Pantani, paludi, sabbie mobili
Qualcuno si è già dato, se non alla pazza gioia, ad un precoce cauto ottimismo. Talvolta addirittura facendo finta di non notare che se la palude del centrodestra si è via via trasformata in sabbie mobili, quella in cui sta facendo i primi passi la coalizione progressista con Pd e pentastellati ed una miriade di altre sigle, è tutt’altro che superata. Anzi. Anche perché al di là del candidato che per genia, storia, curriculum e passato potrebbe anche attrarre gli esponenti dei centristi in cerca di collocazione e porto sicuro, alla fine il rovescio della medaglia, legato sempre e paradossalmente proprio a quella genia, storia, curriculum e passato, nonostante le dichiarazioni di facciata, potrebbe, nel segreto dell’urna, risultare dirimente.
Questione di feeling, questione di appeal, questione di “più nuovo del nuovo” e… di “più bianco del bianco”, anche per un candidato il cui nome era già stato fatto, e non a caso, prima di mettersi d’accordo sulla candidatura di Ferruccio Sansa per le regionali, come avversario di quel bigovernatore Giovanni Toti che ha inviato il suo sodale Marco Bucci a salire sul palco della Leopolda e a stringere la mano proprio al Matteo Renzi centrista di Italia Viva. Quello del patto del Nazareno.
E alla fine fu il momento di Crivello
Perché la politica non è più soltanto l’arte del compromesso, ma soprattutto è diventata l’arte della narrazione. Perciò più nuovo del nuovo e più bianco del bianco. Anche se i cantori sono in fin dei conti vecchi guru, persino un po’ agee, tornati di moda dopo essersi automarginalizzati, pur avendo avuto l’occasione di misurarsi da pari a pari con Bucci già nel 2017. Da intellettuale rinchiuso nella torre eburnea di palazzo Ducale, da perfetto conoscitore di Modigliani, aveva però preferito abdicare anche quando, addirittura in pellegrinaggio, erano andati a bussare al portone del suo palazzo chiedendogli di sciogliere finalmente il suo algido riserbo. E lui aveva utilizzato come giustificazione ragioni di salute. E di opportunità, ma non soltanto. Costringendo così Gianni Crivello, già assessore di Marco Doria, a rivedere le sue personali ambizioni. Proprio quel Crivello che in epoca non sospetta, e di fronte all’inclinazione della compagine di sinistra a non scegliere il proprio rappresentante, aveva già preceduto tutti facendo il passo indietro. Eventualmente ringraziando anche, ma spiegando di non sentirsi all’altezza. Con sprint finale e ballottaggio. Andato, come è noto, a Marco Bucci.
Questioni di narrazioni, appunto, tra pantani e paludi. Perciò non stupisce che il nuovo più nuovo del nuovo, alias il neo candidato sindaco del centropentastellatosinistra più un’altra decina di sigle o cespuglietti, si sia affidato al nuovo più nuovo del nuovo. Come narratore o addirittura come consigliere. Del resto è da un po’ che pontifica sul quotidiano più a sinistra in circolazione.
“Autorevole, autonomo, portatore di una cultura Lib Lab”
Intanto nell’ultima occasione si è sbilanciato fortemente a favore di Ari’el Dello Strologo, che in mancanza di altre vittime sacrificali ha convinto tutti e tutto. Spiega il politologo e narratore di turno perché questa partita fra centrodestra e progressisti, fra Bucci e Dello Strologo, o fra Dello Strologo e “chissachi” potrebbe essere tutt’altro che scontata. E lo dice sin dal titolo della sua rubrica “Carta Bianca”: “Ecco perché questa è diventata una partita non scontata”.
Solo che poi, da buon professorino, non riesce a sottrarsi al vezzo di dare i voti. E la bocciatura è di quelle senza remissioni. Perciò scrive, suscitando qualche ovvio rigurgito fra i poveri consiglieri comunali che hanno avuto la disavventura di cercare di opporsi allo strapotere di Bucci e colleghi : “perché nonostante la pessima prova data come opposizione, il centrosinistra genovese ha nell’arco di questi mesi compiuto trasformazioni anch’esse largamente imprevedibili. Merito gran parte del nuovo gruppo dirigente del Pd e di un segretario giovane che contro tutti i pronostici ha finora vinto le non poche sfide che si è trovato davanti. Innanzitutto quelle delle consorterie interne al suo partito, quel groviglio di interessi personali, di conformismo di assenza di proposta che aveva portato a collezionare una sconfitta dopo l’altra. Per la prima volta dal 2015 il centrosinistra rappresenta una coalizione larga, aperta a istanze diverse e con la partecipazione del tutto inedita sul piano nazionale, anche del M5S. Con un candidato sindaco, Ariel Dello Strologo, autorevole ed autonomo, estraneo ai riti peggiori della politica, portatore di una cultura lib-lab è riconosciuto professionalmente”.
“Uno schieramento competitivo”
Ecco, dunque, lodi sperticate per il nuovo più nuovo. Lasciando intendere che il vecchio gruppo dirigente – nemmeno troppo vecchio per la verità e in fondo più o meno lo stesso che lo avrebbe cinque anni fa quasi implorato di fare il candidato sindaco contro Bucci – sia il responsabile di tutti i mali dei progressisti. Per carità un po’ di ragione su quei “caminetti”, sui salotti in cui si incontravano imprenditori e politici determinando scelte e intrecci il narratore/ consigliere potrà anche averla. Ma, è lecito chiedersi, lui dove era? E soprattutto perché ha preferito rintanarsi nel suo palazzo d’avorio? E ancora perché quando glie ne hanno dato l’occasione non è sceso in campo?
Acqua passata, perché in questa fase l’importante è sostenere che in fondo al tunnel sarà possibile intravedere la luce. E che il vento se… non soffia ancora, almeno è cambiato. Perciò ecco l’analisi politica sempre su “La Repubblica”: “Soltanto non troppi mesi fa significativi esponenti del centro sinistra pensavano fosse opportuno convergere su Bucci, in una singolare proiezione nazionale-locale, mentre altri, la maggior parte si rassegnavano ad una battaglia di bandiera. Pochi avrebbero scommesso su questa conclusione. Cioè uno schieramento che probabilmente ancora in minoranza nei numeri e con l’incognita dell’effettiva consistenza dei grillini, si dimostra competitivo e capace di contendere. Qualcosa che di per se amplifica le difficoltà di Bucci, lo costringe ad un confronto, di cui anche caratterialmente avrebbe fatto volentieri a meno. E questo dopo anni di una voce sola al comando rimette in circolo la democrazia, ridotta di senso la campagna elettorale, impone di scendere sui contenuti. Non basterà ripetere ne abbiamo tanti soldi da spendere, il “nuovo piano Marshall”, via dicendo. Così sui contenuti, su un’aria di città diversa e possibile, dovranno misurarsi Ariel Dello Strologo e il centrosinistra. In qualche misura se riuscirà a confermare il suo processo di cambiamento, di dare sostanza e contenuti ad una sfida che comunque è tutta da giocare. Che però ci siano le condizioni per giocarcela non è appunto poco”.
Quel giudizio offensivo
Già le condizioni per giocarcela… e non che nel 2017, dopo cinque anni di gestione dell’algido marchesino Marco Doria, con un difetto sull’arte del comunicare che ci ha fatto scoprire la distanza siderale del centro destra e di Marco Bucci, le stesse condizioni non esistessero. Anche con un centrosinistra logorato dalle lotte intestine, dai salotti, da un gruppo dirigente di giovani che prendeva ordine dagli anziani. E Crivello, nonostante la partenza tardiva e tutto il resto, arrivò sino al ballottaggio. Perciò quel giudizio sulla capacità di fare opposizione dei consiglieri comunali di centro sinistra finisce per stridere, se non addirittura per offendere un po’ gli uscenti. Quegli uscenti che il nuovo gruppo dirigente, nuovo e giovane si è scordato addirittura di ringraziare. Se non per i risultati conseguiti almeno per l’impegno e il lavoro profuso. No Il consigliori e nuovo guru della narrazione, che nella sua rubrica ha lanciato la campagna elettorale del candidato sindaco Ari’el Dello Strologo li ha bocciati senza pietà.
Perciò suona in qualche modo come una strisciante risposta al nuovo guru della comunicazione, tanto che su un giornale cittadino viene, a torto o a ragione, identificato come un saggio del neo candidato sindaco. Proprio “un saggio”nell’identico stile del primo cittadino uscente, ma tuttora in carica, che durante il suo quinquennato ha nominato e rinominato saggi e ambasciatori come il peggiore dei contraffattori.
Vai avanti tu che a me viene da ridere
E sembra una risposta nemmeno troppo strisciante, senza fare nomi per carità’, il post che Gianni Crivello, il capo dell’opposizione pubblica su suo profilo. Anche se da uomo di mondo vi include l’invito a guardare avanti, per non perdere l’occasione. Dice il post: “Il Prezzo della grandezza è la responsabilità!”
E allora guardiamo avanti, tutti ma proprio tutti! 5 anni in politica sono una eternità. La straordinaria alleanza che oggi sostiene Ariel Dello Strologo, nel 2017, dopo la debacle alle Regionali del 2015, proponeva 3 candidati…
Le distanze con il M5S erano abissali e il PD era quello di Renzi. E allora coloro che amano teorizzare paragoni improponibili, prendendo le distanze da ciò che è stato sino ad ieri…
Giornalisti di area, politici, ex politici, intellettuali, amministratori, ex amministratori, teorici del “vai avanti te che a me…” Guardate che non può funzionare così, troppo facile.
Ognuno dovrebbe assumersi le proprie responsabilità, meriti e demeriti. Ieri e oggi!! Solo così l’alleanza progressista, il Candidato e soprattutto la Città potranno contare su quell’unità, non solo elettorale, che la foto pubblicata, dovrebbe rappresentare!”. Insomma andiamo avanti e guardiamo avanti, ma anche “vai avanti te che a me viene da ridere” emblematico di un certo passato nell’estate del 2017. Ed è quel passato con cui occorrerebbe fare i conti prima di addentrarsi in processi sommari. Sulle capacità o meno dei soggetti che hanno fatto opposizione.
La difficoltà è diventata il normale confronto
E forse per i contendenti sarebbe meglio concentrarsi sulla ritualità della politica ormai cambiata e trasformata dalla maggioranza. Perché giudicherei centrale il tema dell’agibilità all’interno delle aule consiliari laddove dovrebbe essere naturale che si discuta, e ci si confronti, sulla politica.
Spiega ancora Crivello in un post proponendo numeri e percentuali: “Il consiglio comunale e il centrodestra di Bucci”
I luoghi dove poter lavorare per la città dopo aver ricevuto una delega dagli elettori sono più d’uno, tra i più importanti: le sedute del consiglio comunale e le Commissioni Consiliari. Dal 2017 ad oggi sono state richieste 875 commissioni e ne sono state convocate 335, il 38 per cento. La maggioranza si è sottratta da sempre alle proprie responsabilità, calpestando i diritti delle minoranze. I gruppi dell’opposizione hanno richiesto 670 convocazioni sul totale di 875! Altro che giunta del fare. Per loro, il confronto, le proposte, l’ascolto… la democrazia? Una perdita di tempo!”.
Con un esempio, tanto per comprendere meglio, e per concludere. Un esempio che riguarda la difficoltà per l’opposizione di acquisire dati che le permettano di svolgere il ruolo naturale di controllo.
Genova jeans, trasparenza e rispetto delle regole
Riguarda, neanche a farlo apposta, una mostra su cui in passato ci sono state molte polemiche, soprattutto per i costi. Con tanto di intervento della Guardia di Finanza per acquisire la documentazione delle spese e degli introiti dei biglietti.
Ebbene spiega in un comunicato la Lista Crivello: “La mostra “GENOVAJEANS 2021”, L’amministrazione Bucci, la trasparenza e il rispetto delle regole.
L’art. 33 dello statuto del Comune di Genova e l’art. 52 del Consiglio Comunale prevedono l’accesso a tutti gli atti istituzionali. Il 7 settembre 2021 abbiamo formalizzato la richiesta di “rendicontazione Mostra GenovaJeans 2021” e il 6 ottobre sollecitato la risposta che non arrivava. Il 18 ottobre, dopo 41 giorni, la Giunta Comunale ci comunicava che prendeva in carico la nostra richiesta. Il 7 novembre è stato necessario inviare un secondo sollecito e il 10 novembre richiedere l’intervento del Segretario Generale del Comune di Genova. Il 28 dicembre gli Assessori Bordilli e Piciocchi ci comunicavano che avrebbero fornito la rendicontazione a conclusione dell’iter da parte degli uffici competenti. Il 29 dicembre 2021 abbiamo richiesto l’autorevole intervento dell’illustrissimo Prefetto della Città Metropolitana Dottor Renato Franceschelli, purtroppo, ad oggi, ancora nessuna risposta. A questo punto ci domandiamo:
Qual è il rispetto delle regole e dei diritti previsti dalle norme?
Quale visione ha l’amministrazione Bucci dei propri doveri istituzionali?
Chi dovremmo scomodare ancora per ricevere quanto dovuto?
Quali sono le ragioni di tale ritardo?
Siamo certi che non ci sia nulla da nascondere, quindi siamo dinnanzi ad un atteggiamento ingiustificato ed inaccettabile di chi non vuole fornire i documenti da noi richiesti affinché gli stessi possano essere legittimamente condivisi con la comunità genovese”.
Ecco, forse prima di assegnare facili patenti, sarebbe meglio prendere coscienza di quanto e come siano cambiate le condizioni di lavoro, pre e post Covid, nelle assemblee cittadine. Perché un giorno, magari relegato all’opposizione, con questo nuovo modo di svolgere il ruolo di amministratore potrebbe trovarcisi a confrontare anche lui, avvocato Ari’el Dello Strologo. Suggerirei quindi all’aspirante sindaco, dal basso della mia consapevolezza di non essere un guru della narrazione e nemmeno dell’informazione, di includere questo particolare aspetto fra gli argomenti teorici del suo progetto. E poi di escludere per sempre la nomina dei saggi. Che spesso finiscono per risultare troppo egoriferiti e troppo ingombranti.
Paolo De Totero
Quarantacinque anni di professione come praticante, giornalista, vicecapocronista, capocronista e caporedattore. Una vita professionale intensa passata tra L’Eco di Genova, Il Lavoro, Il Corriere Mercantile e La Gazzetta del Lunedì. Mattatore della trasmissione TV “Sgarbi per voi” con Vittorio Sgarbi e testimone del giornalismo che fu negli anni precedenti alla rivoluzione tecnologica, oggi Paolo De Totero è il direttore del nostro giornale digitale.