Propaganda nazi-fascista sul web: scattano le perquisizioni della Polizia postale in tutta Italia

Uno dei reati è quello di riorganizzazione del disciolto partito fascista. Si indaga anche ad Aalen, in Germania, dove risiede l’amministratore dei gruppi telegram incriminati

Gruppi Telegram sotto inchiesta. Oltre a messaggi di natura neo nazista lanciavano appelli No Vax, contro il Green Pass e contro il premier, Mario Draghi.
È quanto emerge dell’inchiesta che questa mattina ha portato la Digos della Questura di Torino e la polizia postale ad effettuare perquisizioni in diverse città d’Italia, da Nord a Sud. E nel mirino sono finite Torino, Brescia, Brindisi, Rieti, Alessandria, Lodi e la città di Aalen in Germania dove risiede l’amministratore di questi gruppi telegram.

I gruppi Telegram

Sotto la lente degli investigatori sono finiti il canale Telegram “Brudershaft  thule”(“Fratellanza di Thule”) e il connesso gruppo di discussione “Meine Ehre Heiβt Treue” (“Il mio onore si chiama lealtà”).

Gli indagati con il busto di Mussolini come soprammobile

Otto sono gli indagati, nei cui confronti esistono elementi tali da farli ritenere responsabili di pubblicazioni  che gli inquirenti definiscono di natura nazi-fascista, razzista e antisemita.
Uno degli indagati perquisiti è una guardia giurata di Torino, mentre gli altri sette risiedono in altre città. A quanto si apprende da fonti investigative, durante le perquisizioni la Digos ha sequestrato molto materiale: busti raffiguranti Benito Mussolini, manganelli, pugni di ferro e bandiere neo fasciste e neo naziste.
Tutti sono stati denunciati per i reati di riorganizzazione del disciolto partito fascista, propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa.

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