Guerra in Ucraina, positivo il vertice di Istanbul ma Zelensky non si fida dei russi

I russi spostano truppe dalla Georgia in Ucraina

Sono continuati nella notte i raid russi nei dintorni di Kiev nonostante le reali possibilità di arrivare a un “cessate il fuoco” emerse ieri a Istanbul e l’annuncio di Mosca della disponibilità ad una riduzione delle ostilità.

E intanto non migliorano i rapporti tra Usa e Russia, con il dipartimento di Stato che diffonde un nuovo avviso agli americani, invitati a lasciare immediatamente il Paese o a non recarvisi perchè potrebbero essere trattenuti in ragione del conflitto in corso in Ucraina. La Casa Bianca esclude che un incontro tra i presidenti  Joe Biden e Vladimir Putin possa essere messo in agenda prima di una “significativa de-escalation militare” che di fatto ancora rimane una speranza. Le sirene sono risuonate nella notte a Kiev e in altre città mentre sia l’esercito ucraino che il Pentagono ritengono che Mosca non abbia messo in atto alcun ritiro ma un “ingannevole” riposizionamento di truppe, con duemila soldati russi spostati in Ucraina dalla Georgia.

Zelensky parla di “segnali positivi”

Zelensky parla di “segnali positivi” dai negoziati ma precisa che “non vediamo alcun motivo per fidarci delle parole di alcuni rappresentanti di uno Stato che continua a combattere per la nostra distruzione. Gli ucraini non sono persone ingenue”.

E nel trentacinquesimo giorno di guerra ribadisce che “non ci possono essere compromessi sulla nostra integrita territoriale”. Scoppia intanto il nodo alimentare, con la Russia accusata dalla vice segretaria di Stato Usa Wendy Sherman in una riunione del Consiglio di Sicurezza Onu di aver provocato una “crisi alimentare mondiale” e di far correre il rischio di una carestia in vari Paesi scatenando una guerra contro l’Ucraina, considerata il “granaio d’Europa”.

“I prezzi dei generi alimentari stanno già salendo alle stelle nei Paesi a basso e medio reddito poiché la Russia soffoca le esportazioni ucraine. In tutto il Medio Oriente e l’Africa, i prezzi già elevati delle materie prime di base, compreso il grano, sono aumentati tra il 20% e il 50% quest’anno”, ha proseguito Wendy Sherman, dicendosi “particolarmente preoccupata per paesi come Libano, Pakistan, Libia, Tunisia, Yemen e Marocco, che dipendono fortemente dalle importazioni ucraine per nutrire le loro popolazioni”.

Mosca respinge le accuse, considerando le parole della Sherman – lo afferma l’ambasciatore russo negli Stati Uniti Anatoly Antonov – “parte della guerra dell’informazione di Washington contro la Russia”. La Sherman ribatte denunciando che i russi stanno bloccando 94 navi alimentari civili nella regione del Mar Nero e hanno bombardato tre navi che trasportano merci, soprattutto agricole, dai porti del Mar Nero in tutto il mondo.

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