Diga foranea, l’Autority: opera finita entro dicembre 2026. Signorini: “Dibattito è fantacomico”

Partenza del bando il 1° giugno e poi il via ai lavori previsto per gennaio 2023

Genova – “Il dibattito cui assistiamo sulla nuova diga di Genova è un dibattito fantacomico e anche un bambino di 9 anni capirebbe la servitù che sta subendo il nostro porto per queste dimensioni che sono del tutto inidonee a ospitare il naviglio del terzo millennio”.
A sparare a zero su ambientalisti, esponenti dello shipping contrari all’opera, ingegneri e architetti è Paolo Emilio Signorini, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale e Commissario straordinario per la Diga Foranea, che ieri, nel corso del sopralluogo con i giornalisti sui 38 cantieri aperti in porto, ha punzecchiato gli “stakeholder negativi” dopo che venerdì scorso l’opera ha ricevuto il via libera ministeriale.

Il punto, spiega il Rup per la diga Marco Vaccari, “è che oggi la distanza tra calata Bettolo e la diga esistente sono 180 metri. Se togliamo i 15 metri di scarpata per lato arriviamo a 150 metri. Una distanza assolutamente incompatibile perchè con una nave in accosto a Bettolo si crea un collo di bottiglia che non permette il passaggio in sicurezza di altre imbarcazioni”.
Una volta completata la nuova opera, invece, il cerchio di evoluzione supererebbe quello attuale: “Da 550 metri di diametro si passa a 800 metri. Quindi saremo in grado di ospitare navi lunghe fino a 400 metri, 450 se consideriamo il lavoro di transfer e rimorchiatori”, precisa il tecnico che poi cita uno studio dell’Autority: “Dal 2005 al 2015, il 47% delle navi erano Panamax e Post-Panamax” dice alludendo alle sigle che identificano le imbarcazioni in base alle dimensioni delle chiuse del canale di Panama. E poi sottolinea che “dal 2015 in poi questa percentuale si è ridotta al 7% e il 50% del traffico oggi è caratterizzato da navi Vlc (Very Large Containership), che sono superiori ai 350 metri” e questo “avvalora quanto ha detto il presidente”. Con la nuova diga, dunque, il porto si attrezza per accogliere le mega portacontenitori da 24.000 TEU.

Tempi stretti

L’opera che verrà messa a gara domani, quando partiranno gli inviti a manifestare interesse per l’appalto del primo lotto, “è quella da 950 milioni di euro per la quale abbiamo ricevuto parere positivo da parte del Comitato speciale”, chiarisce il Rup aggiungendo che l’obiettivo è l’apertura delle buste in due mesi, per poi passare alla progettazione esecutiva e definitiva entro l’anno e infine avviare i cantieri agli inizi del 2023. Una tempistica pressante per finire i lavori entro dicembre 2026 come vuole il Programma straordinario: “Quattro anni per realizzare un’opera che è in mare aperto”, precisa.

Come sarà la nuova diga

diga foranea

Si parte con la fase A, quella più consistente, che prevede la realizzazione di un primo tratto da 4.160 metri e la demolizione di una parte dell’esistente lunga 2.150 metri, quella cioè che si sviluppa da Calata Massaua fino a includere 300 metri del molo Duca di Galliera lato levante. E questo per ottenere il varco di accesso al Porto Antico.
La diga sarà costruita con cassoni d’acciaio di dimensioni importanti: “104 cassoni da 26 metri di altezza e 28 di larghezza, sovrastanti lo scavo di basamento che verrà realizzato con materiale granulare proveniente da cava. In sede di gara chiederemo alle aziende in gara di dare la disponibilità di un impianto di prefabbricazione”.
Lo spiega Vaccari aggiungendo che si prevede di riempire i cassoni “sia con i massi e il pietrame di piccole dimensioni e le strutture in calcestruzzo della diga esistente, opportunamente ridotte, sia con il materiale dragato”. Poi sulle criticità del fondo chiarisce che dopo i sondaggi profondi effettuati lo scorso anno, “si è visto che nei fondali ci sono alcuni elementi critici” e quindi si è deciso di “mettere in campo una soluzione in grado di consolidare la fondazione”.
Quanto allo scavo di basamento, si parla all’incirca di 10 milioni di tonnellate di materiale naturale “che andranno a impegnare circa il 50% delle cave disponibili”.
Il primo lotto si completerà “con una sovrastruttura di circa 3 metri e mezzo e un muro paraonde”, conclude il tecnico, mentre la fase B, quella da 1.550 metri di fronte alle banchine di Sampierdarena nel tratto di ponente, al momento è in lista di attesa.

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Simona Tarzia

Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.