Covid, in lockdown cani e gatti usati come “armi” negli scontri di famiglia

La ricerca: “Abbiamo scoperto che gli animali delle vittime di abusi domestici sono stati feriti e oggetto di minacce”

Gli animali domestici sono stati utilizzati come arma di coercizione durante gli abusi e le violenze perpetrate sui loro padroni durante la pandemia.
Questo inquietante risultato emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista PsyArXiv, che valuta le richieste di aiuto rivolte alle linee di assistenza per abusi domestici.
Stando a quanto emerge dall’indagine, gli animali delle vittime non solo sono stati oggetto di minacce ma sono stati anche feriti direttamente. Il team di studi di scienze sociali, guidato dalla ricercatrice dell’Università scozzese UWS, Roxanne Hawkins, ha esaminato le telefonate alle linee di assistenza per abusi domestici, documentando il comportamento degli aggressori nei confronti degli animali degli oppressi. “Il nostro studio – afferma Hawkins – ha mostrato l’impatto della pandemia sulle vittime di abusi domestici. Abbiamo scoperto che gli animali sono stati oggetto di coercizione, utilizzati come mezzo per esercitare il controllo sui loro padroni”.

Gli scienziati hanno scoperto che la tendenza degli aggressori era quella di manipolare il legame emotivo delle vittime con i loro animali domestici, tanto che spesso chi si rivolgeva alle linee di assistenza riferiva di non voler denunciare la situazione per timore di ripercussioni sugli animali.
Non solo.
Spesso le vittime non riescono ad allontanarsi perchè l’aggressore minaccia possibili ripercussioni sugli animali. “La nostra ricerca mostra che durante la pianificazione di interventi contro le situazioni di abuso è fondamentale considerare attentamente gli animali. Ci sono dei servizi di gestione di cani e gatti, ma sappiamo che spesso le persone sono molto legate ai propri animali e potrebbero non essere in grado di gestire la separazione”, continua Hawkins. E in effetti l’allontanamento aggiungerebbe trauma su trauma.
“Gli animali domestici – conclude Hawkins – sono percepiti come membri della famiglia e spesso chi subisce abusi dipende dal supporto emotivo che la relazione con l’animale può donare. Mantenere insieme famiglie e animali domestici è fondamentale per il benessere psicologico e il recupero delle vittime”.

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