Mafie, ecco chi sono i super latitanti più pericolosi

La lista della Criminalpol

Hanno fatto perdere le loro tracce, alcuni spariti nel nulla sotto falso nome. Continuano a gestire affari con fatturati vertiginosi  coperti dalla rete di omertà dei complici o di autorità compiacenti. In circolazione ne rimanfgono cinque, dopo l’arresto del boss della ‘ndrangheta Rocco Morabito, arrivato oggi in Italia, estradato dal Brasile.

Gli investigatori sono a caccia di questi mafiosi ormai da anni, hanno agenti infiltrati nelle organizzazioni criminali di tutto il pianeta.

Matteo Messina Denaro

Il ricercato numero uno è Matteo Messina Denaro, detto “U siccu”,

nato il 26 aprile 1962 a Castelvetrano è ricercato dal 1993, per associazione di tipo mafioso, omicidio, strage, devastazione, detenzione e porto di materie esplodenti, furto e molto altro.

‘U siccu’, il magro, è sparito nel ’93, agli anni delle bombe a Roma, Milano, Firenze. Figlio di Francesco Messina Denaro, a capo della cosca di Castelvetrano e del relativo mandamento, ha subito negli anni confische e sequestri, gli investigatori hanno provato a fargli intorno terra bruciata con numerosi arresti.

Attilio Cubeddu

Attilio Cubeddu

è nato a Arzana, in provincia di Nuoro, il 2 marzo del 1947, ed è ricercato dal 1997, per non aver fatto rientro, al termine di un permesso, nella Casa Circondariale di Badu è Carros (NU), dove era detenuto, per sequestro di persona, omicidio e lesioni gravissime.

Cubeddu è stato il carceriere dell’imprenditore bresciano Giuseppe Soffiantini, vittima di uno dei più brutali sequestri di persona a scopo di estorsione degli anni Novanta.

Giovanni Motisi

Giovanni Motisi, detto “U pacchiuni”,

è nato a Palermo il 1° gennaio 1959, è ricercato dal 1998 per omicidi, dal 2001 per associazione di tipo mafioso e dal 2002 per strage. Dal 1999 su di lui pende un mandato di cattura internazionale e deve scontare la pena dell’ergastolo.

È stato il killer di fiducia di Totò Riina, e secondo un collaboratore di giustizia era presente agli accordi per ammazzare il generale Alberto Dalla Chiesa.

Nel 1999, durante la perquisizione della sua villa di Palermo, è stata ritrovata una fitta corrispondenza tra lui e la moglie Caterina, tramite pizzini. La sua ultima apparizione è del 1999 quando ha partecipato al compleanno  della figlia e compare in alcune fotografie.

Condannato all’ergastolo per il delitto del commissario Giuseppe Montana, ucciso nel luglio del 1985, è esponente di spicco di Cosa Nostra e capo del mandamento mafioso di Pagliarelli.

Renato Cinquegranella

Renato Cinquegranella,  boss della Camorra,

è nato a Napoli il 15 maggio del 1949, ed è latitante dal 2002 per associazione per delinquere di tipo mafioso, concorso in omicidio, detenzione e porto illegale di armi e estorsione.

Dal 2018, ricercato anche in ambito internazionale, era storicamente legato alla Nuova Famiglia, rivale della Nuova camorra organizzata di Raffaele Cutolo. È implicato nell’omicidio di Giacomo Frattini, affiliato della Nco, torturato, ucciso e fatto a pezzi nel gennaio dell’82. Cinquegranella è coinvolto nell’omicidio di Antonio Ammaturo, capo della Squadra mobile, massacrato, nel luglio dell’82 da un commando delle Brigate rosse, davanti al portone della sua casa in piazza Nicola Amore, nel centro di Napoli, insieme con il suo autista, l’agente Pasquale Paola. Quell’omicidio confermò un patto criminale tra camorra e Brigate Rosse.

Pasquale-Bonavota

Pasquale Bonavota,

nato a Vibo Valentia il 10 gennaio del 1974, esponente di spicco della ‘ndrangheta di Sant’Onofrio, è ricercato dal 28 novembre 2018 per associazione di tipo mafioso e omicidio aggravato in concorso.

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