttore del nostro giornale digitale.