Catanzaro: 6 arresti per associazione mafiosa, corruzione e frode nei lavori pubblici

“Operazione Brooklyn”: due imprenditori avevano in appalto anche alcuni lavori di manutenzione del ponte Morandi di Catanzaro

Catanzaro – In data odierna i militari della Guardia di Finanza di Catanzaro, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia , hanno dato esecuzione all’ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa dal Gip presso il Tribunale del Catanzaro, nei confronti di 6 soggetti indagati a vario titolo per trasferimento fraudolento di valori, autoriciclaggio, corruzione in atti giudiziari, associazione per delinquere, frode nelle pubbliche forniture, con l’aggravante di aver agevolato associazioni di tipo mafioso, in relazione, fra l’altro, ai lavori di manutenzione straordinaria del ponte “Morandi” di Catanzaro e di un tratto della strada statale 280 “dei Due Mari”.

Il Gip ha anche disposto il sequestro preventivo di tre società di costruzione e di oltre 200.000 euro quale profitto dei reati contestati.

La Procura ha disposto il sequestro, con facoltà d’uso, del viadotto “Bisantis” e della galleria Sansinato, a Catanzaro, allo scopo di svolgere accertamenti di natura tecnica.

Le indagini, dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia e delegate alla Guardia di Finanza di Catanzaro, hanno permesso di acquisire gravi indizi a carico di due imprenditori operanti nel settore delle costruzioni e dei lavori stradali che, consapevoli del rischio di incorrere in misure di prevenzione di natura patrimoniale, hanno costituito delle società intestandole fittiziamente a una loro collaboratrice, pur mantenendone il controllo di fatto.

Una di queste società si è aggiudicata i lavori di manutenzione straordinaria per il ripristino del calcestruzzo del ponte Morandi e di rifacimento dei muri di contenimento di un tratto della Strada Statale 280 “dei Due Mari”.

Imprenditori legati alla ‘ndrangheta?

L’attività investigativa ha delineato un grave quadro indiziario, a carico degli imprenditori, titolari “di fatto” dell’impresa aggiudicataria dei lavori, i quali a causa di problemi finanziari, con la complicità del direttore dei lavori e di un ingegnere dell’ANAS, impiegavano nelle lavorazioni un tipo di malta di qualità scadente, ma più economico di quello inizialmente utilizzato.

Le indagini portano all’ipotesi che i due imprenditori possano essere legati  alle associazioni per delinquere già emerse nell’ambito dell’operazione “Basso Profilo”, e finalizzate alla commissione di reati tributari, riciclaggio, autoriciclaggio, reimpiego e trasferimento fraudolento di valori.

In carcere anche un ispettore della Finanza

Fra gli indagati attinti dalla misura cautelare in carcere figura anche un ispettore della Guardia di Finanza, già coinvolto nell’operazione “Rinascita-Scott”, ora indagato per corruzione in atti giudiziari e rivelazione di segreto d’ufficio per fatti commessi quando era in servizio presso la Direzione Investigativa Antimafia di Catanzaro.

Il consistente quadro indiziario che ha giustificato l’adozione della misura cautelare, è nel senso che il militare, nello svolgimento di indagini delegate sui due imprenditori, in cambio di utilità di vario genere, si adoperava per attenuare la posizione dei due, informandoli costantemente dello sviluppo del procedimento nei loro confronti.

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