Sanremo

L’Italia in accappatoio e bigodini

 

Il primo miracolo lo ha già fatto. Più o meno come un santo qualunque. Perché, insomma, alla fine – e dopo tanta suspense – Rosario Tindaro Fiorello, in arte Fiorello e Amedeo Umberto Rita Sebastiani, meglio conosciuto come Amadeus – confidenzialmente Ama, per gli amici – si sono ritrovati. E si ritroveranno insieme sul palco dell’Ariston per la prima serata. “Poi si vedrà”, si limita ad aggiungere laconico Amadeus che, come un amante infelice, ha atteso trepidante per oltre 90 ore, bussando, giorno dopo giorno, alla porta della stanza 407 dell’albergo che l’amico, e a questo punto coconduttore si palesasse.

Gli enigmi nazionali

Risolto, dunque uno dei due enigmi nazionali. L’altro che ci ha frantumato praticamente in contemporanea attributi e senso di resistenza, anche quello in onda come un tormentone, anzi una MaratonaMentana, sui canali della Rai si era risolto già qualche ora prima. L’altro, appunto, per il quale – anche lì- se non  si è trattato di un miracolo poco ci è mancato, ha riguardato la salita al colle. Riascesa della quale molto si è discusso. Se discesa e poi risalita, se trasloco annunciato e particolarmente atteso poi finito a schifio, se poi era già tutto previsto… Comunque una serie degna di Netflix con finale piu o meno sorpresa, e poi Il tutti vissero felici e contenti…. per sette anni. O forse no.

Mattarella e le sue vallette

Tanto che al coinciso messaggio del ritrovato presidente della Repubblica Sergio Mattarella agli italiani ha fatto seguito l’affacciarsi sulla porta della famigerata stanza 407 di Rosario Tindaro Fiorello, in arte Fiorello – Fiore per intimi ed amici – con accappatoio ciuffo rosa e bigodini in testa. A concedere agli italiani poche e misurate parole. Praticamente un revival di quanto aveva fatto poco prima il Presidente Eletto Mattarella di fronte ai messi dei postulanti, insieme a lui le massime cariche dello stato il presidente della camera Roberto Fico e a quella del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati. E nel pomeriggio di sabato, probabilmente altri postulanti  gli avevano impedito l’ora del pisolino mettendolo di fronte al dilemma di disfare le valigie ed affrontare un nuovo trasloco. Per tornare al Quirinale. Da lì’ il titolo geniale de “Il Manifesto” : “ Quirimane”.

Sempre televisivamente parlando, quella generalista, tutta divisa fra i cantanti del festival in arrivo a Sanremo e le grandi manovre per dare al paese il nuovo – o vecchio – presidente della Repubblica, ha cavalcato da par suo i due eventi. Uno in corso e l’altro in divenire.

Liguria Zona bianca

Il Governatore, ovvero lo sparigliatore

Con un grande interprete, il governatore e grande elettore Giovanni Toti, forse addirittura deciso a contendere la futura palma di ligure dell’anno a quel Matteo Bassetti sempre più saldamente in testa alle classifiche delle ospitate televisive. Tanto che Bassetti, Covid permettendo domenica ha potuto rafforzare la posizione grazie ad una lunga comparsate insieme al sottosegretario vice del ministro Speranza, il senatore Pierpaolo Sileri. Un’ospitata su Raiuno a Domenica in nelle sapienti mani di Mara Venier, con tanto di polemica per l’eccessiva vicinanza in studio fra Sileri e Bassetti, che forse in quanto medici hanno deciso di infrangere almeno un po’ il protocollo.

Del resto lo stesso Bassetti ha ripetuto quanto sta già dicendo da tempo, che la mascherina in luoghi in cui non ci siano gravosi assembramenti è un optional.

Un testa a testa quello sulle comparsate televisive fra Toti e Bassetti destinato a tenere banco nelle prossime settimane.

Perché alla fine concedere il proscenio ad attori non professionisti può comportare una difficoltà superiore a tutte le altre. Quelli di farli scendere dal palco. Con un serpente che continua a mordersi la coda sino a cibarsene, perché in questo mondo social, la notorietà finisce per dare notorietà. Probabilmente anche a chi non se lo merita. Per esempio negli studi di Mara Venier l’infettivologo Bassetti, oltre alle naturali predizioni sul virus, ha unito l’utile al dilettevole presentando anche il suo ultimo libro.

Lo stallo alla messicana

Che poi al momento ognuno è impegnatissimo nell’osservare e congelare le mosse della controparte. In quella che durante la MaratonaMentana sull’elezione al Quirinale il conduttore de “La 7 “ ha definito “stallo messicano”.

Sul piano televisivo, per esempio, Toti portatosi in vantaggio nelle giornate dedicate alla politica ha potuto contare inseguito, già lunedì in una lunga comparsata nel programma di Serena Bortone “Oggi è un altro giorno”. Per parlare, non a caso, dell’elezione di Mattarella e dello spregio alla Casellati, che nel bene e nel male – nipotina di Mubarak o meno –  è pur sempre la seconda carica dello Stato. Con relative ricadute sulla compattezza del centrodestra. Fra Berlusconi in clinica, Salvini rintronato e la Meloni infuriata.

Perché il governatore, forse per la sua acquista conoscenza del mondo delle emittenti, piuttosto che per quello della comunicazione e della politica, è riuscito a risultare nelle serate quirinalizie l’ospite conteso e comunque presente quasi avesse il dono dell’ubiquità su tutte le reti nazionali. Pronto a impallinare la candidatura della seconda carica dello stato quella Maria Elisabetta Alberti Casellati, proposta da Matteo Salvini per mettere tutti d’accordo. In politica si usa dire che quando una candidatura viene annunciata troppo presto è per bruciarla.

La mossa dei Salvini e Conte stoppata da Renzi

E Toti invece di lasciare la comunicazione al leader del centro destra estrema comparso in ogni rete ad annunciarla quella candidatura. Che poi, tanto per la cronaca è stata portata in aula in votazione, fallendo miseramente. Costringendo Salvini a cambiare strategia, a contattare Giuseppe Conte per convergere su un altro nome di un’altra donna. Un diplomatico, tecnico, un ligio funzionario dello stato. Ultimo incarico conosciuto direttrice generale del dipartimento per la sicurezza. Il dipartimento presso la presidenza del Consiglio dei Ministri che ha compiti di coordinamento e vigilanza sulle attività dei servizi segreti italiani. Manco a farlo apposta, da Gladius in avanti materia quasi proibita. E arriva la stoppata di quel mariolo di Matteo Renzi. Anvedi mai che sia venuta a conoscenza di qualche cosa di scottante. Candidatura respinta al mittente anche per lei. Anche se adesso si litiga e qualcuno si cosparge il capo di cenere.

E poi il pellegrinaggio postulanti questuanti e Sergio Mattarella che inizia a disfare le valigie e tira fuori l’abito da cerimonia per ricevere le due vallette Casellati e Fico.

Stallo terminato possiamo guardare rinfrancati a Sanremo, senza l’ipotesi di fastidiose sovrapposizioni fra gare canore e gare parlamentari. Che poi per il presidente della Repubblica non c’è nemmeno il televoto.

Le magagne locali del Governatore

E comunque, volente o nolente, a Toti più che a Renzi è stat9 tributato il ruolo di grande rottamatore. Tanto da far infuriare nella sua eccessiva ricerca di centrismo l’intera leadership del centrodestra, evidenziandone le contraddizioni interne ai partiti. Cosa che ovviamente non ha fatto piacere ne’ a Salvini ne’ alla Meloni. Ragion per cui è atteso alla resa dei conti. Ovviamente al suo rientro in Liguria e in Regione, dove la coalizione che lo sostiene e sostiene anche il sindaco e suo sodale Marco Bucci non ha potuto far altro che accusare qualche sommovimento. Con responsabili e pescecani già in vasca.

Resa dei conti

Resa dei conti all’interno del gruppo regionale della Lega, saldamente nelle mani di Edoardo Rixi, ex sottosegretario del governo giallo oro da sempre nella manica di Matteo Salvini. Mentre Fratelli d’Italia attraverso il suo coordinatore Matteo Rosso lo accusa di “alto tradimento”. Parole di fuoco per il deputato ligure di Forza Italia, ma solo di elezione, Giorgio Mule’. Che neanche a farlo apposta è anche lui un giornalista prestato alla politica. Mule’ in un’intervista di Massimo Calandri su “La Repubblica “ sibila, stanco del movimentismo eccessivo del suo ex compagno di partito accusandolo di continuare a fare l’occhiolino alla sinistra di Renzi. “ Toti ha fallito con Cambiamo, si è rifugiato in Coraggio Italia: ma tra un paio di settimane spacca con Luigi Brugnaro, ci scommetto. Sono già in 21, un paio di defezioni ancora e addio gruppo. Pero’ attenzione, in Liguria i mal di pancia – le frizioni e i nervosismi – sono arrivati in anticipo. A Genova, Giovanni subisce la personalità di Bucci”. E alla domanda sull’appuntamento di Rixi con gli altri rappresentanti della Lega risponde ancora più duramente : “Di Edoardo conosco bene le tribolazioni, i bocconi amari che ha mandato giù tutti questi anni, la sua maturità di non far emergere dissapori e vedute diverse rispetto a Toti. Ma pensò che anche per lui il momento della pazienza sia esaurito. Gli consiglio di fare qualche cosa: spingere in tutti i modi per un atto di resipiscenza da parte di Toti. È l’atto di ravvedersi riconoscendo espressamente il proprio errore. Perché non è con i muscoli che si puo’ continuare ad andare avanti”.

Ancora a pranzo con Burlando

Come se non bastasse proprio dopo quello che è stato definito un tradimento nei confronti della Casellati è emerso il particolare di un altro pranzo con Claudio Burlando, il governatore che l’aveva preceduto, un tempo seguace di Renzi, insieme alla precedente sfidante di Toti Raffaella Paita. Proprio la parlamentare che qualche mese fa non ha esitato a tributare elogi al sindaco del centrodestra Marco Bucci. Un nuovo incontro che ha preceduto la sua partenza per Roma in cui si dice si sia parlato soprattutto di portualita’ e della gestione degli spazi portuali. Ma nessuno ha escluso che Burlando e Toti, magari non si siano confrontati sulla strategia in vista dell’appuntamento elettorale romano. Da qui quel senso di fastidio per gli alleati che iniziano a pensare che il Governatore in virtù del proprio potere abbia il viziodi giocare contemporaneamente su troppi tavoli. Il coordinatore Regionale di Fratelli d’Italia da Imperia  lancia una sorta di ultimatum: “La smetta di pensare alla politica e faccia il presidente della Regione”.

Ovviamente con pericolosi movimenti sussultori per la sua compagine di governo e in vista delle alleanze che sosterranno il sindaco uscente Marco Bucci che a suo tempo aveva avuto come mentore proprio il leghista Edoardo Rixi.

Amadeus Terzo, nel regno delle canzonette

Tanto che a mio parere i risvolti di questa vicenda potrebbero portare il Governatore a non garantire la propria presenza, addirittura nella serata finale del Festival, quello dove abitualmente sale sul palco per distribuire qualche premio. Tanto che ho pensato a Sanremo e a quello che in caso contrario potrebbe essere annoverato come il suo terzo miracolo.

Perché Sanremo è pur sempre Sanremo.

E magari il povero Toti si sentirà un po’ tirato per la giacca e si chiederà se esista qualche particolare autobiografico quando ascolterà i primi versi del brano di Ditonellapiaga e Rettore Chimica…. che fanno così: “ e non so bene come dirlo/ Come farlo. / Ma ne parlo seriamente/ Non conviene che io finga. / Se lo canto/ Se lo urlo fra la gente”. O magari ascoltando il Gianni Morandi di “Apri Tutte le porte” ripenserà a quell’incipit e alla sua situazione con gli alleati: “ a forza di credere che il male passerà/ sto passando io ./ E lui resta/ Mi devo trascinare presto fuori di qua. / Dai mie pensieri pigri nella testa/ Fare qualcos’altro/ Oppormi all’inerzia e alla sua forza….”.  Magari pensando alle prossime politiche in arrivo. Che poi potrebbe aiutare persino Yuman con “Ora e qui”: “c’è una strada tutta curve, tra il cuore e la testa/ Senza mappe, scorciatoie o un’area di sosta./ A perdersi, io lo so bene, basta niente, come in mare / ma quando stavo per arrendermi mi ha insegnato a respirare”.

E già, perché sono convinto che il nostro governatore in attesa della prossima comparsata televisiva stia già pensando a che cosa dire, che stavolta non si tratta di bruciare nessuno, ma magari soltanto di proclamare o premiare qualche vincitore di una gara di canzonette. In un’occasione che costituzionale o no, regno o monarchia che sia, proclamerà un altro Amadeus. E questa volta si tratta del terzo.

Paolo De Totero

Paolo De Totero

Quarantacinque anni di professione come praticante, giornalista, vicecapocronista, capocronista e caporedattore. Una vita professionale intensa passata tra L’Eco di Genova, Il Lavoro, Il Corriere Mercantile e La Gazzetta del Lunedì. Mattatore della trasmissione TV “Sgarbi per voi” con Vittorio Sgarbi e testimone del giornalismo che fu negli anni precedenti alla rivoluzione tecnologica, oggi Paolo De Totero è il direttore del nostro giornale digitale.