Per la società serba è stata solo performance politica
La Stella Rossa di Belgrado ha stigmatizzato quanto avvenuto ieri a Kaunas, in Lituania, a margine dell’incontro di Eurolega di basket contro la squadra locale dello Zalgiris. In un comunicato diffuso oggi, la società serba ha sottolineato l’intenzione di evitare ogni tipo di speculazione e politicizzazione del comportamento dei propri giocatori prima dell’inizio dell’incontro. Gli atleti della Stella Rossa si sono rifiutati di apparire insieme agli arbitri e ai giocatori dello Zalgiris dietro a uno striscione con i colori della bandiera ucraina e la scritta “Stop alla guerra”.
Alcuni giorni prima dell’incontro, si afferma nella nota, la Stella Rossa aveva comunicato ufficialmente a Eurolega e allo Zalgiris che non avrebbe consentito alcuna politicizzazione né avrebbe sorretto alcuno striscione con i colori di un qualsiasi Paese, ritenendo che ciò avrebbe significato partecipare alla manipolazione e politicizzazione di uno degli slogan più umani e universali come “Stop alla guerra”.
Nella palazzetto sventolavano le bandiere della NATO
Ritenendo pericoloso mischiare politica e sport, il club serbo parla di “performance politica” a Kaunas e non di evento sportivo, portando a dimostrazione i cori “Fuck you Serbia” e “Gloria all’Ucraina” pronunciati contemporaneamente allo sventolio di bandiere della Nato. La Stella Rossa ha chiesto pertanto a Eurolega “l’apertura di un procedimento disciplinare per sanzionare tali comportamenti inaccettabili”.
La Serbia, legata da stretta amicizia e alleanza con la Russia, ha condannato la violazione dell’integrità territoriale dell’Ucraina, ma si rifiuta di aderire alle sanzioni internazionali contro Mosca invocando i suoi interessi nazionali, in primo luogo le forniture energetiche a basso costo, e poi il sostegno della Russia nella delicata situazione in Kosovo.
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